Cosa deve significare svegliarsi dall’altro capo del mondo e dirsi:“Deciso. Andrò a Roma a correre la maratona!”. Cosa vuol dire per un amatore, per uno che corre per passione, conoscere Roma, vederla magari per la prima volta, in un giorno di quasi primavera, trottandoci dentro, faticando per tre ore ad andar bene, molto più probabilmente per quattro o cinque ore e oltre?
Spirito da maratona
Sarà passione. E sembra quasi una nuova forma di turismo di massa, ecologico. Un turismo di corsa, come solo una metropoli che non si ferma mai può offrire, al contrario del tanto promosso turismo lento, forse più da provincia, più da borgo e da piatti tipici e prodotti DOP.
Fatto sta che con la 30esima Maratona per due giorni, toccata e fuga, Roma è stata inondata da una marea di sportivi dal fisico più o meno tirato, polpacci importanti che si mischiano ai gruppi di pellegrini per l’occasione un po’ spaesati.
I partecipanti
La 30esima edizione della maratona Acea Run Rome è stata un’edizione record: 28000 iscritti per la gara di domenica 16 marzo, con il 65% dei partecipanti proveniente dall’estero e 127 nazioni rappresentate. Tra questi, proprio per ascoltare lo spirito dei forestieri, abbiamo intercettato James e Darryl, due amici dal Sud dell’Inghilterra, 33 e 34 anni.
James ha un bagaglio di 4 maratone alle spalle e ben 8 ultra maratone, quelle gare interminabili dal chilometraggio che va dai 50 km in su. Quindi, ha deciso di correre la maratona di Roma quest’anno per la prima volta e ha convinto l’amico a tornare per il secondo anno consecutivo. Amatori, sì. Ma con l’obiettivo puntato sotto le 3 ore e 30 minuti.

Corse parallele
Partenza alle 8:30 da Via dei Fori Imperiali. Condizioni meteo fresche, 12 °C, sole pallido che preannuncia variabilità, venticello che si fa sentire da Sud Ovest, umidità 85%. Inno nazionale, 42 secondi di silenzio e raccoglimento per il Santo Padre ricoverato al Gemelli, sparo del sindaco Gualtieri, e via, sotto una spruzzata di coriandoli.
Com’è andata, James?
Sono soddisfatto del mio tempo, 3:36:40. Siamo andati piano e costanti, abbiamo mantenuto il ritmo quasi fino alla fine, ma negli ultimi 12 km è diventato molto difficile. Si trattava solo di tagliare il traguardo. Con ogni mezzo possibile! Nel finale ho perso contatto da Darryl, lui è più esperto di me. Mi sono fermato, ho camminato per un po’ e ho lasciato per strada qualche minuto.
Insomma, tanto per capirci: quando sul traguardo sono arrivati i tre dominatori keniani, distanziati di una manciata di secondi l’uno dall’altro, Ngeno (2:07:35), Kipsang (+15’’) e Kogo (+26’’), davanti a James e Darryl si srotolava ancora un’ora e mezza di asfalto e sanpietrini. Corse parallele. Solo un gruppetto di favoriti e, dietro, da soli in migliaia per i loro record personali. Eroi.

Avete corso lungo le strade più belle di Roma. Quale immagine di questo giorno ti resterà più impressa?
Il Colosseo, è qualcosa di straordinario. Un posto pieno di storia. Partire e arrivare lì intorno è stato bellissimo.
Ma quanto vale una trasferta così! Il tempo di rimettere le scarpe in valigia e da Roma defluisce questa marea di sportivi, tutti con lo zainetto arancione ufficiale, ognuno con il suo prossimo obiettivo. James, neanche a dirlo, già da aprile vuole riprovarci a scendere sotto le 3 ore e 30 minuti nelle maratone di Parigi e Manchester. Poi mi ha detto di una corsa di 160 chilometri, in programma il 5 aprile. Credevo di aver capito male, invece esiste davvero.
Per tutti i risultati della gara: Maratona Acea Run Rome 2025