La parola alla gip Faggioni dopo il parere positivo della Procura sulla revoca dei domiciliari a Toti, mentre Spinelli potrebbe ricevere un nuovo no. Intanto il dem Ermini lascia la direzione del PD dopo aver accettato l’incarico di presidente della holding Spininvest, della famiglia dell’armatore. La Regione ha comunicato la data per le elezioni amministrative.
Potrà lasciare i domiciliari l’ex governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti: la Procura di Genova ha dato parere positivo alla revoca della misura cautelare. A questo punto il giudice per l’udienza preliminare Paola Faggioni dovrà valutare entro la fine della settimana: gli inquirenti hanno infatti convenuto che dopo le dimissioni, arrivate dal presidente la settimana scorsa, non ci sono più le condizioni per reiterare il reato di cui è accusato. Dello stesso parere anche il Riesame, secondo cui non essendo più in carica Toti non avrà più accesso alle prove e, di conseguenza, non sussiste più il rischio di inquinamento.
La notizia arriva lo stesso giorno in cui la Regione conferma che l’appuntamento con le urne per scegliere il prossimo presidente e formare la nuova giunta sarà domenica 27 e lunedì 28 ottobre.
Ancora in attesa Spinelli per il parere della Procura, non si sa ancora se potrà lasciare i domiciliari
Mantiene invece il massimo riserbo la Procura per l’imprenditore Aldo Spinelli, ma in questo caso il parere potrebbe essere negativo. A pesare sulla sua posizione, in particolare, sono le parole del Riesame: «È palese l’esistenza, a carico di Spinelli, di un metodo da sempre adottato dall’indagato nel perseguimento degli interessi economici-imprenditoriali delle aziende che formano il “gruppo“ da lui formato». L’imprenditore, secondo il Riesame, «ha poi espressamente sostenuto di avere da sempre, nella cura dei propri interessi imprenditoriali, contattato gli esponenti politici di turno in relazione ad attività amministrative che rivestivano un particolare interesse per le aziende del suo gruppo imprenditoriale».
Ermini, pressato per lasciare la Spinivest, rinuncia invece alla direzione del PD
E intorno agli Spinelli e alla loro holding monta l’ultima polemica politica in casa PD. Il Partito democratico sta chiedendo al suo dirigente, David Ermini, di lasciare l’incarico di presidente di Spininvest. «Ho accettato l’incarico di presidente del Cda di Spininvest perché mi è stato proposto di prestare la mia opera professionale per accompagnare un nuovo percorso in grado di garantire continuità al gruppo industriale, nel segno della trasparenza e della legalità e anche a tutela e garanzia delle centinaia di lavoratori e del loro posto di lavoro. Se non fosse stato così non credo che la proposta sarebbe stata rivolta a me», ha dichiarato ieri.
Ermini in passato ha ricoperto anche la carica di vicepresidente del Csm, oltre che aver svolto il ruolo di commissario del Pd in Liguria e tutt’oggi membro della segreteria nazionale del partito. «Le vicende processuali non entrano in alcun modo nella mia scelta», ribadisce facendo eco alle parole dell’avvocato di Aldo Spinelli, Sandro Vaccaro. «I processi faranno il loro corso e sono noti l’equilibrio e la competenza dei magistrati genovesi a cui va il mio profondo rispetto. Non c’entrano nemmeno vicende politiche».
Una posizione che ha creato non poco imbarazzo nel PD, visto che il tema ha tenuto banco sia in consiglio regionale che in Comune a Genova. Poco fa l’Ansa ha comunicato che Ermini ha deciso di lasciare la direzione nazionale del PD, dicendosi amareggiato delle strumentalizzazioni sul suo incarico. «Non avrei mai pensato che assumere un incarico professionale potesse suscitare imbarazzi, che risentono evidentemente della situazione e del clima a Genova e in Liguria. Per questo, poiché non voglio creare alcuna difficoltà al Pd ho riferito al Presidente Bonaccini che lascerò la Direzione Nazionale».
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