Gabriele Pignotta in Tre uomini e una culla
Gabriele Pignotta in Tre uomini e una culla

Gabriele Pignotta e l’inarrestabile successo di “Tre uomini e una culla”

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Tempo di lettura: 2 minuti

Al Teatro Signorelli tutto esaurito per “Tre uomini e una culla”

Due ore di spettacolo che hanno affascinato e coinvolto il numeroso pubblico presente, creando un’atmosfera vibrante e appassionante.

Oltre alle tante risate e ai molti applausi, dietro il successo travolgente di Tre uomini e una culla c’è senza dubbio il talento del regista e attore Gabriele Pignotta.

La pièce teatrale, rielaborazione dell’omonimo celebre classico degli anni ’80 di Coline Serreau, ha riscosso l’entusiasmo del pubblico del Teatro Signorelli dove Pignotta ha portato in scena un coinvolgente viaggio attraverso gli anni ’80.

La commedia ha debuttato in prima nazionale nel 2021 a Borgio Verezzi dove ha vinto il Premio Camera di Commercio delle Riviere Liguri della 55esima edizione del Festival Teatrale di Borgio Verezzi destinato ogni anno alla rappresentazione di maggior successo della rassegna teatrale.

Sul palco Gabriele Pignotta interpreta Michel, uno dei tre single incalliti: Pierre – Giorgio Lupano – e Jacques – Attilio Fontana – accompagnano il pubblico alla scoperta di un’improvvisa paternità collettiva che fa scoprire loro inediti aspetti del proprio carattere.

Le musiche sono un autentico tuffo al cuore per chi ha vissuto in prima persona gli anni ‘80, da C’est la ouate a Reality per passare da The final countdown e altri cult di quegli anni che oggi ci appaiono così spensierati.

“Abbiamo realizzato un viaggio nel tempo – racconta Gabriele Pignotta prima dell’entrata in scena – la vera grande soddisfazione è che siamo riusciti ad aggiornare il linguaggio pur recitando in un’ambientazione anni ‘80.

Siamo in giro da tre anni ed il pubblico è sempre entusiasta: assapora uno spettacolo con tantissimo ritmo, pieno di musica, divertimento e battute esilaranti”.

Gabriele Pignotta

L’avventura di tre giovani uomini spensierati e di una neonata che cambierà le loro vite

I tre single impenitenti protagonisti della commedia passano dalla vodka al latte in polvere, dalle feste alle serate casalinghe e alla fine mostrano un’inaspettata tenerezza.

“Sì, infatti, – spiega Pignotta – questi tre papà improvvisati e un po’ cialtroni finiscono per innamorarsi della piccola Marie che riuscirà a stravolgere, in positivo, le loro esistenze”.

Un po’ come è accaduto a te con tua figlia Alice, lo possiamo dire?

Assolutamente sì e devo confessare che questo spettacolo mi ha intercettato nel periodo giusto della mia vita perché quando mi hanno proposto di fare la regia di Tre uomini e una culla ero da poco diventato papà.

Ovviamente mi sono trovato preparatissimo nella gestione della bambola Marie, peraltro molto realistica: dal biberon al cambio pannolino ero ormai un vero e proprio esperto.

Oltre agli aspetti pratici avevo anche sperimentato, grazie a mia figlia Alice, il potere trasformativo che esercita un bambino su un adulto che vive la paternità.

Gabriele, chiudi gli occhi tre secondi, soltanto tre, e con il teletrasporto torna agli anni ‘80: qual è il primo pensiero che pervade la tua mente?

E’ un pensiero legato alla canzone che apre lo spettacolo, C’est la ouate di Caroline Loeb: ero un bambino e in casa mia si sentiva spesso questa musica.

Con la mente mi rivedo in un periodo che, forse è un’illusione, era di grande leggerezza e spensieratezza. Nell’aria si respirava quel fermento che ritrovavi poi anche nelle canzoni.

Insomma, erano i favolosi anni ‘80: frenesia, esagerazione, allegria.

Ecco, sì, ricordo un periodo pieno di energia,  di voglia di vivere e di divertirsi.

Un cast di prim’ordine per tre anni di successi

Tre uomini e una culla punta molto sulle emozioni: dalla nostalgia alla paura fino alla felicità ed è uno spettacolo da guardare e assaporare anche per la bravura dei co protagonisti.

Fabio Avaro, Carlotta Rondana e Malvina Ruggiano completano ed arricchiscono le vicende dei tre protagonisti, oltre a regalare al pubblico bravura e simpatia.

Grazie a loro lo spettatore riesce ad immergersi totalmente nella vita dei protagonisti e ad accompagnarli nel percorso di trasformazione da scapoli incalliti a papà premurosi.

