«Urgente nuovo piano regolatore per il Porto di Genova», Beppe Costa lancia l'allarme

«Urgente nuovo piano regolatore per il Porto di Genova», Beppe Costa lancia l’allarme

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Il Presidente dei terminalisti di Genova, intervistato da Primocanale in merito a un bilancio sul Porto di Genova per il 2023, fa presente le priorità per la sua categoria. «Attendiamo con urgenza è il piano regolatore portuale», ha dichiarato Beppe Costa ai microfoni di Primocanale.

I terminalisti attendono, a suo dire, la chiamata per un’audizione in merito ai traffici futuri nel porto di Genova al fine di risolvere anche eventuali interferenze tra i singoli attori del loro settore. Anche per dire la loro sulle grandi opere in fase di realizzazione e future: la nuova diga, l’ultimo miglio ferroviario, il tunnel subportuale.

Una richiesta che Costa porta avanti da diversi mesi, ma che sembra continuare a slittare avanti nel tempo. «Ci hanno solo chiesto le previsioni di traffici. Non si parla più di date», lamenta tuttavia.

Il piano regolatore del porto di Genova nella sua forma attuale trova le sue radici nella legge 84/1994

Negli anni ’90 infatti lo Stato cambia ottica sulla gestione della pianificazione portuale a livello nazionale. L’idea alla base della riforma era inserire la progettazione portuale nel contesto urbanistico che circonda i singoli scali, anziché considerarla materia statale indipendente. Ciò da un lato ha permesso sicuramente un’importante riqualificazione urbana, grazie anche ai tanti consulenti e al lavoro dell’Università di Genova. D’altro canto, tuttavia, è innegabile che il piano regolatore portuale in vigore risale al 2001 e non è più attuale.

Ovviamente un piano stilato vent’anni fa non poteva tenere conto delle grandi opere avviate in questo periodo. Tra le conseguenze dirette, ha osservato Repubblica pochi giorni fa, c’è ad esempio la questione di Calata Giaccone, l’area che Autostrade per l’Italia avrebbe individuato per lo stoccaggio nei materiali di risulta dal cantiere del tunnel subportuale e, che stando al piano, non sarebbe inclusa fra le zone da riempire per creare nuovi spiazzi portuali.

E questa potrebbe essere solo la prima di varie problematiche analoghe derivanti dal piano regolatore, se la nuova versione non sarà pubblicata al più presto. Costa aveva sollevato il problema durante l’estate quando ancora si cercava il possibile commissario a sostituire Signorini alla guida dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale.

Il tema dei riempimenti delle calate è particolarmente sentito tra i termininalisti

«In merito ai riempimenti delle calate del porto di Sampierdarena, bisogna discutere su quali fare e non fare, perché facendo i tombamenti si perdono accosti e si hanno interferenze tra terminalisti», ha spiegato Beppe Costa. «Nel caso di calata Ignazio Inglese o della Mogadiscio, per esempio ci sono tre terminalisti coinvolti, quindi bisogna parlarne bene, pianificare».

A Sampierdarena rimane aperta anche la questione del trasloco dei Depositi chimici a Ponte Somalia. Costa è uno degli operatori portuali che ha fatto ricorso sul trasferimento insieme a comitati di cittadini ed altri soggetti della società civile. L’udienza per il ricorso, prevista per l’11 ottobre, è stata posticipata al 31 gennaio 2024.

«L’altro tema è quello della diga: noi vorremmo che fosse realizzata tutta insieme, in un unico pezzo, e non in due lotti diversi, e pare che si stia andando in questa direzione. È per questo che dico che il piano regolatore portuale dovrebbe essere realizzato prima della diga, che dovrebbe essere sua conseguenza, per mettere tutto al posto giusto», conclude Costa.

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Info Laura Casale

Laureata in Comunicazione professionale e multimediale all'Università di Pavia, Laura Casale (34 anni) scrive su giornali locali genovesi dal 2018. Lettrice accanita e appassionata di sport, ama scrivere del contesto ligure e genovese tenendo d'occhio lo scenario europeo e internazionale.

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