Arriva l'accordo integrativo tra Regione e i medici di base Regione Liguria riforma i medici di famiglia
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Riforma dei medici di famiglia

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Regione Liguria si prepara a fare da pioniera con una riforma radicale del sistema dei medici di famiglia che andrà a sfumare la distinzione tra questa categoria e la guardia medica. Manca la firma, ma i dettagli sarebbe già stati confermati e definiti in una riunione riservata lo scorso martedì con i sindacati dei medici.

La figura dei medici di famiglia è stata al centro di molti dibattiti a partire dalla pandemia, quando si è reso più che mai evidente il bisogno di una rete di professionisti sanitari nel tessuto sociale della collettività anche – ma non solo – per evitare di affollare i pronto soccorso di pazienti che non hanno davvero bisogno di accedere a questo servizio. Tanto è vero che questa rete è uno degli obiettivi del PNRR in tema salute.

Regione Liguria vorrebbe pertanto creare postazioni aperte sette giorni su sette e 24 ore su 24 in ogni distretto sanitario, in modo che i cittadino possano trovare assistenza medica senza recarsi in ospedale.

La riforma si inserisce nel progetto di rinnovamento nazionale dei medici di famiglia

Grazie all’accordo collettivo sulla medicina generale, che entrerà in vigore dopo la ratifica in conferenza Stato-Regione, nascerà così la figura del “medico del ruolo unico”. Questo nuovo ruolo andrà a unire aspetti del medico di famiglia – oggi professionisti autonomi in regime di convenzione con le ASL – e la guardia medica, spostando al contempo l’organizzazione del servizio di assistenza territoriale in capo alle Regioni.

A partire dal 2025 dunque i nuovi medici di medicina generale dovranno prestare quote del loro tempo al Servizio sanitario, mentre per chi è già convenzionato sarà un’opzione. Ciò si inserisce nelle linee guida del PNRR che prevedono la creazione di “Case di comunità” – luoghi in cui il paziente che non presenta una patologia acuta possa chiedere assistenza senza accedere ai PS o agli ospedali – entro il 2026.

Nel modello ligure la “Casa di comunità” non sarà un edificio fisico ma coinciderà con i distretti sociosanitari

Questa è un’esigenza dettata anche dalla conformazione geografica della Liguria: in questo i medici saranno tenuti a lavorare in modo coordinato, accanto a specialisti e personale infermieristico, prestando alcune ore nell’ambulatorio comune aperto e attrezzato anche per la diagnostica-base. Tra le prestazioni previste ci saranno radiografie, esami del sangue, teleconsulenze specialistiche.

Il “medico del ruolo unico” coprirà pertanto sia le funzioni del medico di guardia medica e che del medico generale, ma sarà disponibile anche per visite occasionali a non residenti, come turisti e studenti fuori sede.

Nel quadro nazionale, si ipotizzano anche quantitativi di ore che ogni nuovo medico di medicina generale dovrà prestare negli ambulatori in base ai pazienti seguiti. Si va da 36 ore di continuità assistenziale per chi segue fino a un massimo 400 pazienti, per scendere a 6 ore per i medici di famiglia con il massimo di pazienti seguiti (ossia 1.500).

La riforma dei medici di famiglia volta a ridurre il costo dei gettoni

Una delle voci di spesa che le Regioni vogliono ridurre è infatti il fenomeno dei medici “a gettone”, ossia specialisti che vanno a coprire posti vacanti all’interno del sistema delle ASL. In Liguria, la questione grava in modo sensibile su tutte le ASL salvo l’azienda genovese (ASL3), in cui non si impiegano medici a gettone.

«Puntiamo da sempre sulle risorse interne», conferma infatti la direttrice sanitaria di Asl3, Marta Caltabellotta. «Gli specialisti che lavorano nei reparti, se utili, possono prestare ore aggiuntive in pronto soccorso. In più, abbiamo stipulato contratti flessibili con specialisti selezionati in base al curriculum, anche pensionati, che non costano i 100 euro dei gettonisti ma al massimo 60».

Nelle altre aziende liguri invece i gettonisti sono un costo rilevante. Ad esempio, la ASL1 di Imperia lo scorso anno ha pagato oltre un milione e mezzo di euro per coprire i servizi prestati dalle cooperative. La ASL2 (Savona) si attesta intorno a 1,2 milioni: spicca la guardia specialistica psichiatrica dell’Ospedale San Paolo del capoluogo di provincia, con 91 turni da 12 ore affidati a una società esterna per un costo complessivo di 129.500 euro.

Più bassi ma comunque rilevanti i costi nelle aziende sanitarie del levante: la ASL4 nel 2023 ha speso circa 823.000 euro per le cooperative, la ASL5 spezzina “appena” 132.000 euro.

Gratarola: «Il sistema dei medici a gettone è una sfida che dobbiamo superare»

«La carenza di personale medico soprattutto in alcuni settori, è una nota dolente in tutta Italia e la Liguria non ne è esente», specifica l’assessore alla Sanità di Regione Liguria, Angelo Gratarola. «Quindi in questo periodo di tempo che va almeno fino al 2026-2027, dobbiamo ricorrere a provvedimenti anche straordinari tra i quali le prestazioni aggiuntive».

Proprio per questo motivo, rincara l’assessore, la Liguria ha decisori muoversi in più direzioni. «Siamo stati la prima Regione a deliberare la tariffa dei cento euro per i medici dell’urgenza per ogni ora aggiuntiva, norma che poi è diventata nazionale. In alcune discipline e in alcuni settori questo non è stato possibile o non è bastato e, quindi, si è ricorso in modo provvisorio alle cooperative che sono in questo momento necessarie per garantire i servizi».

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Info Laura Casale

Laureata in Comunicazione professionale e multimediale all'Università di Pavia, Laura Casale (34 anni) scrive su giornali locali genovesi dal 2018. Lettrice accanita e appassionata di sport, ama scrivere del contesto ligure e genovese tenendo d'occhio lo scenario europeo e internazionale.

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