Malato di Emofilia Muore a Genova: Ministero della Salute Condannato
Il Tar della Liguria ha recentemente condannato il Ministero della Salute italiano a pagare un risarcimento di oltre 600mila euro ai fratelli di un uomo deceduto nel 2009, a seguito di trasfusioni di sangue infetto. Il caso rivela un’enorme falla nel sistema sanitario, alimentando dubbi sulla sicurezza delle pratiche di trasfusione in Italia.
Un Caso Doloroso: L’uomo, che soffriva di emofilia, è morto all’età di 33 anni dopo aver ricevuto sangue infetto durante un trattamento a Genova.
L’inchiesta ha rivelato che il plasma utilizzato era infetto da epatite e HIV, e proveniva dagli Stati Uniti. La condanna del Ministero della Salute pone una domanda inquietante: come può una nazione avanzata come l’Italia esporre i propri cittadini a tali rischi?
La tragedia richiama da vicino il dramma britannico degli anni ’70 e ’80, dove migliaia furono infettate a causa di trasfusioni e farmaci provenienti da donatori ad alto rischio. Le indagini nel Regno Unito hanno portato a risarcimenti che superano le 100mila sterline per vittima. Tuttavia, questi scandali servono come un campanello d’allarme per rivedere e rafforzare le misure di sicurezza nelle pratiche di trasfusione a livello globale.
Il verdetto del Tar della Liguria non solo serve come giustizia postuma per la vittima e la sua famiglia, ma anche come un monito severo per il sistema sanitario. È imperativo che siano implementate misure più rigorose per garantire che tali tragedie non si ripetano.La salute è un diritto umano fondamentale e non può essere compromessa da negligenze o da mancanze nel sistema. Questi casi dimostrano che il percorso verso la sicurezza totale è ancora lungo, e che ogni passo falso può avere conseguenze devastanti.