Dopo la sconfitta rimediata in semifinale contro la Spagna, gli Azzurri hanno meritatamente vinto la finale per il terzo posto contro l’Olanda. Le reti di Dimarco, Frattesi e Chiesa hanno infatti regalato ai ragazzi di mister Mancini il successo, dissipando in parte la delusione per non essere arrivati in finale. Partita subito in discesa per l’Italia, avanti al De Grolsch Veste di Enschede al 6’ con il poderoso esterno del talento dell’Inter, imparabile per l’estremo difensore degli Oranje. Alla rete del vantaggio segue rapidamente il goal di rapina di Davide Frattesi, giovane diamante del Sassuolo che infiammerà il mercato estivo.
I padroni di casa reagiscono invece con estremo ritardo, riuscendo ad accorciare le distanze con Steven Bergwijn non prima 68’. Tre minuti più tardi, però, la cavalcata trionfale di un ritrovato Federico Chiesa manda al bar l’intero reparto difensivo olandese, chiudendo virtualmente la gara. Colpita nell’orgoglio, la squadra di Ronald Koeman tenta la clamorosa remuntada, trovando la rete del 3-2 grazie alla fortunosa deviazione di Weghorst sugli sviluppi della punizione di Koopmeiners. L’entusiasmo oranje viene tuttavia smorzato dalla decisione del VAR di annullare il goal per fuorigioco, riportando il risultato sul 3-1. Ciò non basta però a placare gli olandesi che, nel disperato tentativo di agguantare il pareggio, trovano quantomeno il 3-2 all’89’ con il sinistro imparabile del giallorosso Wijnaldum.
La Spagna trionfa in finale
Nonostante i brividi finali, la sorte sorride agli Azzurri, lasciando ben sperare per le prossime qualificazioni agli Europei del 2024. Parlando invece della finalissima tra Croazia e Spagna in pillole, le Furie rosse hanno infine strappato agli avversari l’ambito trofeo ai calci di rigore. Gli errori di Lovro Majer e Bruno Petković dagli undici metri si sono infatti rivelati fatali per i croati che, nonostante l’ottimo gioco e le numerose occasioni create, non sono riusciti a sfuggire alla maledizione del “umirati na ljepoti”, cedendo il passo al pragmatismo degli iberici. Questa “tragica” espressione, la cui traduzione letterale è “morire nella bellezza”, ha infatti accompagnato la storia del calcio jugoslavo fin dai suoi albori, salvo alcune eccezioni. La Spagna ha dunque aggiunto un altro trofeo al proprio palmares, entrando di diritto nella storia della “giovane” competizione e riscattando gli insuccessi degli ultimi anni.