120 anni/n. 17 – So.Crem, Le esperienze di pre morte

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SPECIALE 120 ANNI DI SO.CREM NUMERO 17

Il 3 e 4 ottobre 2024 la società di cremazione So.Crem. Genova ETS ha ospitato nel Pantheon del Cimitero di Staglieno il convegno “Il Rumore del Lutto“, per dibattere le tematiche del fine vita sotto diversi punti di vista e approcci.

Un lungo tunnel verso la luce…

Tra i relatori c’era Fabio Truc, fisico teorico valdostano, docente universitario e ricercatore con attività a Parigi, in Piemonte, al CERN di Ginevra, che ha parlato sulle “esperienze di pre-morte”.

Per questi fenomeni c’è ovviamente un bell’acronimo inglese: “NDE, Near Death Experience”. Sono le esperienze di coloro che per un periodo transitorio si trovano privi di funzioni vitali. Gli si ferma il cuore, vanno in coma, cose così, e poi si “risvegliano” e riprendono a vivere, il cuore riparte, ridiventano coscienti. Quindi non muoiono davvero, si avvicinano alla morte senza raggiungerla.

Truc diceva che il 20% di chi torna cosciente dopo aver perso le funzioni vitali racconta di avere avuto esperienze NDE. Che risultano essere grosso modo le stesse per chiunque nel mondo, senza distinzioni di età, sesso, razza, fede (o non-fede) religiosa, cultura, nazione, epoca storica eccetera. Ogni essere umano che vive queste esperienze le vive allo stesso modo. Qualunque cosa esse siano, sembra che dipendano solo dal nostro essere “esseri umani”, ogni dettaglio ulteriore è ininfluente.

In queste esperienze i “pre-morti” hanno la sensazione di uscire dal proprio corpo e vedersi da fuori, dall’alto, magari con i medici che si danno da fare intorno al loro corpo inanimato e loro, da fuori, sentono cosa dicono e vedono cosa fanno. Poi entrano in un tunnel, che a molti procura tristezza e angoscia, ma al fondo di esso percepiscono una luce che generalmente dona un senso di pace, serenità, felicità; lo percorrono e all’uscita incontrano personaggi già noti in vita (magari i parenti defunti) o entità spirituali come fossero arrivati “in paradiso” ma poi sono rimandati indietro fino a ritrovarsi nell’Aldiquà e risvegliarsi tra i parenti, gli amici e i medici che si rallegrano.

Le neuroscienze studiano il funzionamento del cervello e i legami tra pensiero, coscienza e biologia del cervello. Si indaga come l’hardware interagisce col software e viceversa. E in questo approccio biofisico-biochimico alle attività “spirituali” del cervello le NDE suscitano interesse (cfr. l’articolo “Oltre il velo” di Rachel Nuwer, in Le Scienze n°672, agosto 2024), anche senza pensare a concetti come anima e vita eterna, che sono di competenza della metafisica e non della scienza.

Truc ha poi aggiunto un paio di dettagli letterari-artistici interessanti: nel Cinquecento il pittore olandese Hieronymus Bosch dipinse le “Quattro visioni dell’Aldilà”: nella “Ascesa all’Empireo” le anime beate percorrono un lungo tunnel circolare al fondo del quale c’è la luce abbagliante del Paradiso e un personaggio che le attende. Verrebbe da pensare, diceva Truc, che Bosch abbia dipinto una esperienza NDE vissuta da lui o da qualche persona a lui vicina. Ha dipinto con cognizione di causa, insomma.

Ancora prima… L’Epopea di Gilgamesh, i cui più antichi testi, in lingua sumera, datano intorno ai 4000 anni fa, è una storia epica sulla vita, la morte, l’amicizia, i limiti della condizione umana, la ricerca della saggezza. Gilgamesh, re di Uruk, è il primo eroe tragico della letteratura mondiale, forse un millennio e mezzo precedente agli eroi omerici. Compie diverse imprese e poi si imbarca per andare alla ricerca dell’immortalità. Raggiunge la terra di Dilmun alla bocca dei fiumi (il Paradiso) per incontrare Utnapishtim il Lontano, colui che aveva costruito l’arca e salvato la famiglia e gli animali dal Diluvio universale (dal mito di Utnapishtim deriva il racconto biblico di Noè) e aveva ricevuto in dono dagli dei l’immortalità. Utnapishtim però rimanda indietro Gilgamesh dicendogli che “nulla permane” e l’immortalità non è per l’umanità, così l’eroe torna alla sua città di Uruk dove, giunto il suo tempo, muore.

Ecco, avvicinandosi alla dimora di Utnapishtim, Gilgamesh attraversa una montagna dove cammina per dodici leghe nella più assoluta oscurità e alla fine del percorso “irruppe la luce del sole. Ivi era il giardino degli dei” (così nella edizione Adelphi che ho a casa). Il professor Truc ritiene che quel cammino di Gilgamesh nel buio dei monti per poi uscire nella luce del giardino degli dei sia la descrizione di una NDE….

