Ultimamente ci capita spesso di ascoltare ai tg o di leggere sui giornali parole o frasi del tipo “baby gang”, “musica trap”, “scontri tra bande rivali”, “duelli con armi da fuoco in pieno centro cittadino stile Far West”…Sembra quasi che sia divenuta una normalità, sembra quasi che tutto ciò non sia una piccola parentesi di una generazione difficile, ma un fenomeno che si amplifica, ramifica e si nutre…ma di cosa esattamente?
Molti puntano il dito sulla musica trap: quella “da strada”, quella che fanno i duri, quella i cui testi parlano principalmente di droga, violenza, armi, bande…insomma di tutto quel che di negativo un cittadino onesto possa pensare.
Ma le cose stanno realmente così? Può davvero la musica peggiorare un individuo a tal punto da farlo diventare un criminale e meritarsi la galera?
Molti trapper finiscono dietro le sbarre.
Ovviamente non ci finiscono per caso o per il solo fatto di produrre musica trap, ma perchè delinquono, e lo fanno anche a “livelli alti”, se così possiamo definirli.
Io personalmente, incuriositami ed appassionatami recentemente a questo genere musicale (e lo ammetto senza vergogna, anzi lo dichiaro con orgoglio!), credo che non si possa generalizzare a tal punto da attribuire la colpa alla sola musica ma, azzarderei affermare, neanche in una minima percentuale.
La musica a mio avviso è l’espressione del disagio che questi adolescenti portano dentro di sé, la frustrazione di una vita senza principi morali, un’educazione mancata, un passato difficile, famiglie assenti, una scuola che vacilla, soldi facili, uno Stato che vede ma che distoglie lo sguardo altrove…perché è più facile così, perché magari conviene anche…
Voi cosa ne pensate? Avete mai ascoltato musica trap, siete a favore o contro il diffondersi tra i giovani di questo genere un po’ provocatorio e scomodo? Pensate che realmente possa nuocere al futuro degli adolescenti o forse come me ritenete che le cause siano da ricercare ben più indietro nel passato di questi giovani e che la musica sia solo espressione all’esterno di questo malessere che essi sentono quotidianamente?
Scrivetemi e sarò apertissima ad ogni confronto che possa essere costruttivo.
Barbara Vallini in arte Barbarella,
nata a Genova il 24 febbraio 1987, pesciolina di segno e di fatto, si laurea nel 2012 con lode presso l’Università degli studi di Genova, laurea magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza, dissertando la tesi intitolata: “Carcere e lavoro: profili storici e socio giuridici”. Neoiscritta al master universitario in Criminologia presso la facoltà di Medicina Legale di Genova, abbandona la vita da impiegata presso gli studi notarili, troppo noiosi per un carattere ipervigilante come il suo, per dedicarsi alla sua vera passione: la società in tutte le sue sfaccettature, anche quelle più scomode, difficili ed ostinate.