Tre uomini e una culla
Tre uomini e una culla

Colpisce anche la scenografia, con il punto fermo del divano intorno al quale si snoda la narrazione della storia.

Nulla di statico, però, tutt’altro: ci sono porte scorrevoli e un po’ magiche in grado di trasformare pochi metri in una farmacia o portineria o ancora in un cortile.

La piccola Marie è il satellite intorno al quale ruotano l’iniziale disperazione di questi uomini che riescono poi, loro malgrado, a tirar fuori la parte più romantica ed autentica di loro stessi.

E’ il potere trasformativo dell’amore, in netta contrapposizione con quanto, purtroppo, ci racconta spesso la cronaca.

Doverosa una riflessione in vista della Giornata Internazionale della Donna, l’8 marzo.

Gabriele, tu hai girato, gli scorsi anni, due corti contro la violenza sulle donne: “Un’altra storia” e “Ancora un’altra storia”.

Tra poco sarà l’8 marzo, un’importante occasione di riflessione.

Come è nata questa tua sensibilità in merito al tema della violenza sulle donne?

Tutto è partito da una proposta dell’Associazione Doppia Difesa di Michelle Hunziker e Giulia Bongiorno in collaborazione con Rai Cinema.

L’obiettivo, la sfida, era quella di raccontare e sensibilizzare sul tema della violenza attraverso la mia cifra che è quella della commedia.

Non è facile alleggerire un tema del genere, ma invito i lettori a guardare il corto perché credo di essere riuscito a raccontare e a regalare anche un sorriso.

E’ stata un’esperienza davvero importante, con un cast di primissimo livello.

Che idea hai maturato in merito ai motivi che sottendono questa inarrestabile escalation di violenza contro le donne?

Bisogna premettere che è difficile sintetizzare. Sicuramente il passaggio da una società patriarcale – inutile girarci intorno – a quella odierna in cui la donna ha legittimamente riaffermato la propria autonomia e libertà ha destabilizzato la figura dell’uomo.

Un uomo cresciuto immerso in una cultura che lo vede, fin da bambino, come una figura dominante nei confronti della donna.

Ecco, allora, che laddove la donna impone e sancisce la propria libertà all’interno di una relazione, si innescano meccanismi psicologici seri e deflagranti che, se non controllati e magari in concomitanza con disturbi già presenti, possono degenerare nella violenza.

In alcuni contesti sociali abbiamo anche l’aggravante dell’omertà, con la donna che non può denunciare ed interrompere, quindi, questa spirale di violenza. Violenza che invece deve assolutamente denunciata. Sempre.

Come si può intervenire, secondo te, per contenere ed arrestare questo terribile fenomeno?

Bisogna partire dalla formazione sociale e psicologica degli uomini che non devono assolutamente crescere con convinzioni errate.

Uomini che devono essere abituati a vivere la relazione come un incontro tra due persone ugualmente autonome, forti, con una precisa identità.

Una relazione dove nessuno prevarica l’altro

Scuola e famiglia sono i luoghi preposti al lavoro da fare, che è molto e che deve essere preventivo per poter risultare efficace.

Al Teatro Signorelli il calore del pubblico

Stasera, però, al Teatro Signorelli completamente esaurito, c’è posto soltanto per le emozioni che fanno bene al cuore e per quelle sane risate in grado di accarezzarci lo spirito.

Tre uomini e una culla coinvolge e sorprende dall’inizio alla fine, quando gli attori, per mano sul palco, si rivolgono direttamente agli spettatori.

E li invitano a cantare con loro la ninna nanna della buonanotte.

La quarta parete è così abbattuta: si può finalmente prendere parte alla commedia e lasciarsi andare ad un canto liberatorio con gli attori che portano a casa una meritatissima pioggia di applausi.

Rosella Schiesaro©

Foto e video Rosella Schiesaro per LiguriaDay

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Info Rosella Schiesaro

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Nata a Savona, di origini toscane, Rosella Schiesaro ha svolto per più di vent'anni attività di ufficio stampa e relazioni esterne per televisioni, aziende e privati. Cura per LiguriaDay la rubrica Il diario di Tourette dove affronta argomenti di attualità e realizza interviste sotto un personalissimo punto di vista e con uno stile molto diretto e libero. Da sempre appassionata studiosa di Giorgio Caproni, si è laureata con il massimo dei voti con la tesi “Giorgio Caproni: dalla percezione sensoriale del mondo all’estrema solitudine interiore”. In occasione dei centodieci anni dalla nascita del poeta, ci accompagna In viaggio con Giorgio Caproni alla scoperta delle sue poesie più significative attraverso un percorso di lettura assolutamente inedito e coinvolgente.

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