LA SPEZIA – Daniele Bedini era capace di intendere e di volere. Depositata la perizia sulle condizioni psichiatriche del 32enne falegname di Aulla (MC), in carcere dallo scorso giugno con l’accusa di duplice omicidio.
A dicembre dello scorso anno, gli esperti erano stati chiamati a stilare una perizia psichiatrica sul presunto mostro di Marinella, e avevano preso tempo dopo che al Tribunale di La Spezia era stata esaminata la richiesta dell’avvocato difensore di Bedini, sotto accusa per il duplice femminicidio di Nevila Pjetri e Camilla Bertolotti, che aveva chiesto una perizia psichiatrica per il proprio assistito al fine di capirne meglio le capacità di intendere e di volere.
La richiesta era stata dunque accolta, ma i tecnici scelti dal Tribunale hanno chiuso il lavoro solamente questa mattina.
Bedini, giovane falegname lunigianese di Aulla avrebbe agito dalle parti di Marinella di Sarzana, dato anche l’esame del dna che aveva dato corrispondenza al sangue rintracciato sul luogo del delitto con il suo.
Daniele Bedini era in videocollegamento da Novara, quando si era deciso di procedere con la perizia, carcere dove era stato trasferito in quanto, dando quasi seguito alle sue prime volontà di resistere all’arresto per l’accusa di femminicidio contro Pjetri, aveva tentato una almeno rocambolesca fuga dalla casa circondariale di La Spezia e anche dalla sede successiva, Cuneo.
Il killer adesso è sottoposto al regime di sorveglianza speciale 14 bis. E i risultati della perizia dimostrano che era capace di intendere e di volere al momento dei fatti, quindi può essere processato.
Una vera e propria svolta nelle indagini.
NUNZIO FESTA
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