Passato l’equinozio di primavera, i meteorologici di Arpal sulla stagione appena conclusa e, in occasione della giornata mondiale della meteorologia, ieri hanno certificato che l’inverno 2023-2024 è stato il più caldo degli ultimi vent’anni in Liguria. La temperatura media si è infatti attestata intorno agli 8 gradi, due in più rispetto al valore climatologico della media invernale (pari a 6 gradi).
A commentare questi dati Barbara Turato, dirigente responsabile del settore meteorologia e idrologia dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure (Arpal), che ha dichiarato: «Le temperature medie registrate durante l’inverno in Liguria sono state ben al di sopra della media e dell’intervallo di normalità climatica», ha sottolineato l’esperta. «Addirittura a febbraio per diversi giorni abbiamo superato i livelli massimi mai registrati nell’ultimo ventennio. Solo per pochi giorni nella prima metà di dicembre le temperature sono state al di sotto della media del periodo».
Inverno più caldo in Liguria: risorsa o preoccupazione?
«Per quanto riguarda la temperatura media il valore climatologico della media invernale pari a 6 gradi non era mai stato superato prima del 2013 tranne un solo caso nel 2007, mentre dal 2014 è sempre stato superato fino all’inverno 2023-2024 con una temperatura di quasi 2 gradi sopra alla media», continua Turato, «questo dato che può sembrare irrilevante, in realtà è indicativo della grande energia in gioco nell’atmosfera e ciò può tradursi facilmente in fenomeni estremi».
Rimane da vedere come incide il cambiamento climatico sia nel breve periodo – ad esempio per le coltivazioni e il settore agricolo ligure – che a lungo termine. Una riflessione necessaria, considerando che le produzioni locali sono spesso piccole e di piante che richiedono delicate congiunture meteorologiche per poter rendere al meglio.
La mimosa rappresenta un caso emblematico: questo fiore, scelto decenni fa come simbolo della Giornata internazionale della Donna (anche per la facile reperibilità all’epoca), oggi diventa costoso e difficile da conservare per le vendite dell’8 marzo, visto che le temperature miti hanno anticipato già da anni la fioritura di diverse settimane.
Analogamente, se confermati nel tempo, questi cambi di temperature potrebbero incidere sulla disponibilità di prodotti ortofrutticoli del territorio e portare a delle modifiche nelle abitudini dei consumatori.
Il dato positivo è la costanza di queste temperature, dato che nelle scorse settimane si temevano possibili gelate improvvise a colpire le piante e le coltivazioni
«Una nota positiva inoltre nel mite inverno ligure è stata la pioggia», ha aggiunto Turato. «Precipitazioni dalle caratteristiche autunnali hanno interessato i primi mesi del 2024, facendo registrare valori di cumulate decisamente elevati rispetto al periodo che dovrebbe essere più secco e favorendo così il recupero del deficit idrico degli ultimi anni. Basti pensare che solo nell’ultimo mese a Genova sono caduti 32 miliardi di metri cubi d’acqua».
I problemi di siccità della scorsa estate dovrebbero essere dunque scongiurati per i mesi a venire. Resta da vedere cosa ha in serbo il clima per la Liguria in questa primavera appena iniziata.
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