Crisi del Mar Rosso e porto di Genova

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Ne parlano Sandro Carena, ex Segretario Generale dell’Autorità Portuale di Genova e Antonio Benvenuti, Console della Compagnia Unica Lavoratori Merci Varie Paride Batini (CULMV). Hanno esplorato insieme le sfide e le dinamiche che hanno caratterizzato il settore portuale nel 2023. Le loro parole offrono uno sguardo approfondito sulle condizioni attuali e le prospettive future dei porti italiani e dei lavoratori.

Crisi nei porti, il ritorno ai tempi della pandemia

Nel 2023, i porti hanno vissuto una fase di regressione, tornando a condizioni simili a quelle dei tempi pandemici. Dopo una temporanea ripresa nel volume di giornate lavorate, soprattutto nel settore dei contenitori, i porti hanno subito un netto calo. Questo decremento è stato influenzato inizialmente dalla crisi in Ucraina, e poi dal conflitto Israelo-Palestinese con le relative tensioni nel Mar Rosso.

L’impatto sui lavoratori portuali

La diminuzione del 20% nelle giornate lavorative ha avuto ripercussioni significative sui lavoratori portuali. La fine del 2023, marcata da vicende in Palestina e nel golfo di Aden, ha portato a un dicembre particolarmente difficile. I primi 15 giorni del 2024 hanno seguito questa tendenza, con una crisi acuta nel settore dei contenitori. Un cambiamento significativo si è verificato nel porto di Genova: con le navi che hanno smesso di passare da questo nodo cruciale, per fare il periplo dell’Africa, i primi giorni del 2024 hanno visto un drastico calo di attività, con solo un terzo del lavoro svolto rispetto al normale. Questa situazione richiede un alto grado di flessibilità e improvvisazione, creando un meccanismo non programmato e imprevedibile.

Previsioni incerte e impatto sui lavoratori portuali

Le previsioni a breve termine sono incerte, ma è chiaro che i lavoratori portuali sono tra i più colpiti. La persistenza della crisi del Mar Rosso potrebbe portare a un assestamento del sistema. Inoltre, il Capodanno cinese di febbraio, bloccando i movimenti legati alla Cina per circa un mese, complicherà ulteriormente la situazione.

Problemi di gestione dei container

Un problema emergente è la gestione dei container vuoti. Durante la pandemia, molti container sono rimasti inutilizzati, accumulandosi nei porti. Questa situazione si sta ripresentando ora, creando sfide organizzative e finanziarie sia per i lavoratori che per le compagnie di spedizione.

In cerca di soluzioni

È evidente che bisogna trovare soluzioni efficaci per tutti i soggetti coinvolti entro la fine del primo trimestre del 2024. La flessibilità dei lavoratori portuali è fondamentale, ma non sufficiente per colmare il divario finanziario.

Numeri e speranze

Nel 2023, il porto di Genova ha raggiunto 185.000 giornate lavorative, un numero inferiore rispetto alle aspettative. La speranza per il 2024 è di raggiungere almeno 175.000 giornate, ma la realtà potrebbe essere diversa, con la difficoltà di recuperare le giornate perse e la competizione sempre più marcata con i porti del nord Europa.

Leggi anche: La crisi del Mar Rosso

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