Oggi giornata di sciopero nazionale, a Genova si comincia alle 9 di questa mattina presso la stazione marittima con la partenza del corteo che attraverserà le vie del centro – piazza della Nunziata, piazza Portello, Corvetto e via Roma – per arrivare poi in largo Lanfranco sede della Prefettura. A braccia incrociate per tutto il giorno i lavoratori di tutti i settori privati.
Tante le ragioni per scendere in piazza: contro la manovra di Bilancio, contro i conseguenti tagli che ci saranno per la Liguria e inoltre, visti gli ultimi tragici fatti di cronaca, anche per sensibilizzare riguardo la sicurezza sul lavoro. Il tragico incidente avvenuto ieri a Spezia ha causato la 18esima vittima da inizio anno in Liguria, che infatti è maglia nera del Nord in tema di incidenti e sicurezza sul lavoro.
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“Non ci sono investimenti, dicono i sindacati. Non sono previste assunzioni di ispettori e non sono potenziati gli organici degli enti preporti come Inps o Inail. La Liguria è fortemente toccata da questa tragedia continua: è l’unica ragione del nord ovest dove aumentano gli incidenti mortali sul lavoro“.
I sindacati chiedono di mettere al centro i bisogni delle persone, con un aumento dei salari, un’estensione dei diritti e fermare l’impoverimento di lavoratori e pensionati, lanciando anche un allarme sui delicatissimi temi di sanità e sociale.
Oggi sciopero nazionale, a Genova si scende in piazza anche per problematiche regionali
Oltre alle tematiche nazionali però Cgil e Uil scendono in piazza anche per riportare l’attenzione su diverse problematiche liguri:
“Serve una nuova strategia industriale per affrontare le crisi vecchie e nuove Ansaldo Energia, Piaggio, Acciaierie d’Italia, sono solo alcune delle industrie di respiro nazionale che attendono risposte serie e concrete dal Governo. Serve subito un piano straordinario di assunzioni nel comparto socio – sanitario: occorrono medici, infermieri, operatori socio sanitari, e personale ausiliario e l’abbattimento delle liste d’attesa. Occorre potenziare il sistema degli enti locali: basta con tagli ai Comuni e quindi ai servizi sociali. Su commercio e grande distribuzione serve subito un tavolo regionale per disegnare il futuro e un’occupazione di qualità anche a fronte delle nuove aperture. Destagionalizzare del turismo. Maggiore attenzione alla sicurezza sul lavoro e al mondo degli appalti e subappalti dove spesso si annidano condizioni di lavoro inaccettabili”.
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