L’attrice sarà a Genova con Magnifica Presenza di Özpetek
La riconosci da lontano Serra Yilmaz, grazie ai suoi inconfondibili capelli turchesi.
E infatti, mentre tornavo dal mio giro al Parterre, a Cortona, l’ho incrociata.
E’ stata una bella emozione trovarmi dinanzi a questa attrice straordinaria che ha regalato ai Cortonesi due repliche applauditissime di Magnifica Presenza.
Trasposizione teatrale dell’omonimo film del 2012 del regista Ferzan Özpetek, Magnifica Presenza racconta le vicende di Piero – interpretato magistralmente da Federico Cesari – un giovane che si trasferisce da Catania a Roma per inseguire il suo sogno di diventare attore.
Serra Yilmaz interpreta Maria, uno dei fantasmi che abitano la casa di Pietro e che attendono di risolvere il proprio destino.
La tournée di Magnifica Presenza sta regalando grandi soddisfazioni a tutto il bravissimo cast e farà tappa anche in Liguria.
E’ l’attrice stessa ad invitare il pubblico ligure alle tre rappresentazioni teatrali della pièce di Özpetek tratta dall’omonimo film.
“Saremo presto in Liguria: prima a Sanremo, il 3 aprile, poi il 5 e il 6 al Teatro Politeama di Genova. Sono contenta di recitare nella vostra città, che non conosco.
Mi è capitato di passarci di fretta, invece stavolta potrò fermarmi un po’ di più e andare così alla sua scoperta”.
Serra Yilmaz è la musa indiscussa di Ferzan Özpetek
Nata ad Istanbul nel 1954, Serra Yilmaz – una laurea in psicologia – è la musa indiscussa del regista Ferzan Özpetek che l’ha voluta praticamente in tutti i suoi film.
Chi segue la carriera cinematografica del famoso regista, conosce i tanti personaggi interpretati da Serra che nel film del 2001 Le fate ignoranti può vantare un personaggio che porta il suo nome.
Ma poi che cosa è successo al Parterre? E’ successo che Serra, dopo lo scoop sulle tappe liguri, con gentilezza e disponibilità mi ha dato appuntamento la sera per un’intervista.
Ed eccoci qui, nel foyer del Teatro Signorelli di Cortona, a conversare amabilmente con questa attrice talentuosa che riesce sempre a rendere i personaggi che interpreta assolutamente unici.
Inutile nascondere l’emozione, meglio vivere la gioia di questo momento veramente magico.
Serra, per prima cosa desidero ringraziarla per questo graditissimo appuntamento. Lei è la musa incontrastata del regista Ferzan Özpetek.
Se dovesse raccontare in sintesi l’essenza del vostro rapporto cinematografico e naturalmente umano, che cosa direbbe?
Alla base senza dubbio c’è un incontro e gli incontri, soprattutto nell’ambito dell’arte e della cultura, nella vita si rivelano determinanti.
Quello con Ferzan Özpetek è avvenuto nel 1997 a Strasburgo e ci ha portato a lavorare insieme.
Posso dire che in un certo senso questo incontro mi ha aperto le porte dell’Italia a livello lavorativo, anche se io avevo già dei legami forti con l’Italia, ma prevalentemente rapporti di amicizia.
Grazie alla nostra collaborazione questi legami affettivi sono diventati anche legami lavorativi.
Può dirci com’è il vostro rapporto?
E’ un’amicizia, una vera amicizia, un rapporto lavorativo che è anche amicale. Con Ferzan ci diciamo tutto quello che c’è da dirci e naturalmente litighiamo anche molto. Così come ridiamo insieme.
Tra noi c’è senza dubbio un rapporto di assoluta fiducia reciproca.
Se lei dovesse indicare una o più caratteristiche sue che ritrova più frequentemente nei personaggi che interpreta, quali sarebbero?
Ad esempio, ne Le fate ignoranti l’amministratrice del palazzo porta il mio nome e posso dire che mi assomiglia molto.
D’altronde il personaggio del film è realmente ispirato a me, quindi è normale che ci sia questa corrispondenza di caratteri tra finzione e realtà.
Invece nel mio primo film con Özpetek, Harem Suare del 1999, è successa una cosa molto particolare.
Ferzan aveva narrato la vita di una donna dell’harem dell’Impero ottomano e questa vita corrispondeva – del tutto casualmente – a quella di mia nonna materna.
