Grande conoscitore della scena musicale, Davide Pansolin crea prima della fine del millennio la fanzine Vincebus Eruptum, con la quale diffonderà il verbo heavy psych nel paese. Per dieci anni, con la label omonima,pubblica interessanti lavori e collabora con varie testate del settore fino all’attuale Gimme Danger di Claudio Sorge.
Nel 2022 pubblica la prima biografia autorizzata dai fratelli Conner sugli Screaming Trees, mentre oggi esce con questo viaggio sonoro dal deserto della California, dove tutto è partito, analizzando la scena a livello mondiale.
Kiss the sun
“Kiss the Sun” è il tuo nuovo libro incentrato sulla scena heavy psych, però bisogna partire da molto più lontano… con Vincebus Eruptum, la tua fanzine, che sarebbe dovuta uscire nelle edicole. Cosa è successo?
La fanzine nasce da un’idea di Beppe Badino, mia e di Sergio Pagnacco, in italiano, con l’obbiettivo di uscire in edicola. Volevamo fare un magazine più di nicchia e specializzato rispetto a Rumore, Rockerilla e le altre testate. Poco dopo però, ci siamo accorti che il mercato era orientato fuori dall’Italia, le pubblicità che ci permettevano di vivere, erano tutte dall’estero.
Capimmo, quindi, che non potevamo puntare ad un mercato italiano ma globale e decidemmo di uscire in inglese, giocandoci la possibilità di essere presenti nelle edicole come volevamo.
Eri in contatto con Frank Kozik della Man’s Ruin, che avrebbe dovuto realizzare la cover del numero zero, ma ciò non si è mai concretizzato.
Avevo contattato Kozik via e-mail, perché all’epoca facevo un’altra fanza in italiano, Snort, dove seguivo la scena heavy psych.
Nel ’97 in un numero ho inserito un piccolo opuscolo di due fogli A4, intitolato “Welcome to the stoner valley”, avvertendo Kozik che stavo seguendo quella scena che promuoveva con la sua label. Iniziò a mandarmi materiale promozionale, cd e posters, quindi gli chiesi se fosse intenzionato a farci la copertina del numero zero e ne fu entusiasta!
Mi ha mandato qualche bozza, poi ha avuto dei problemi di salute e siccome non rispettava i tempi di uscita, abbiamo dovuto rinunciare.
Affidandovi così ai ragazzi della Malleus, con cui eri in contatto per via della loro band.
L’unico lavoro grafico che avevo visto, era la cover del demo promo degli Ufomammut che mi avevano mandato, ma fino a quel momento, non li conosceva nessuno. La bellissima copertina del numero zero, ha dato il via ad una bella amicizia e una lunga collaborazione.
Nel 2002, purtroppo hai interrotto le uscite della fanzine.
Sì, lavoravo a Milano, ero stanco, non mi andava più di fare recensioni ma soprattutto non mi piaceva molto il fatto che la Beard of Stars, avesse preso il sopravvento sulla direzione artistica. Facevano pubblicità sulla fanzine e puntavano a fare intervistare i loro gruppi, questo non mi piaceva.
Poi, nel 2013, con la tua etichetta hai iniziato a produrre ottimi lavori quali Vibravoid, Sendelica, Twink.
Nel 2009 in occasione del decimo anniversario della fanzine, ho organizzato un festival ad Alassio e supportato dagli amici, ho deciso di riprendere Vincebus, anche perché all’estero la scena era davvero entusiasmante, c’era molta attenzione.
Ricevevo dei tapes interessanti e così decisi di fondare l’etichetta. I primi lavori sono stati i Sendelica e i Lords of Bastard, successivamente Linus Pauling Quartet, Twink che ancora oggi me lo richiedono, Gary Lee Conner…
A proposito di Gary Lee, sei stato il primo a scrivere una biografia sugli Screaming Trees, da molti considerati i precursori del grunge.
Sì, avevo creato questa amicizia epistolare con Gary e ogni volta che ci scrivevamo mi inondava di notizie ed aneddoti della band.
