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Il Galliera perde due chirurghi: Menini e Catrambone lasciano per Asl e Pavia

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L’Ospedale Galliera saluta due importanti figure di riferimento del suo staff chirurgico, che lasciano i loro incarichi. Riferimenti per molti pazienti nelle relative specialità, preoccupa come questa doppia partenza inciderà sul piano di interventi e sulle lista d’attesa del polo ospedaliero di Genova Carignano.

Lascia il responsabile del centro di chirurgia della mano

Ha timbrato ieri il suo ultimo cartellino dopo aver militato per quattordici anni dello staff di Ortopedia e Traumatologia. «Lascio il Galliera con nostalgia e commozione; ho operato più di 1500 pazienti, vissuto momenti bellissimi ed esperienze coinvolgenti. Auguro il meglio a tutti coloro che restano e lo auguro anche al Galliera, un grande ospedale», ha dichiarato.

Noto anche come scrittore di libri gialli, Menini (52 anni) rimarrà sulla scena sanitaria genovese andando a lavorare come specialista in un ambulatorio convenzionato della ASL3.

A fine agosto se ne va Ugo Catrambone, responsabile di chirurgia endocrina

“Figlio d’arte” (il padre è stato primario di chirurgia toracica al San martino e in seguito al Galliera), Catrambone ha 51 anni e lavora nell’ospedale genovese da quasi un ventennio. Specialista per gli interventi alla tiroide per interventi di ernia e colecisti.

Le sue qualità hanno fatto sì che il gruppo nazionale Maugeri gli offresi un contratto da libero professionista per operare a Pavia alcuni giorni della settimana. Catrambone non lascia a cuor leggero: «Purtroppo le professionalità vengono riconosciute più dal privato che dal pubblico. A Pavia cercavano uno specialista con le mie caratteristiche. Hanno guardato la mia casistica operatoria e mi hanno proposto un contratto molto interessante sotto tutti i punti di vista. Me ne vado dispiaciuto, ma così è».

Con queste due importanti defezioni, la domanda ora è se il Galliera saprà supplire o se aumenterà la lunga lista dei genovesi che si operano fuori regione a spese della sanità ligure.

Secondo il direttore generale dell’ospedale, Francesco Quaglia, non c’è da preoccuparsi: «Continueremo a occuparci di tiroide, per fortuna abbiamo altri professionisti in grado di operare».

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