La città di Riad ha conquistato la candidatura per l’Expo 2030 con una schiacciante vittoria ottenendo 119 voti nel primo turno. Una notizia accolta con entusiasmo dalla delegazione saudita, mentre a Roma, la delusione è palpabile. Con soli 17 voti, la capitale italiana si è piazzata dietro persino a Busan. La decisione ha sollevato polemiche sulle dinamiche di voto e sul peso degli interessi economici.
Il trionfo di Riad
La candidatura di Riad ha dominato la competizione fin dall’inizio, ottenendo la fiducia di 119 stati membri del BIE già nel primo turno. Il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, ha sottolineato l’impegno di Riad nel presentare un Expo “senza precedenti nella storia”, enfatizzando l’utilizzo di tecnologie avanzate e la sinergia con la “Vision 2030” dell’Arabia Saudita. Questo piano governativo mira a diversificare l’economia del regno, riducendo la dipendenza dal petrolio attraverso innovazioni e nuovi mega-progetti.
La delusione di Roma
Roma, che manteneva la speranza di ospitare l’Expo 2030, ha subito una sconfitta amara, fermandosi a soli 17 voti. Il sindaco Roberto Gualtieri ha espresso l’amarezza per il risultato, attribuendo la vittoria di Riad a una “deriva mercantile” che ha influenzato il voto. In un commento a caldo, il sindaco ha riconosciuto la forza economica espressa da Riad durante la campagna elettorale. Ha sottolineato la necessità di accettare sportivamente la sconfitta e ha assicurato che il progetto di riqualificazione continuerà nonostante l’esito negativo.
La deriva mercantile
Il presidente del Comitato promotore, ambasciatore Giampiero Massolo, ha denunciato una “deriva mercantile” nel processo decisionale. Ha evidenziato la prevalenza di interessi economici rispetto ai progetti di sostenibilità e comunità, sollevando preoccupazioni sulla direzione in cui potrebbe evolvere il futuro delle manifestazioni internazionali.
Riflessioni sul Futuro
La sconfitta di Roma ha generato riflessioni sulla partecipazione internazionale dell’Italia. Molti osservatori ritengono che la sconfitta evidenzi la necessità di una strategia più efficace nella promozione delle candidature italiane in competizioni simili. Alcuni leader politici, come il senatore Enrico Borghi, sottolineano la mancanza di credibilità internazionale dei sovranisti.
Expo 2030, una sconfitta da cui ripartire
L’Expo 2030 sarà ospitato a Riad, aprendo nuovi orizzonti per la città saudita. Nel contempo, la delusione di Roma evidenzia le sfide legate alla competizione internazionale e solleva interrogativi sulle dinamiche di voto. La “deriva mercantile” denunciata potrebbe spingere l’Italia a riflettere sulle strategie future per partecipare a eventi di risonanza globale e sottolinea l’importanza di bilanciare gli interessi economici con la promozione di progetti di qualità.
Leggi anche: L’export italiano danneggiato dalla burocrazia: Spediporto ad ALMAC lancia l’allarme