Doula accompagnatori fine vita

120 anni/n. 6 – So.Crem, l’importanza del Doula

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La Doula del fine vita: una nuova figura di sostegno

SPECIALE 120 ANNI DI SO.CREM NUMERO 6

La figura della “Doula del fine vita” è una novità nel panorama assistenziale, nata per rispondere all’eccessiva medicalizzazione della morte nelle società industrializzate. Originariamente nata per il supporto alle madri nel parto, la Doula si è evoluta per offrire conforto e sostegno ai morenti e alle loro famiglie.

Contesto Storico e Socio-Culturale

Tradizionalmente, la morte avveniva all’interno della cerchia familiare, circondata dagli affetti. Tuttavia, l’industrializzazione e l’urbanizzazione hanno spostato questo evento in contesti sempre più medicalizzati. Questo ha creato una distanza tra il morente e i suoi cari, aumentando l’angoscia e il senso di abbandono. La Doula del fine vita mira a colmare questo vuoto, restituendo umanità e significato agli ultimi momenti di vita.

Ruolo della Doula del Fine Vita

La Doula del fine vita offre un supporto multidisciplinare che integra l’assistenza sanitaria con il sostegno emotivo. I suoi compiti includono:

  • Sostegno Emotivo: Fornire vicinanza, ascolto e dialogo per alleviare l’angoscia del morente e dei suoi cari.
  • Interventi Pratici: Assistere nella gestione quotidiana e organizzare attività ricreative o artistiche per dare un senso di normalità e conforto.
  • Mediazione Culturale: Promuovere una cultura della morte più consapevole, affrontando temi spesso trascurati dai servizi sanitari e sociali.

Sfide e Prospettive

Attualmente, la figura della Doula del fine vita non ha un riconoscimento istituzionale in Italia, ma rappresenta un importante progresso culturale. La regolamentazione di questa figura potrebbe arricchire l’assistenza ai morenti, integrando approcci etici e relazionali con la competenza tecnica.

La Doula del fine vita è una figura professionale emergente che risponde ai bisogni emotivi e sociali dei morenti e delle loro famiglie, offrendo un sostegno olistico e personalizzato. La sua presenza rappresenta un movimento culturale verso un’assistenza più umana e meno medicalizzata, valorizzando la dignità e la qualità degli ultimi momenti di vita.

Formazione e Regolamentazione

Per supportare la formazione di questa figura, la So.Crem di Genova organizza un corso biennale di formazione per accompagnatori del fine vita. Questo corso mira a preparare le Doula ad affrontare le sfide del fine vita con professionalità e umanità. Il programma del corso è consultabile sul sito della So.Crem (www.socrem-genova.org).

Ulteriori Informazioni

Il corso biennale di formazione per accompagnatori del fine vita, organizzato dalla So.Crem di Genova, si concentra sulla preparazione delle “Doula del fine vita”. Il programma include formazione su aspetti emotivi e pratici del supporto ai morenti e alle loro famiglie. Il corso copre temi come la gestione del dolore, l’assistenza personalizzata e le pratiche culturali per valorizzare la dignità nel fine vita.

Per maggiori dettagli e per consultare il programma completo, visita il sito della So.Crem: www.socrem-genova.org.

A cura della Redazione

I Giovedì Letterari del Centro Studi Edoardo Vitale

Un Incontro Settimanale con la Cultura

Ogni giovedì, presso il Centro Studi Edoardo Vitale di Genova, si tiene un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti della letteratura: “I Giovedì Letterari”. Promossa dalla So.Crem di Genova, questa iniziativa rappresenta un’importante occasione di crescita culturale, offrendo uno spazio di riflessione e discussione su vari temi legati alla letteratura e alle arti.

Una Variegata Programmazione

Gli incontri settimanali vedono la partecipazione di autori, critici letterari e appassionati di letteratura che si alternano in letture, dibattiti e presentazioni di libri. Gli argomenti trattati spaziano dalla letteratura contemporanea alla poesia, includendo saggi e opere di narrativa storica. Ogni incontro è un’opportunità per approfondire la conoscenza di testi significativi e per dialogare con gli autori sulle loro opere e sul loro processo creativo.

