Paolo Crepet e Vasco Rossi
Paolo Crepet e Vasco Rossi

Da Crepet a Vasco, che cosa succede ad alunni e professori?

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Maturità 2023, la prima edizione “normale” dopo la pandemia

E anche la maturità 2023 ce la siamo levata… Ma a scuola tira una brutta aria?

Dipende. Ogni alunno ha avuto il suo esame: 563000 studenti alla prova con tracce che diventano temi e fotografie a suggerire i collegamenti tra le varie materie.

La maturità 2023 sarà ricordata anche sui libri di storia perché è stata la prima post pandemia: un atteso ritorno alla normalità dopo gli esami ibridi e monchi degli ultimi tre anni.

E lei è sempre lei, è la maturità, signori. Quell’esame che a distanza di decenni si continua a sognare a mo’ di incubo.

Non ci credete? Eppure è proprio così. D’altronde l’esame di maturità è la prima vera prova importante, un rito di passaggio che ci traghetta nel mondo degli adulti.

La notte prima degli esami è una, unica, solo quella: rimane scolpita nella memoria e ci tiene compagnia per tutta la nostra vita.

L’emozione del giorno prima talvolta riappare, quando si è genitori e spetta a noi il compito di accompagnare i nostri figli al loro primo vero esame.

“L’esame di maturità resta di fatto la prima grande prova che ci troviamo ad affrontare – racconta la neodiplomata Laura – una sfida importante.

Noi alunni ci saremmo aspettati una maggior comprensione dopo gli anni della pandemia: magari una commissione solo interna, ma così non è stato.

Il vero scoglio sono state le prove scritte: gli anni scorsi avremo fatto sì e no due temi, davvero poco per arrivare pronti all’esame.

Le tracce, poi, erano fuori tempo, ci hanno proposto autori sconosciuti. Per fortuna con gli orali è andata decisamente meglio”.

I professori come vivono la loro notte prima degli esami?

Soprattutto, quanto si prendono cura dei loro allievi durante i cinque anni delle scuole superiori?

A sentire alunni e professori la salute della scuola italiana non è delle migliori.

Uno studio rivela che il 50% degli studenti del Sud non capisce quello che legge.

Il rapporto Invalsi 2023 parla chiaro: oltre il 45% degli allievi non raggiunge il livello base in quinta elementare.

Il Covid ha accentuato maggiormente la dispersione scolastica che passa dal 7,5% del 2019 all’8,7% del 2023.

Lo psichiatra Paolo Crepet: “Perchè quest’idea di dover essere tutti uguali?”

“Io mi meraviglio che la scuola sia oggi così fallita, arresa – dice su tik Tok Paolo Crepet – il 99% degli alunni promossi è un disastro.

Ma addirittura pensiamo che il nemico da battere sia il merito. Non parlo di meritocrazia, sto parlando del merito”.

Lo psichiatra, che è anche sociologo, educatore, saggista e opinionista, prosegue così:

“Io credo che una ragazza e un ragazzo vadano a sentire il concerto di un buon musicista, non di un musicista qualunque.

Si va in libreria a comprare il romanzo imperdibile di un grande scrittore, non di un mediocre.

E allora perché questa livella, questo appiattimento, quest’idea di dover essere tutti uguali?

Noi di uguale abbiamo una cosa sola, i diritti.

Quello è indubbio. Tutto il resto ce lo dobbiamo costruire noi. E alla fine della gara saremo tutti diversi.

E forse qualcuno avrà anche del merito”.

Devo alla mia professoressa Vittoria Ricci l’amore incondizionato per la lettura e la scrittura

Oltre alla lettura dei dati, però, è necessario soffermarsi sullo stato di salute di insegnanti ed alunni.

E per stato di salute intendo la valutazione del rapporto alunni –  insegnanti e, soprattutto, il bagaglio finale lasciato da questi ultimi ai loro discepoli.

Quando, tanti anni fa, mi sono iscritta al Liceo Classico Chiabrera di Savona, ho avuto la fortuna di incontrare un’insegnante eccezionale.

In classe la chiamavamo “la mitica Vitty”: diciotto ore alla settimana trascorse con lei che ci insegnava italiano, latino, greco, storia e geografia.

Vittoria Ricci è stata per me una professoressa straordinaria: ancora oggi quando la incontro è un’emozione importante che mi riporta a quegli anni di studio.

Da tempo cerchiamo di organizzare un caffè insieme e confido ci riusciremo presto.

Alla professoressa Ricci devo il mio amore per i libri, per il greco e, naturalmente, per la scrittura.

Le piacevano i miei temi: brevi, senza orpelli, ragionati. Talvolta, me lo ricordo bene, chiudeva il commento con “Il finale risulta un po’ troppo categorico”.

Ci ha sempre trasmesso la passione per le sue materie, la serietà ed il rigore.

Come non ringraziare, ancora oggi, un’insegnante così?

Insegnare è una missione: gli alunni chiedono professori preparati, empatici e, soprattutto, autorevoli

La scuola, ai tempi, era un ambiente rigoroso che non lasciava spazio ad inutili e dannose divagazioni.

Sia chiaro che già negli anni 80 c’erano professori improbabili che rendevano la vita impossibile agli alunni.

Sempre al Liceo Classico di Savona ha insegnato matematica e fisica una professoressa che ha lasciato davvero pochi bei ricordi.

Ancora oggi, è morta da poco, quando incontro qualche mia ex compagna di scuola il pensiero è unanime: ci ha fatto odiare le materie scientifiche e ricordarla è tutt’altro che piacevole.