Ovviamente lui l’ha scritta senza sapere nulla e infatti proprio per questo motivo, quando avevo letto il copione, ci avevo visto come un segno del destino.
Lei recita da molti anni e possiamo constatare che il mondo di oggi è molto differente da quello passato.
Se lei volesse dedicare un suo pensiero alle nuove generazioni che stanno attraversando un periodo di difficoltà anche nel trovare la loro strada, che cosa direbbe?
Senza dubbio stiamo vivendo in un mondo che non è bello, anzi, posso dire che fa piuttosto schifo.
E’ un momento di crisi per tutti noi, in realtà, non solo per i giovani: lo è anche per noi adulti, per me adesso.
Guardi, da giovane mai avrei pensato di arrivare alla mia età e di ritrovarmi in un mondo così, ad essere sincera avevo altre speranze.
Quale pensiero la turba maggiormente?
Intanto mi sento di dire che viviamo in un mondo di delusione e, soprattutto, di grande preoccupazione.
Le faccio un esempio: oggi siamo a Cortona e la giornata è assolutamente meravigliosa. Mi godo questo bel momento di sole, ma di fatto non riesco a levarmi dalla mente che è di per sé preoccupante.
Siamo a febbraio e non dovrebbe essere così caldo: la siccità è un problema reale perché non ha piovuto abbastanza.
Non riesco ad astrarmi da tutto. Questo è un mondo difficile nel quale non sappiamo più a che cosa credere, anche per via della disinformazione.
Ecco, sono convinta, ad esempio, che i social media abbiano fatto più cose negative che cose positive: ci sono talvolta tante notizie, ma in realtà siamo in preda alla disinformazione.
In effetti il momento storico che stiamo attraversando è davvero complicato sotto più punti di vista. Ma allora che cosa si può dire ai giovani?
Personalmente vorrei dire alle persone più giovani di me di avere fiducia.
E di essere loro stessi, di non preoccuparsi di quello che penseranno gli altri.
Li invito a seguire il loro cammino e a ricordarsi che la vita è davvero brevissima.
Il diritto di essere se stessi è imprescindibile e le nuove generazioni si stanno battendo attivamente per i diritti LGBT+.
Lei che cosa pensa in merito e come considera il percorso dell’Italia in questo ambito?
Vorrei precisare subito che personalmente sono per le battaglie che riguardano tutti i diritti, senza sigle che diventano sempre più lunghe.
Penso che ciascuno di noi abbia il diritto di poter vivere per come si sente, per come è.
Questo è davvero un aspetto essenziale, per tutti noi imprescindibile.
A mio avviso il conformismo è la cosa più dannosa. I ragazzi, poi, possono essere liberi ed educati: una cosa non esclude certo l’altra.
Ritiene sia importante una maggiore libertà?
Innanzitutto è bene specificare che c’è stata una grande confusione tra educazione e libertà. I ragazzi, dicevo, possono essere liberi e al tempo stesso educati.
Gli adulti hanno privilegiato soprattutto la “libertà” che metto tra virgolette perché in realtà non è neanche una vera libertà. Piuttosto una educazione totalmente negletta ed un’assenza totale di autorità e ciò ci porta tantissimi problemi.
Invece penso che i figli debbano essere liberi di vivere come intendono loro, però ubbidendo anche a delle regole.
Domanda d’obbligo: quale, se c’è, il motivo dei suoi capelli colorati che, oltre a donarle, la rendono particolarmente riconoscibile?
Il motivo c’è: un giorno – era il 1996 – sono tornata a casa e ho trovato mia figlia che si era colorata le estremità, circa una decina di centimetri dei suoi capelli lunghi, color ciclamino e mi sono piaciuti molto.
Ho pensato che anch’io mi sarei voluta colorare i capelli: ho iniziato quindi con un ciuffo color cobalto, quasi 30 anni fa, e poi man mano il ciuffo si è esteso ed è diventato contorno.
Alla fine ho deciso di tingerli tutti.
A questo punto è già passata una buona mezz’ora e Serra Yilmaz deve andare a prepararsi per lo spettacolo.
Non mi resta che ringraziarla per questo incontro, per le emozioni che mi ha regalato e che porterò sempre con me.
Abbiamo scattato una bella foto ricordo e ci siamo congedate con la promessa di rivederci a Genova.
Il gremito pubblico in sala è pronto per assistere allo spettacolo e per applaudire questa grande attrice.
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