Uccisa nella notte l’orsa KJ1: LAV denuncia Fugatti
Addio a KJ1, la femmina di orsa più anziana del Trentino, uccisa questa notte, presenti i tre cuccioli.
Il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti ha revocato le due precedenti ordinanze sospese dal Tar.
Ed ha firmato nella notte un decreto di abbattimento per la rimozione immediata dell’orsa, responsabile dell’aggressione a un turista francese.
Plantigrada di 22 anni, KJ1 era ritenuta un esemplare pericoloso per le sue frequenti interazioni con l’essere umano.
Sette gli episodi di incontro con l’uomo dal 2017 ad oggi e per i quali l’Ispra si è così espressa: “Gli episodi pongono l’orsa Kj1 ai più alti livelli di pericolosità, per la sua storia, come anche chiarito dal Rapporto Ispra-Muse (2021) che ritiene ‘ad alto rischio’ individui con un passato simile. Per gli orsi ritenuti ‘ad alto rischio’ il rapporto Ispra-Muse (2021) suggerisce l’immediata rimozione”.
Brambilla e LAV contro il presidente della provincia di Trento
Istantanee le reazioni, a partire da quelle di Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la Tutela dell’Ambiente.
“Vergogna! Fugatti ha mandato i suoi sicari ad uccidere mamma orsa! Poco fa, di notte, ha firmato il decreto di abbattimento di KJ1…Quando il Tribunale amministrativo non può intervenire. Vergogna, vattene!”.
E’ subito arrivata anche la dichiarazione di LAV Lega anti vivisezione onlus (Lav) che annuncia l’intenzione di denunciare il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, per “uccisione non necessitata”.
Il dibattito, a livello nazionale, è sempre più acceso. Questa vicenda si inserisce in un contesto politico e sociale complesso, dove le decisioni del presidente della provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, riflettono un equilibrio delicato tra esigenze locali e pressioni nazionali.
Maurizio Fugatti, della Lega e alla guida di una coalizione di destra, l’anno scorso ha ottenuto un largo consenso arrivando al 51,8%.
Rappresenta una figura politica che gode di un significativo supporto nella regione.
La sua amministrazione ha preso una posizione ferma riguardo alla gestione della fauna selvatica, in particolare degli orsi, un tema che è diventato centrale nel suo mandato.
Le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin
“L’ho già detto al presidente Fugatti: la soppressione dei singoli orsi non è la soluzione del problema”.
Lo afferma in una nota il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, che prosegue: “Comprendo lo stato d’animo degli amministratori e della popolazione ma oggi viviamo gli effetti di un errore del passato, dovuto a un’incauta scelta di sfruttamento turistico dell’immagine dell’orso in Trentino compiuta 25 anni fa.
Certamente una via da percorrere è la sterilizzazione e ci stiamo lavorando con Ispra.
Ma questa misura, se non accompagnata da corretta informazione ai cittadini e da nuove azioni, rischia di essere insufficiente.
Così conclude il ministro: “Sicuramente come ministro dell’Ambiente ribadisco con forza che la soppressione non può rappresentare la prima e unica soluzione da mettere in atto”.
Fugatti nemico degli orsi o garante della sicurezza?
Il presidente Fugatti ha spesso sottolineato la necessità di garantire la sicurezza dei residenti e dei turisti, argomentando che la presenza di orsi problematici possa rappresentare un rischio inaccettabile.
Le sue scelte, compresa l’autorizzazione all’abbattimento dell’orsa KJ1, possono essere interpretate come atti politici mirati a mantenere il consenso tra i suoi elettori.
La gestione della fauna selvatica, in particolare degli orsi, è una questione delicata che coinvolge considerazioni ambientali, economiche e sociali.
In una regione dove la convivenza tra uomini e animali selvatici è una realtà quotidiana, le preoccupazioni per la sicurezza pubblica possono pesare più delle preoccupazioni per la conservazione della fauna.
In un contesto democratico, i leader eletti devono spesso bilanciare le aspettative dei loro elettori con le pressioni esterne.

Fugatti tra animalisti inferociti e cittadini soddisfatti
Nel caso di Fugatti, le critiche provenienti da associazioni animaliste e ambientaliste a livello nazionale si scontrano con una base elettorale che, evidentemente, condivide o almeno comprende la sua posizione sulla gestione della fauna selvatica.
È importante affrontare queste questioni con sensibilità, specialmente considerando l’impatto emotivo e morale che queste decisioni possono avere su varie comunità.
Gli animalisti vedono negli orsi non solo una specie da proteggere, ma simboli della biodiversità e della natura selvaggia. Per molti, l’uccisione di un animale rappresenta una perdita dolorosa e inaccettabile.
Senza dubbio discutibili, poi, i modi. La totale assenza di confronto, di dialogo costruttivo e di modalità trasparenti gettano a livello nazionale un’ombra piuttosto sinistra sull’operato di Fugatti.
Se uccidere un’orsa può essere un atto di potere
Le sue decisioni evidenziano una tensione intrinseca nella governance ambientale: la necessità di garantire sicurezza e benessere umano può entrare in conflitto con gli sforzi di conservazione della fauna.
L’uccisione di KJ1 solleva importanti interrogativi su come bilanciare gli interessi locali con le considerazioni etiche e ambientali più ampie.
In un periodo di crescente consapevolezza ecologica, il dialogo aperto e rispettoso tra tutte le parti interessate è essenziale per trovare soluzioni che siano accettabili per tutti e che rispettino sia la sicurezza umana sia la vita animale.
Questa è la strada da intraprendere, mentre per il momento, oltre che un atto politico, pare che per il presidente Fugatti sparare ad un’orsa sia anche una dimostrazione di potere.
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