Per chi desidera approfondire la propria passione per la letteratura e le arti, “I Giovedì Letterari” del Centro Studi Edoardo Vitale rappresentano un appuntamento imperdibile. Maggiori dettagli sugli incontri e sulla programmazione sono disponibili sul sito ufficiale della So.Crem di Genova: I Giovedì Letterari

Spoglie: riti e funzioni nella storia
Non-cremazione: ebraismo

Delle tre religioni monoteistiche abramitiche il cristianesimo è l’unica che in tempi e modi diversi ha dimostrato una certa, se pur blanda, “disponibilità” verso la cremazione. Ebraismo e islam non la praticano, anzi la proibiscono. 

La legge ebraica (Halakhah) vieta la cremazione, la sepoltura è considerata la misura finale di espiazione per la persona defunta. Si considera che seppellire è un modo di onorare mentre si brucia per distruggere. Ancora maggiore è diventata l’avversione alla cremazione in tempi recenti, dopo la Shoah.

Peraltro esistono posizioni discordanti, benché minoritarie, sull’argomento cremazione all’interno dell’ebraismo, ad esempio fu favorevole alla cremazione Vittorio Castiglioni che fu il Rabbino Capo di Roma dal 1904 al 1911. Un crematorio al servizio degli israeliani non praticanti venne messo in funzione segretamente in Israele nel 2005 ma il segreto non fu veramente tale, sicché soltanto due anni dopo venne messo definitivamente fuori servizio da alcuni ultraortodossi. 

Solo per curiosità si può menzionare un passo biblico (Primo Libro di Samuele, cap.31, vv.12,13) in cui si dice che la salma del re Saul venne bruciata e i suoi resti furono sepolti; l’azione fu compiuta dagli abitanti di una città (Iabes di Galaad) come atto di riconoscenza verso il re che li aveva salvati da un atto di guerra dei Filistei ma è l’unica occasione nella Bibbia in cui si parla di cremazione.

Il personaggio
“Tutti i momenti possiamo morire ma, in ogni caso, non prima di domani.”
Camillo Sbarbaro

La Società Genovese di Cremazione (So.Crem)

La costruzione del Tempio Crematorio (Parte 2): con un po’ a fatica, finalmente si parte

Non è necessario raccontare tutti i dettagli del lungo cammino che porta dai disegni progettuali del tempio all’edificio eretto, funzionale e funzionante. Ricordiamo solo che anche allora esistevano i “comitati del no”: la Società di Cremazione ebbe il suo formato da alcuni abitanti di Staglieno contrati alla costruzione del tempio, che secondo i cremazionisti erano stati istigati dal Comune. Comunque, dopo interruzioni delle pratiche e cavilli vari, si giunse, domenica 29 maggio 1904, alla posa della prima pietra ad opera dell’impresa di Luigi Meglioli.

L’evento era stato anticipato da una conferenza ben raccontata dal giovane quotidiano socialista Il Lavoro nell’articolo “L’inaugurazione del Tempio crematorio al Teatro Verdi”, 30 maggio 1904: “Sul palcoscenico del teatro Verdi campeggia sopra artistico piedistallo la nobile severa figura dell’illustre e compianto viaggiatore De Albertis. Un trofeo di frecce, regalo o preda di guerra dei selvaggi abitatori delle regioni che il nostro concittadino esplorò, due bandiere italiane, stinte e vecchie, vero onor di capitano, artisticamente adornano il palcoscenico.

A sinistra del palcoscenico sta una carta di Sezione di Forno Crematorio, tipo P.Gorini e più sotto due modelli di urne funerarie. Il pubblico è abbastanza numeroso e distinto; notiamo la tipica figura del figlio di Nino Bixio. Alle ore 12.30 prende posto al banco della presidenza il dott. Dinegro, il popolare presidente della società per la Cremazione dei Cadaveri… Varie Società con bandiere prendono posto in bell’ordine sul palcoscenico”.

Alla conferenza parteciparono numerosi enti, società operaie e associazioni, a ulteriore dimostrazione dell’interesse che l’argomento cremazione suscitava in molti settori della società civile. Erano presenti una decina di Società di Cremazione di diverse città d’Italia e undici logge massoniche di Genova, Sampierdarena, Chiavari e Sanremo.

