Ieri 16 agosto, giornata torrida, non resisto più al caldo e, per simpatia, alle sofferenze di mia moglie in preda al più classico dei mali, quello che colpisce soprattutto a Ferragosto: il mal di denti. Decido di andare a fare un bagno nella mia amata scogliera “della fontana” di Bogliasco dove l’acqua è’ sempre cristallina.
Mia moglie mi prega di andare più vicino perché “potrebbe avere bisogno “ e la lontananza le fa paura . Opto per un tuffo e poco più in corso Italia: vedo che i bagni Capo Marina, un tempo sinonimo di lusso balneare in città, sono diventati “spiaggia libera” e allora fermo lì il mio bolso cavallo d’acciaio.
L’ingresso è il regno delle reti verdi a coprire le nefandezze dell’abbandono ma la piazzetta sottostante con bianchi e ordinati tavolini e ombrelloni in bella vista mi accolgono per un caffè e una fetta di focaccia che una gentile e carina barista di un minuscolo chiosco mi serve con simpatia.
Chiedo a un baldo giovane che noleggia sdraio e ombrelloni se c’è uno spogliatoio visto che li dietro (siamo sotto a corso Italia) vi sono molti locali e cabine. La risposta è “No, non si sono mai visti spogliatoi nelle spiagge libere “. Vero, che cretino, non ci avevo pensato: il Comune passa il servizio di salvataggio (il bagnino , con moscone e salvagente e la pulizia della spiaggia, credo, visto che è pulita) ma lo spogliatoio sarebbe troppo.
E va bene, dai non facciamo i difficili , mi arrangio un po’ come faceva quel grande attore di Jacques Tati in “Monsieur Hulot in vacanza”. E finalmente in acqua!!! E devo dire abbastanza pulita, basta accontentarsi; quindi doccia (grazie Comune di Genova) e sole. Dopo poco, sono un curioso irrequieto, mi muovo e vado verso la tonda piscina, abbandonata e semi cintata che ha un po’ d’acqua verdastra dentro. Che peccato .
A delimitare i Capo Marina dai Bagni San Nazaro una serie di vasoni in plastica con piante di pitosforo morenti visto che l’impianto d’irrigazione è ovviamente rotto. Chiedo ai ragazzi del bar e noleggio attrezzature se è possibile avere una pompa per bagnarle ma mi dicono che non hanno niente. Torno ai vasoni, sento una vocina gridare sommessamente aiuto e allora scavalco e entro nei Bagni San Nazaro.
Belli, ben tenuti, con tanti ombrelloni e sedie sdraio tutti uguali, pulizia e ordine. Mi incammino e incontro nei lavabi un dipendente con la maglietta “Staff” che pulisce con detergenti e stracci con grande cura e chiedo dove trovo il direttore . Risposta gentile e precisa e mi incammino nei vari corridoi . Lo trovo e chiedo se può fare qualcosa per le piante offrendomi come aiuto giardiniere . Gentilissimo mi dice che tra cinque minuti sarà lì dai vasoni con la pompa .
Così è ed io finalmente bagno le povere piante. Grazie direttore, non so il suo nome, ma la sua disponibilità e cortesia siano d’esempio a chi ha cuore la città e le piante che sono anch’esse patrimonio di tutti. Tornato sui miei passi nello scavalcare i vasoni ho sentito ancora quella sommessa vocina: grazie.
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