Bardo Pond “Bufo alvarius, amen 29:15” Drunken Fish 1995
Da sempre esistono microcosmi essenziali, buchi neri infiniti e galassie multiformi, che consentono di alimentare quell’insaziabile necessità di spaziare tra alternative anonime, di bellezza ed interesse.
Psycho-noise
Rientrano, a pieno titolo, nelle categorie descritte i Bardo Pond, ensemble statunitense che, con i loro quattordici album, hanno dato un contributo fondamentale alla scena psycho-noise più evoluta e sperimentale.
Apprezzati da Lou Reed, Laurie Anderson e Thurston Moore, la band capitanata dai fratelli Gibbons ha negli anni determinato un percorso sonoro assolutamente innovativo e sperimentale, attingendo a piene mani al krautrock mistico dei Popol Vuh, proseguendo con i più recenti My Bloody Valentine, Hair & Skin Trading Co. e Sonic Youth, fino agli Spacemen 3 di “Perfect Prescription”.
Le sonorità lisergiche che scaturiscono da questi solchi, prendono l’ascoltatore per mano, accompagnadolo in un viaggio cosmico lastricato di incognite che neppure la band conosce, tanto che durante le esibizioni dal vivo, i brani vengono sovente modificati o addirittura si fondono con altri titoli, andando a creare inaspettati, quanto eccellenti, risultati.
Adhesive
L’astronave decolla e “Adhesive”, la prima traccia, crea un itinerario perfetto dal quale, inizialmente a stento, potremo capire che quei suoni dilatati sono la colonna sonora di questa esperienza unica, salvo poi lasciarsi “cullare” in una sorta di mantra catartico ipnotico.
La voce ed il flauto di Isobel Sollenbergen, occasionalmente ci destano da questo stato catatonico, prima di trascinarci definitivamente nel vortice senza fondo della title track “Amen 29.15” che è la rappresentazione stilistica di questo lavoro: quasi mezz’ora di stordimento totale, alienazione completa, unica e stupefacente, mentre i suoni liquefatti si amalgamano andando a riempire esattamente ogni spazio della nostra anima.
A quasi trent’anni da questo esordio, le nebbie lisergiche dei Bardo Pond ci avvolgono ed ammaliamo come al primo ascolto e, nonostante la mente ancora non sia in grado di razionalizzare l’esperienza vissuta, non può fare a meno di trarne linfa fresca e vitale.