Svolta nel caso di Ilaria Salis che, in quanto eletta all’Europarlamento, è libera dalla detenzione domiciliare in Ungheria: l’Ansa ha comunicato che questa mattina la polizia di Budapest ha lasciato l’abitazione della neo eletta europarlamentare questa mattina, a seguito della richiesta di scarcerazione depositata dall’avvocato ungherese della donna, Gyorgy Magyar. La pratica è partita all’indomani delle votazioni europee, in cui l’insegnante monzese si è candidata con Alleanza Verdi-Sinistra.
Dopo 15 mesi di carcere e 22 giorni ai domiciliari, dunque, Ilaria Salis è di nuovo libera e potrà presto rientrare in Italia – probabilmente, comunica la famiglia, addirittura per il suo 40° compleanno, che ricorre questo 17 giugno.
La docente era in arresto dall’11 febbraio 2023, “Giorno dell’Onore” ungherese, a seguito di una manifestazione che ogni anno attira centinaia di neonazisti da tutta Europa per celebrare il battaglione che nel 1945 si oppose all’assedio della capitale. Salis ha preso parte a una contro-manifestazione che protestava contro i neonazisti e, secondo l’accusa, avrebbe partecipato all’aggressione ai danni di due cittadini ungheresi – sebbene uno di loro abbia dichiarato di non averla riconosciuta come una dei suoi assalitori. Inoltre, le due vittime hanno riportato lesioni di lieve entità e guaribili in pochi giorni.
Ilaria Salis, la vicenda con l’Ungheria non è ancora finita
Tuttavia, il governo di Orban ha già fatto sapere di essere pronto a chiedere la revoca dell’immunità. Il caso di Salis è diventato una questione internazionale per le condizioni disumane in cui la donna è stata trattenuta per oltre un anno, tra cui umiliazioni verbali, l’obbligo di indossare i tacchi alti e l’impossibilità ad accedere a materiali di igiene personale basilari, come assorbenti e sapone.
La Procura del Tribunale di Budapest ha chiesto 11 anni di carcere per l’assalto ai due neonazisti, ma Ilaria Salis ne rischia fino a 24 per la legge ungherese.
La candidatura di Salis, un successo di Alleanza Verdi-Sinistra
La decisione di candidare la docente da parte dell’Alleanza tra Verdi e Sinistra ha risposto a un certo imbarazzo istituzionale, garantendo anche il successo elettorale per la lista. In diverse occasioni la famiglia Salis ha chiesto l’intervento della Farnesina e del governo italiano nella vicenda, per garantire il rispetto dei diritti umani di Ilaria e cercare di riportarla a casa, richieste a cui sia Meloni che Tajani non hanno dato risposta per non entrare in conflitto con l’alleato Orban, nemmeno quando la donna è comparsa nell’aula di Tribunale incatenata a polsi e caviglie e tenuta alla catena da un agente di polizia.
Dopo qualche voce su una possibile candidatura con il Partito Democratico, il nome di Ilaria Salis è entrato invece ad aprile nelle compagini di Alleanza Verdi-Sinistra. Un successo su entrambi i fronti.
Se la docente ha rimediato la possibilità di lasciare i domiciliari grazie all’immunità parlamentare, infatti, la lista ha messo in cassaforte i voti di molti cittadini italiani indignati dalla vicenda.
Con 175mila preferenze, Salis ha contribuito a far sì che Alleanza Verdi-Sinistra riuscisse a superare il taglio del 4%, unico tra i candidati minori italiani, con il 6,8% dei voti.