Ascesa all’Empireo (particolare), Hieronymus Bosch
Foto Pinterest

Gianni dall’Aglio

Spoglie: riti e funzioni nella storia

Cremazione, un lento cammino di avvicinamento

Se la chiesa ortodossa continua tuttora a vietare la cremazione, la posizione delle chiese protestanti è molto più aperta; la Chiesa anglicana e le Chiese protestanti del Nord Europa la accettano anche se non è ancora diventata la norma presso la popolazione.

La Chiesa cattolica nel 1917, attraverso il Codice di diritto canonico, promulgato durante il pontificato di San Pio X, dichiarava che “i corpi dei fedeli defunti devono essere sepolti, essendo disapprovata la loro cremazione. Se qualcuno ha disposto in qualsiasi modo che il proprio corpo venga cremato, è illecito eseguire tale volontà; e se essa è inserita in un contratto, un testamento o un qualsivoglia atto, essa deve essere considerata come non scritta”. “Siano privati di sepoltura ecclesiastica, a meno che prima della loro morte non abbiano dato segno di penitenza… coloro che abbiano disposto che il proprio corpo venga cremato”.

Nel 1908 la Catholic Encyclopedia, pubblicata negli Stati Uniti, definiva il crescente interesse verso la cremazione un “movimento sinistro”  associato alla Massoneria, sebbene dicesse anche che “nella pratica della cremazione non c’è niente che si opponga a nessun dogma della Chiesa”.

Nel 1926 l’istruzione Cadaverum cremationis recitava: “In questo costume barbaro, che ripugna non solo alla pietà cristiana, ma anche alla pietà naturale verso i corpi dei defunti e che la Chiesa, fin dalle origini, ha costantemente proscritto, ve ne sono molti, anche tra i cattolici, che non esitano a vedere i vantaggi più lodevoli dovuti ai cosiddetti progressi moderni ed alla pubblica igiene. Così, la Sacra Congregazione del Sant’Uffizio esorta nel modo più vivo i pastori del gregge cristiano a mostrare ai fedeli, di cui hanno la cura, che in fondo i nemici del cristianesimo vantano e propagano la cremazione dei cadaveri solo allo scopo di distogliere poco per volta le menti dalla meditazione della morte, di togliere loro la speranza della resurrezione dei morti e di aprire in tal modo la via al materialismo. Di conseguenza, benché la cremazione dei corpi non sia in sé un male in assoluto e in certe congiunture straordinarie, per delle ragioni gravi e ben accertate di ordine pubblico, essa possa essere autorizzata, ed infatti lo sia, non per questo è meno evidente che la sua pratica usuale e in qualche modo sistematica, così come la propaganda in suo favore, costituiscono atti empi, scandalosi e perciò gravemente illeciti; è quindi a buon diritto che i Sommi Pontefici, a più riprese, e ultimamente ancora nel Codice di diritto canonico pubblicato recentemente, l’avevano disapprovata e continuano a disapprovarla”.

Chiese cristiane e cremazione

Le cose iniziano a cambiare nel 1963… A seguito del Concilio Vaticano II sotto Papa Paolo VI, l’istruzione Piam et constantem della Suprema Congregazione del Sant’Uffizio ribadì l’invito ai vescovi di predicare l’inumazione, pratica tradizionale della Chiesa, ma nel contempo dispose che possano avere la sepoltura ecclesiastica anche i fedeli che hanno scelto la cremazione, a condizione che la loro scelta non derivi dalla negazione dei dogmi cristiani, da appartenenze a sette, dall’odio verso la religione cattolica o verso la Chiesa; ai preti fu quindi permesso officiare alle cerimonie funebri di cremazione. Ma a condizione che le ceneri vengano sepolte o interrate, non disperse.

Il personaggio
– Quanto manca alla vetta?
-Tu sali e non pensarci”
Nietzsche


La Società Genovese di Cremazione (So.Crem)

Fondata il 14 aprile 1897 e riconosciuta come Ente Morale nel 1902, rappresenta una realtà consolidata nel panorama del Terzo Settore italiano.

La Società Genovese di Cremazione ha attraversato più di un secolo di evoluzione, affrontando sfide sociali e culturali mentre si affermava come un ente fondamentale nella vita della comunità genovese.

So.Crem invita chiunque a sostenere i suoi ideali di civiltà e progresso, offrendo la possibilità di partecipare a iniziative culturali e di esprimere la propria volontà di cremazione attraverso l’iscrizione all’associazione. Con sede e direzione in Via Lanfranconi, 1/4 Sc. A, Genova, So.Crem continua a essere un punto di riferimento per chi cerca un approccio rispettoso e consapevole alla cremazione e al fine vita.


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