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«L’Europa intervenga per frenare l’espansione del miele artificiale prodotto senza l’impiego delle api, e valuti l’opportunità di vietare del tutto il suo ingresso nel mercato comunitario per tutelare i consumatori da una possibile frode alimentare alla luce della direttiva 110 del 2001».
Con questa nota oggi i rappresentanti della Lega Marco Campomenosi e Isabella Tovaglieri hanno presentato oggi un’interrogazione all’Europarlamento per tutelare il comparto miele di tutta l’UE, con attenzione particolare ai produttori italiani.
Miele artificiale: di cosa si tratta?
L’ultimo ritrovato in ambito di miele artificiale o sintetico risale a due anni fa, quando è comparsa sulla scena la startup MeliBio in California con l’intento – secondo il co-fondatore e amministratore delegato Darko Mandich – di impiegare «nuove tecnologie scientifiche per produrre miele come lo farebbero le api, togliendo però questi insetti dalla catena di produzione».
Dalla singola produttrice il fenomeno si è allargato. Per miele sintetico propriamente s’intende una produzione che, isolando il DNA dei diversi componenti del miele prodotto dalle api va poi applicato ad alcuni microrganismi che crescono all’interno di un bioreattore.
La proposta ha trovato un’accoglienza interessata nel campo della ristorazione e della cucina vegana, in particolare, che è contraria allo sfruttamento di qualunque animale per la produzione del cibo, api comprese.
Ma di miele artificiale si parla già dalla fine del XIX secolo e nel tempo sono stati messi a punto diversi processi di lavorazione per ottenere un risultato simile al prodotto delle api, spesso senza però le sue proprietà nutritive. Il problema si pone quando gli artefatti entrano sul mercato in concorrenza con il miele naturale, che ha costi di produzione molto più alti. Per non parlare dei casi in cui si spaccia il miele artificiale per naturale, con vere e proprie truffe a danno del comparto degli apicoltori.
L’interrogazione degli europarlamentari Lega sul miele artificiale
«Dopo aver raccolto l’allarme lanciato dall’associazione Miele in cooperativa, che rappresenta circa 390 mila alveari in Italia, abbiamo presentato un’interrogazione alla Commissione europea per chiedere di agire con tempestività contro la diffusione del miele artificiale, brevettato e già immesso sul mercato da alcune società extraeuropee», spiegano Tovaglieri e Campomenosi della Lega al momento di presentare l0interrogazione al Parlamento europeo. «Miele artificiale che ora minaccia di arrivare anche sugli scaffali dei nostri negozi come prodotto contraffatto, mettendo a rischio la corretta informazione dei consumatori e la sopravvivenza degli apicoltori italiani, che producono miele vero e di altissima qualità».
Una questione che riguarda anche molti liguri: nella nostra regione a fine 2021 si contavano circa 2.500 apicoltori per un totale di 30.000 alveari attivi. Tante piccole aziende, la maggior parte con meno di 15 alveari, e dunque produzioni piccole ma spesso di alta qualità.
Oltre a limitare la diffusione dei ritrovati di laboratorio, si chiede al contempo maggiori controlli per contrastare la vendita in Europa di tutti i tipi di miele contraffatto, adulterato o non in linea con i parametri di trasparenza e qualità definiti dalla direttiva sul miele, che costituisce purtroppo quasi la metà di tutto il miele importato dai Paesi extra UE.
«Come eurodeputati che rappresentano a Bruxelles le regioni del Nord-Ovest, dove opera oltre un quarto di tutti gli apicoltori italiani, sentiamo il dovere di difendere questo settore di eccellenza, da sempre impegnato nella produzione di qualità e nella cura del nostro territorio», concludono gli eletti italiani.
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