Lo short Movie, centrato sulla ferocia del combattimento corpo a corpo, trova “nell’incrocio degli sguardi tra soldati nemici”, il limite nel pericolo dell’identificazione delle umane paure, comuni a tutti, nella ferocia della battaglia che non è mai la propria, e infine nella terribile scelta tra vivere, morire o uccidere.
Premiato in Campidoglio il giovane regista Francesco Lutri per il suo lavoro “Negli occhi del nemico – into enemy ’s eyes”
Il film è stato ideato e scritto da Lutri e realizzato con Vincenzo D’Alessandro, aiuto regista e curatore delle riprese, e grazie alla scenografia di Carmine Terracciano ed alla partecipazione degli attori , i soci della 36th Div Texas Reenactment di Napoli.
Francesco Lutri “interpreta questi attimi” con una regia sapiente e non scontata, trasferendo lo sgomento, la paura, il terrore degli attimi che precedono una esecuzione o la scelta di non portarla a termine. Il regista Lutri è anche scrittore ed ha editato quest’ anno anche una trilogia intitolata “ Partenope, storia di una brigantessa”, che rileva una narrazione di grande fascino e “una riscrittura femminile” degli episodi di brigantaggio che spesso occupano solo trafiletti sui libri di storia, per le edizioni Albatros.
Nell’ ampia Sala della Protomoteca, a Roma, in Campidoglio, si è tenuta, il 15 aprile scorso, alle ore 16:00, la cerimonia del Premio Nazionale Alberoandronico , giunto alla XVII edizione, che ha visto arrivare “primo” il cortometraggio “Negli occhi del Nemico”, del talentuoso regista Francesco Lutri, per la categoria short film.
Lutri collabora altresì con Sanniomatesemagazine.it, un giornale online, volto alla formazione culturale ed alla valorizzazione del territorio ed è spesso impegnato nel sociale, in progetti che tendono a sensibilizzare l’opinione pubblica circa i temi della discriminazione e dell’ingiustizia sociale e sulla ricerca necessaria della pace.
Al regista Francesco Lutri e a tutti i collaboratori ed attori, vanno le congratulazioni della Redazione , per il prestigioso premio ad un lavoro che stigmatizza la guerra e premia le virtù umane, esaltandole.