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Le profezie di Calvino, in occasione del centenario, una riflessione sul celebre autore

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Una lettura in chiave profetica delle opere di Italo Calvino

In occasione del centenario di Italo Calvino, uno degli scrittori più geniali e poliedrici del Novecento italiano, tra le tante iniziative che fervono da mesi in ogni parte d’Italia per celebrarlo, proviamo a dare una lettura in chiave profetica delle sue opere, una produzione letteraria d’ incredibile intuito e fantasia. La sensibilità della scrittura di Italo Calvino agisce come la punta di un sismografo, pronto a segnalare lo sgretolarsi di un orizzonte culturale che ha alimentato per secoli la cultura occidentale .

La decostruzione generata dalla Cibernetica e dall’IA

A turbare gli equilibri arrivano nella seconda metà del Novecento, la cibernetica e ai giorni nostri, l’IA, l’Intelligenza Artificiale. Attraverso un confronto tra i classici del pensiero occidentale, da Platone ad Heisemberg, da Aristotele a Schrodinger, e i classici della tradizione scientifica e filosofica, si riesce ad avere un “quadro esaustivo” della decostruzione operata dall’introduzione della cibernetica e dell’IA nei confronti del solido edificio della nostra cultura umanistica, portandoci verso un graduale impoverimento delle “capacità cognitive umane”. In una pagina del Cybernetic Ontology di Gunter si legge : “Mente e Materia appartengono a due differenti dimensioni metafisiche, esse non possono mescolarsi, ma non vi è distinzione tra lo stato energetico e lo stato materiale dell’Universo”.

IA e la fervida immaginazione di Calvino

Del resto l’equazione di Einstein, ci dice allo stesso modo che “l’Energia può convertirsi in Massa e viceversa”. Esiste un “ponte” tra questi due mondi, e Italo Calvino lo aveva ben previsto, nei suoi scritti ed in un convegno del 1967, in cui il celebre scrittore aveva profetizzato l’avvento “dell’Automa letterario”, una macchina cioè capace di sostituire il poeta e lo scrittore, di ideare e comporre scritti e romanzi.  Di Calvino, la fervida immaginazione costruiva “città invisibili”, con geometrie illogiche, spazi impossibili, non semplici da riprodurre neppure attraverso un software. Nella sua stessa scrittura ci sono mondi espressi da una “letteratura combinatoria”. Un’opera è per Calvino una combinazione di parole che sfidano la nostra immaginazione.

Le sue opere hanno infatti anche sfidato l’IA, provando a riprodurne le immagini, ma spesso la stessa Intelligenza Artificiale faticava a riprodurre “le città invisibili”, come ad esempio nell’immagine delle palafitte incastrate nella terra, dall’autore descritte, le cui espressioni riprodotte, ricreavano solo l’acqua. Quanto alla scrittura però, e alla previsione di una “macchina scrivente”, Calvino aveva perfettamente anticipato la ChatGPT, che sa, attraverso i dati, riprodurre per iscritto per esempio la narrazione della guerra in Ucraina alla maniera di Hemingway, o di Sontag. Il tema del nostro futuro e di dove andremo a finire di questo passo, viene affrontato da un libro di Andrea Prencipe e Massimo Sideri, Luiss University Press, rispettivamente Rettore ed Editorialista del “ Corriere della Sera” che riescono a dimostrare come tutti i problemi che assillano il nostro presente siano già stati anticipati da Calvino, il quale nelle “Lezioni Americane” cercava una sintesi tra cultura umanistica e tecnologica, intuendo perfettamente come l’Automa letterario e l’IA avrebbero cambiato le nostre esistenze. Umanesimo e tecnologia sono dunque destinati ad unirsi, secondo gli autori del “Visconte Cibernetico”.

Sideri e Prencipe per una “sana razionalità” su l’IA

Prencipe e Sideri, ragionando sul fatto che “la tecnica può essere lasciata a se stessa in quanto prodotto squisitamente umano”. Dunque, è la sfera dell’umano che crea e codifica l’IA, e ciò deve rassicurarci, e in un momento in cui il panorama culturale è afflitto dalla domanda del “se tutto questo ci porterà ad essere schiavi della tecnica o meno”, il libro di Sideri e Prencipe porta una ventata di “sana razionalità”, tracciando il “ponte” tra umano e tecnologico, cui è assegnato il nostro futuro prossimo, e che cioè ciò non accadrà, se terremo presenti i tre principi dell’Illuminismo secondo Kant, e cioè: “pensare con la propria testa, essere in grado di comprendere prospettive diverse dalle proprie e pensare in accordo con se stessi mantenendo una sorta di coerenza interna”.

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