La severità di un docente, vale la pena specificarlo, non c’entra nulla con le valutazioni negative da parte degli studenti, anzi.

Esame di maturità
Esame di maturità

Il ricordo di mia madre, professoressa, nelle parole di una sua ex alunna

Mia mamma ha insegnato per 40 anni e non era certo una professoressa permissiva. Ma era capace, preparata e, soprattutto, giusta.

“Un’insegnante severa che pretendeva molto – racconta una sua ex allieva – spiegava molto bene ed era rispettata da tutti.

Me la ricordo ancora oggi come una donna elegante: nei modi in cui si rapportava con noi e nel vestire.

Con lei c’era il vero rapporto professore – alunno: nessuna inutile confidenza, bensì reciproco rispetto.

La stimavo molto e mi piacevano i suoi modi, sia a livello umano sia educativo”.

Ho conosciuto tanti ex alunni di mia mamma e la descrizione è sempre più o meno la stessa, anche da parte di chi, magari era stato bocciato o rimandato-

Di certo, oltre l’indubbia preparazione, mia madre era una professoressa autorevole in grado di farsi rispettare.

Ricordo bene una sua frase: “Gli studenti non li imbrogli, mai. Loro sanno sempre chi hanno davanti”.

Come a dire che gli alunni sono quasi sempre in grado di pesare l’insegnante che si ritrovano dietro la cattedra: nel bene e nel male.

Un buon insegnante è colui che ti prende per mano e ti porta alla scoperta di materie che possono rivelare parti importanti di te.

Lo studio del latino e del greco, così come quello della matematica, non si esaurisce certo con le declinazioni e i verbi irregolari.

“Sono stati cinque anni belli e difficili – spiega Laura – i nostri professori hanno fatto il possibile per avvicinarci gradualmente al mondo degli adulti.

Certo, la DAD ci ha catapultati in una realtà complessa e straniante, ma abbiamo avuto docenti sempre pronti all’ascolto.

Ci hanno guidati nell’importante percorso di crescita emotiva: è fondamentale conoscere le proprie emozioni e farle diventare le nostre armature”.

Vasco Rossi e il ricordo del suo professore di italiano

Persino il re del rock, sua maestà Vasco Rossi, ha sempre ringraziato il suo professore di italiano per avergli “aperto la mente”.

Vasco detestava gli studi di ragioneria, ma adorava il suo insegnante di italiano al quale deve il suo amore per i libri.

“Il professor Farinelli era all’avanguardia – racconta Vasco – aveva un programma chiamato Presenze. Noi essendo presenti dovevamo testimoniare la nostra presenza attraverso il racconto di cose che ci riguardavano”.

Era un professore illuminato che si rivolgeva così ai suoi alunni: ‘Ricordatevi che è facile essere dei fenomeni, la cosa più difficile è essere delle persone normali, che vanno a lavorare per mantenere la famiglia”.

Studiare è fondamentale e i voti dovrebbero venire sempre dopo: dopo le spiegazioni dei docenti, dopo l’attenzione degli alunni, dopo la condivisione di un percorso scolastico e di vita.

La cultura non è la somma di nozioni appiccicate in testa per un’interrogazione, tutt’altro.

Eppure ancora oggi ci sono professori che prediligono la nozione al ragionamento critico, la distanza emotiva ad un rapporto costruttivo con gli alunni.

“La maturità è un passaggio importante – dice il bravo professore di latino e greco di un Liceo ligure – e da interno la vivo in maniera emotiva come un adulto che accompagna dei quasi adulti al compimento dei loro studi e all’inizio di un loro nuovo percorso.

Mi sento un po’ come Virgilio quando congeda Dante e lo invita a entrare nell’Eden liberamente e senza ulteriori indicazioni”.

Impossibile essere buoni insegnanti senza una reale partecipazione emotiva alla vita dei propri studenti. Da non confondersi con una errata confidenza che rischia di modificare in negativo i rispettivi ruoli.

Insegnare non è un lavoro, ma piuttosto una missione attraverso la quale poter guidare gli alunni durante il loro percorso. Le valutazioni non devono essere mai definitive e categoriche.

Il buon professore è colui che sa leggere oltre il voto e che intravede le potenzialità dei suoi alunni.

“Maturo” è il primo titolo importante che ci viene rilasciato dopo la maggiore età.

Poi ne seguiranno altri, a seconda del percorso intrapreso.

Laurea, master, carriera politica, fino a diventare magari un ministro.

I libri, però, leggiamoli prima. E cerchiamo pure di capirli!

Rosella Schiesaro©

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Photo Credit La Stampa, Il Fatto Quotidiano

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Info Rosella Schiesaro

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Nata a Savona, di origini toscane, Rosella Schiesaro ha svolto per più di vent'anni attività di ufficio stampa e relazioni esterne per televisioni, aziende e privati. Cura per LiguriaDay la rubrica Il diario di Tourette dove affronta argomenti di attualità e realizza interviste sotto un personalissimo punto di vista e con uno stile molto diretto e libero. Da sempre appassionata studiosa di Giorgio Caproni, si è laureata con il massimo dei voti con la tesi “Giorgio Caproni: dalla percezione sensoriale del mondo all’estrema solitudine interiore”. In occasione dei centodieci anni dalla nascita del poeta, ci accompagna In viaggio con Giorgio Caproni alla scoperta delle sue poesie più significative attraverso un percorso di lettura assolutamente inedito e coinvolgente.

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