All’introduzione del presidente Dinegro seguì un’applaudita conferenza di Luigi Pagliani, un medico con interesse nella medicina sociale, professore di Igiene all’Università di Torino e Direttore  della Sanità Pubblica del Regno, nonché esponente di punta del movimento cremazionista torinese e principale estensore della “legge Crispi” sulla cremazione. La conferenza aveva il titolo “La cremazione dei cadaveri quale costumanza civile, economica, igienica, religiosa” e il testo viene stampato e diffuso ai giornali.

Al termine del convegno si forma il corteo diretto a Staglieno, un centinaio di persone con le bandiere delle associazioni e la banda che alterna l’inno di Garibaldi con allegre marce popolari. Un corteo chiassoso e insolito, un evento straordinario per l’epoca, che appare come una manifestazione promozionale di forte impatto, che risale Via Roma e Via Assarotti e scende da Piazza Manin verso Staglieno.

“A livella”

La poesia “A Livella” di Totò, che celebra l’uguaglianza di tutti davanti alla morte, è al cuore della missione di So.Crem. Questo approccio riflette la profonda convinzione nell’importanza dell’umanità e dell’eguaglianza nell’ultimo viaggio della vita, assicurando che ogni persona riceva cure e rispetto.

Attilio Mangini

Sta seduto sullo spigolo di una lastra in marmo verde, paziente e sereno. In mano stringe un mazzolino di fiori: è un pensiero per Laura, la figlia del dottor Nino Righi, defunta nel 1969 a soli venticinque anni, lasciando i genitori in un dolore incolmabile. Il papà, per moltissimi anni consigliere della SO.CREM, tutte le mattine le faceva visita nel Tempio Crematorio.

Ne ha voluto onorare la memoria con una piccola creatura celeste in terracotta posta al di sopra della tomba cineraria. L’angioletto nasce dalle mani di Attilio Mangini, pittore, grafico, illustratore e ceramista.

Nato a Genova il 25 giugno 1912, negli anni Trenta si iscrive all’Accademia Ligustica di Belle Arti. Dall’aprile 1944 partecipa alla Resistenza nelle file garibaldine sui monti del Genovesato. Nel 1946 sposa Alba Viola, la partigiana “Fulvia” che aveva fatto parte della brigata femminile Alice Noli; nel 1947 nasce Fiamma.

Il debutto nella carriera artistica avviene nel 1946 nella mostra di arte marinara a Palazzo San Giorgio; la sua prima personale ha luogo nel 1953 alla galleria Genova.

Pur lavorando in porto come operaio, produce molte opere cimentandosi in diverse tecniche pittoriche e plastiche. Non dimentica l’impegno politico che esplica in particolare nella CGIL, per la quale esegue, con segno espressionista, disegni e litografie aventi come soggetti dominanti i luoghi di lavoro e le manifestazioni operaie. Nel 1981 esegue l’illustrazione per la tessera dell’ANPI nazionale.

Dai lavori a sfondo sociale, tipici degli anni Cinquanta e Sessanta, passa gradualmente a raffigurare temi legati al centro storico genovese ed al mare ma anche ad un mondo fiabesco ed immaginario. Molto celebri sono le composizioni che descrivono le fiere nei paesi e, soprattutto, il mondo circense; l’artista, a tale proposito, aveva rapporti di amicizia con i Togni.

Nel 1950 espone alla XXV Biennale di Venezia, nel 1978 a Odessa in Ucraina: In città si ricordano la mostra antologica del 1992 a Villa Croce e quella del 2002 a Palazzo Ducale.

Nel 2000 figura fra i partecipanti dell’evento “Girotondo 2000. Gli artisti della CGIL e i bambini del Gaslini”, svoltosi all’aperto lungo i viali dell’ospedale pediatrico.

Mangini si spegne a Genova il 28 gennaio 2004. Le sue ceneri, assieme a quelle di Alba Viola (1916-2014), sono custodite nella tomba collocata nella Galleria Semicircolare al piano terreno del Tempio Crematorio. La tomba, in ardesia, ha la lastra frontale da lui incisa e raffigura una coppia con, sullo sfondo, un’immagine del porto.

Alla memoria dell’artista Genova ha dedicato alcune mostre: nel settembre 2016 al Castello D’Albertis e, fra dicembre 2016 e febbraio 2017, all’Accademia Ligustica ed ai Musei di Nervi.

SPECIALE 120 ANNI DI SO.CREM NUMERO 6

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