Matteotti, martire di tutti per un giorno

Matteotti, martire di tutti per un giorno

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Tra virtuose carambole lessicali e opportune amnesie storico-politiche, giovedì 30 maggio si è celebrato Giacomo Matteotti, a Montecitorio, uomo, parlamentare, oppositore del regime, antifascista, uomo di sinistra, vittima dello squadrismo fascista, uomo delle Istituzioni, riformista, martire di tutti, soprattutto e per un giorno, celebrato unanimemente, anche dalla destra, da “ uomo libero”, come lo ha definito la Presidente Meloni.

Nell’ incantesimo generale e a reti pacificate, per lo spazio della commemorazione, strizzando l’occhio alla contingente campagna elettorale in corso, il vuoto di memoria sulla natura politica di Matteotti non è stato colmato da nessuno dei presenti : un socialista,  Matteotti fu prima di tutto un socialista. L’ attributo a cui teneva di più, non è stato pronunciato,  egli era “socialista” in quanto leader del Psu . ù

Ricordarlo in quanto tale avrebbe costretto molti a ricordare chi fosse davvero e di che idee fosse fautore: Matteotti fu il primo infatti, a lanciare l’idea di formare una coalizione di centrosinistra che includesse i socialisti riformisti, i popolari di Sturzo, i liberali di Amendola, i repubblicani. Fu ucciso perché era quello che più di tutti faceva arrabbiare Mussolini e poi per l’isolamento politico che subì, a causa del suo tentativo riformista.

Accade spesso, prima si viene isolati, poi uccisi, tragicamente, lo abbiamo visto molte volte nella storie dei grandi uomini che hanno fatto la storia politica italiana, del resto. Così come spesso abbiamo visto, soprattutto che uomini di spessore,  quelli “scomodi”, non allineati, coraggiosi, lungimiranti, pagano per le loro idee, per aver alzato la testa contro i poteri forti, i nemici, i prepotenti, i corrotti, e i fascisti. Destino tragico quello dei socialisti, una sorta di damnatio memoriae, che prevale sulla narrazione dei fatti, che subisce la flessione della celebrazione,  che appartiene a tutti per lo spazio di un giorno, che ipocritamente unisce sotto la stessa bandiera tutti, tutti, tutti. E invece no, perché omettere di definirlo socialista è una strategia chiara,o si dovrebbe spiegare che fu un antesignano, un visionario del federalismo europeo, uno che aveva una prospettiva politica social-riformista, puntuale, che fu talvolta avversato dagli stessi Gramsci e Togliatti.

Per un giorno, meritatamente celebrato, poiché fu grande nel suo mandato politico, e ha pagato con la vita, per aver perseguito le giuste battaglie, pronunciando parole forti e vere, nonostante ne conoscesse il rischio. Matteotti fu ucciso dallo squadrismo fascista, ma ancora di più dall’isolamento in cui era caduto. Fu un autentico antifascista, ma ciò non basta a definirne lo spessore e la figura, Matteotti è e resta, prima di ogni cosa, un socialista.

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Info Angela Giordano

Angela-Giordano
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