Sono giorni particolarmente delicati per il destino politico di Giovanni Toti, agli arresti domiciliari dal 7 maggio scorso con accuse di corruzione e voto di scambio. Negli ultimi giorni sono infatti emersi nuovi dettagli dell’indagine che ha coinvolto il governatore viareggino e la cupola imprenditoriale ligure e genovese.
Mercoledì 12 giugno, gli agenti della Guardia di Finanza agli ordini del generale Andrea Fiducia avrebbero infatti perquisito per diverse ore la sede di Regione Liguria, e in particolare gli uffici della segreteria generale. L’obiettivo del blitz sarebbero stati i documenti riguardanti i rimborsi spese dell’intero entourage del politico. Dai primi mesi del 2021 alla metà del 2023 sarebbero infatti stati emessi circa 30 ordini di pagamento riguardanti missioni e trasferte dei collaboratori più fedeli del presidente super-social.
Dopo aver acquisito la documentazione, gli inquirenti dovranno dunque verificare la congruità di tutte le spese, chiarendo la loro effettiva attinenza a incombenze istituzionali e identificando gli eventuali costi superflui. Stando alle ultime indiscrezioni, anche questo filone d’indagine sarebbe nato da alcune intercettazioni che avrebbero evidenziato, ancora una volta, l’instancabile ricerca di nuovi finanziamenti da parte del politico e del suo staff per le numerose liste civiche e i movimenti totiani.
Cosa succede adesso a Toti?
Nonostante le argomentazioni dell’istanza di liberazione o misura cautelare più lieve, la giudice dell’indagine preliminare Paola Faggioni ha rigettato oggi la richiesta di revoca della misura cautelare, confermando la propria posizione in un momento particolarmente delicato per l’intera indagine. La motivazione è semplice: nel caso in cui dovesse ritornare ad esercitare la propria carica, Giovanni Toti potrebbe concretamente reiterare il reato di cui è accusato, riuscendo facilmente a condizionare i testimoni (soprattutto all’interno della stessa Regione) e inquinare le prove.
In virtù di queste considerazioni l’accusa ha dunque preferito un approccio molto prudente, soprattutto dinnanzi ad un potenziale effettivo reato di queste dimensioni.