SARZANA – L’Ospedale San Bartolomeo di Sarzana è tornato al centro del dibattito politico.
Dopo qualche mese di respiro dall’ultima campagna elettorale, dove l’argomento è stato poco cercato ma comunque sempre presente nella lista dei temi trattati, il futuro del nosocomio sarzanese, “e della sanità in tutta la Val di Magra”, è stato al centro della seduta di consiglio comunale di ieri pomeriggio. All’odg, infatti, erano state poste due differenti mozioni sul tema: quella presentata dai gruppi consiliari di opposizione, il Pd e Sarzana protagonista, e quella presentata dai gruppi consiliari di maggioranza.
“Il dottor Cavagnaro – ha relazionato per esempio Pizzuto (FdI) – ha già smentito qualsiasi ipotesi di privatizzazione e dismissione del San Bartolomeo. La strategicità del nostro ospedale – ha aggiunto il consigliere ha sostegno della mozione più sostenuta e suffragata in assise – e del nostro pronto soccorso è contenuta nel piano socio-sanitario 2023-2025. Se c’è un momento in cui i servizi sanitari sono stati smantellati quello è il periodo che va dal 1995 al 2015, con la chiusura del reparto maternità“. La stoccata finale è chiaramente rivolta ai predecessori amministrativi, fra tutti Guccinelli, oggi capo dell’opposizione in consiglio.
In vista dell’appuntamento, il Pd aveva annunciato battaglia infatti, affilando le armi e invitando i cittadini a partecipare alla seduta. Quasi inseguendo un primato sul punto che in realtà non esiste per i guccinelliani ect.
“Dalla maggioranza – hanno reso noto tramite un comunicato stampa i piddini – ancora nessun impegno concreto, chiediamo che alle promesse seguano i fatti. Il consiglio comunale discuterà l’impatto sul territorio del piano socio-sanitario regionale dei prossimi due anni (fino al 2025). Sarà un momento importante – è stato poi sottolineato – per capire quale sarà il destino dell’ospedale San Bartolomeo, che in questi anni ha subito un importante degrado in termini di strutture e prestazioni. Una prospettiva di depauperamento riconosciuta sia dalle opposizioni, che hanno chiesto la convocazione dell’assise comunale, sia dalla maggioranza, che rincorre le opposizioni con un testo alternativo“.
Intanto il punto resta sempre lo stesso, ovvero che al momento la sanità regionale è nelle mani del centro-destra che a Sarzana ha una delle sue roccaforti totiane più salde.
Insomma, se “il Pd chiede che i consiglieri comunali siano messi in condizione di conoscere in dettaglio gli sviluppi del piano sanitario regionale in modo che gli impegni assunti dalla Regione possano essere resi noti a tutti, ed è imprescindibile il riconoscimento esplicito dell’ospedale di Sarzana come ospedale di elezione, ciò significa che gli sarà attribuito il compito di effettuare interventi programmati nelle diverse specialità”; ed in questo caso, per l’ennesima volta, la linea politica di centro-destra e centro-sinistra che guarda alle privatizzazioni della maggior parte dei servizi sanitari è tenuta sottaciuta.
Alla fine il Pd rimarca che vorrebbe un San Bartolomeo non degradato ad ospedale di comunità “come invece è indicato attualmente nel piano, denominazione che implicherebbe lo smantellamento di diverse attività specialistiche“. Infine, chiede garanzie anche sulla “predisposizione di un piano di assunzioni, per reintegrare medici e personale sanitario che in questi anni si dimessi o sono andati in pensione“.
Il testo proposto dalla maggioranza contiene di contro la richiesta che le attività del San Bartolomeo “ritornino come reparti o servizi a disposizione della cittadinanza alla situazione pre-emergenza Covid”, nel contesto della transizione del principale polo sanitario della Provincia dall’ospedale Sant’Andrea al nuovo Felettino.
Se il Pd approfitta dell’attimo per appendere il cappello su una battaglia che non è proprio sua, è dal terzo settore che si leva la voce più autorevole e meno compromessa.
“E’ il momento – aveva reso noto il Manifesto – pertanto di una mozione unica, che noi auspichiamo e che sia scevra da polemiche partigiane. Il dispositivo delle due mozioni – una di minoranza e l’altra di maggioranza – hanno molti tratti in comune e l’unità politica di intenti sarebbe un forte richiamo alla Regione sulle necessità del nostro territorio, come già altri sindaci nel ponente sono riusciti a rappresentare.Vediamo, comunque, alcuni punti che, secondo noi del Msl, dovrebbero risultare imprescindibili: l’ospedale di Sarzana è stato nella forma declassato nel PSSR a ‘ospedale di base distrettuale’ a forte integrazione con il territorio per le specialità presenti. Anche nella sostanza – aggiungono dal Manifesto – il declassamento è sotto gli occhi di tutti: l’ospedale è drammaticamente deserto, molti servizi sono stati persi o depotenziati (anestesia, fisiatria, laboratorio analisi, endoscopia digestiva, ginecologia, pronto soccorso…). E’ necessario quindi che il PSSR sia modificato prevedendo che a Sarzana sia presente ‘un ospedale dedicato alle attività di elezione, di medicina generale e sede di ospedale di comunità‘.
E’ necessario che la Regione si faccia carico del canone al privato per il Felettino (ca. 13 mln di euro l’anno per 25,5 anni). Se il canone rimanesse a carico ASL – come lo è attualmente – non ci saranno risorse per il personale e per servizi nuovi o migliori. E’ necessario un piano straordinario di assunzioni, per riallineare la media del personale spezzino a quello delle altre Asl liguri e per migliorare l’assistenza ed abbattere le liste d’attesa per esami e interventi di elezione. E’ necessario verificare tutte le modalità (compresi benefit per abitazioni, turismo, formazione gratuita) per incentivare l’assunzione di personale nella nostra Asl. Non è secondario neppure verificare la possibilità di assumere temporaneamente medici di altre nazionalità (come ha fatto la Regione Calabria). E’ necessario che l’opportunità dei fondi PNRR per l’assistenza territoriale (case di comunità ed ospedali di comunità) non vada perduta. Allo stato, l’Asl ha presentato solo progetti sulle mura, ma senza un concreto piano per il personale dedicato e senza una concreta mappatura dei bisogni di salute della popolazione e quindi senza un programma serio di presa in carico, soprattutto dei pazienti anziani, oncologici, cronici, con disabilità, con disagio psichico o di dipendenze. E’ necessario un tavolo di confronto costante con l’Asl per l’abbattimento delle liste di attesa. In particolare, è necessaria la verifica di compatibilità dell’intra moenia con le prestazioni istituzionali. E’ intollerabile che una prestazione istituzionale sia prenotata per l’anno prossimo, ma, se si paga, la stessa prestazione viene erogata in pochi giorni. E’ necessario un piano concreto con risorse e personale per gestire i servizi sanitari da oggi fino all’entrata in funzione del nuovo Felettino, utilizzando e potenziando a tal fine tutte le possibilità operative del San Bartolomeo
E’ necessaria una commissione consiliare speciale, allargata a movimenti come il nostro, per seguire l’iter degli investimenti PNRR e per i piani di intervento da oggi al nuovo Felettino”.
Dopo il lungo dibattito il consiglio comunale ha approvato la sola mozione di maggioranza e rigettato quella presentata dai gruppi di opposizione.
NUNZIO FESTA
Foto di copertina: Rai News
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