Allora gli chiesi se qualcuno avesse mai scritto un libro su di loro, e la sua risposta fu “Non frega nulla a nessuno di noi” allora decisi, quasi per gioco, di scriverlo io. È stato complicato perché io non so scrivere, quindi ci ho impiegato quasi tre anni, consegnandolo alla Tsunami a dicembre 2021.
Quindi, pochi mesi prima della dipartita di Mark Lanegan. La casa editrice, in concomitanza con questo evento nefasto, decise di anticiparne l’uscita.
Fortunatamente i miei amici sapevano che avevo consegnato il lavoro e stavo aspettando la pubblicazione, altrimenti sembrava fatto appositamente.
Arriviamo, quindi, alla pubblicazione di “Kiss the Sun”, esce sempre su Tsunami con cover di Malleus.
Come si articola il libro?
Con questo lavoro, volevo chiudere il cerchio. Vincebus chiude definitivamente nel 2022, volevo terminare con un numero speciale, però, purtroppo, oggi le fanzines non vanno neppure regalandole.
Durante un festival una ragazza mi chiese perché non scrivessi un libro sui Kyuss, visto che non c’era ancora.
Lentamente l’idea prese corpo e buttai giu’ qualcosa, ma capii che non aveva molto senso, mentre poteva averlo parlare della scena.
Quindi il libro è un viaggio attraverso i luoghi dove si sviluppo’ la scena stoner.
All’epoca nessuno lo chiamava stoner! “Kiss the Sun” è il viaggio di un fantomatico investigatore che parte dal deserto della California, dove è nato tutto, e si sviluppa negli Stati Uniti, proseguendo in Texas con la scena di Houston, New Jersey, etc.
A questo punto, l’indagine si sposta in Europa dove si analizzeranno principalmente le scene di Germania, Olanda, Italia ed UK, ovvero dove la scena heavy psych si radico’ particolarmente. Poi la storia va scemando, e passo in analisi altri paesi come Australia, Giappone ed Argentina per un totale di duecentocinquanta bands.
Durante questo “viaggio”, hai scoperto qualche gruppo a te sconosciuto?
Purtroppo no! Durante gli anni di Vincebus, mi arrivava veramente di tutto. Mi piace però citare bands poco conosciute ma di livello superiore, come gli olandesi 7 Zuma 7 oppure i 35007, gli svedesi Graveyard, in UK la scena della Delerium records etc.
Durante gli anni ’80 nella scena HC italiana, spiccavano gruppi come Indigesti, Negazione, CCM che hanno detto la loro a livello mondiale.
Nella scena heavy psych, c’è qualcuno che ha lasciato una impronta indelebile nella scena?
Sicuramente i That’s all folks! Con “Soma” del duemila su Beard of Stars, che adesso vorrebbero ristampare perché è un disco seminale. Gli Hogwash perché insieme ai Vortice Cremisi, fecero un grande 7, una sorta di “desert session” italiana, poi gli Ufomammut che escono su Neurot, la label dei Neurosis anche se adesso si sono spostati su sonorità molto più pesanti, direi quasi metalliche.
Guardando avanti… ci sarà un nuovo libro? Che temi tratterà?
Un nuovo libro ci sarà! Ci sto già lavorando in collaborazione con due amici, Gino Tozzini e Paolo Baldo, che sono due penne storiche di Rockerilla. Mi stanno aiutando perché scriverò la storia del magazine, dalle origini con Radio Cairo, fino al 1999.
Anche per questo lavoro, ci sarà una storia romanzata con tantissimi aneddoti da parte di tutti i collaboratori di Rockerilla. Probabilmente sara’ un’autoproduzione.
Rockerilla è stato, indubbiamente, il magazine musicale di riferimento per quasi tutti.
Dalla fine degli anni ’70 all’inizio del nuovo millennio, è stata l’unica vera influencer, parlando anche di scene come quella metal, con la rubrica Italian Metal Massacre, quindi credo che verrà fuori un libro davvero interessante.