Ucraina, un anno di guerra

Ucraina, un anno di guerra: il riassunto di questi 365 giorni

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Ucraina, un anno di guerra: dal brusco risveglio dell’Europa un anno fa, il ripiombare in un incubo che sembrava non doversi più ripetere. Dal rischio nucleare ed escalation militare alla risposta coraggiosa ucraina sul campo. I giorni del mondo con il fiato sospeso mentre una tragedia umanitaria dilagava in Europa con milioni di rifugiati. Le conseguenze economiche per tutti. Il gas russo e l’inflazione, tutto questo in un anno di guerra.

Un anno fa l’Europa si svegliava con una nuova guerra alle porte.

Era la mattina del 24 febbraio 2022 quando il mondo si svegliò con le immagini impressionanti dell’attacco russo su Kiev, capitale ucraina.

Fotografie che sembravano arrivare da un libro di storia, dalle tristi pagine del secolo scorso. Nel nostro continente – per intenderci – che aveva riscoperto la pace dopo fiumi di sangue, perché altrove, oltre i tranquilli e quasi sempre democratici confini europei la guerra non ha mai conosciuto tregua.

Così l’Europa si svegliò con una nuova incolmabile spaccatura.

I territori di confine russo – ucraini non erano nuovi al conflitto. Lì la guerra divampava già dal 2014, quando i separatisti della regione del Donbass si erano armati con l’appoggio della Russia per ottenere l’indipendenza dall’Ucraina. Una presa di posizione mai tollerata dal governo ucraino e così presto le tensioni sfociarono in una guerra civile.

Gli ultimi mesi del 2021: l’avanzamento verso il conflitto

In fretta si arrivò agli ultimi mesi del 2021, quando l’esercito di Putin cominciò a muovere l’artiglieria pesante in direzione Ucraina. Una scelta che da subito preoccupò i paesi europei e gli Stati Uniti che vigilarono da lontano.

La Russia però liquidava il tutto, giustificandosi e spiegando che quelle mobilitazioni erano solo esercitazioni; non c’era nulla di cui preoccuparsi. Erano i paesi europei ad essere troppo allarmisti.

L’Europa non pensò ad un’invasione imminente ma piuttosto ad un’operazione per spaventare i vicini ucraini, forti anche dell’alleanza della Bielorussia di Lukashenko, fedele a Putin.

La notte del 24 febbraio 2022:

E invece il 24 febbraio tutte i timori si concretizzarono. Nella notte Kiev venne presa d’assalto con bombe e missili e l’annuncio di Putin la definì: “un’operazione militare speciale per difendere i cittadini russi dalla minaccia della Nato”.

La popolazione ucraina andò nel panico e cominciò un grande esodo verso le frontiere amiche per cercare la libertà e la vita, lasciandosi alle spalle la morte, la distruzione ma anche le proprie abitazioni e i propri cari.

Ci arrivarono immagini scioccanti che sentimmo più vicine delle altre: madri con i figli in braccio in preda ad una corsa disperata verso l’occidente, i baci dei padri costretti a restare per combattere e la contagiosa distruzione del conflitto, che si sposta sempre ma presenta sempre lo stesso desolante scenario.

Furono otto milioni gli ucraini in fuga e cinque milioni quelli che chiesero protezione in un paese UE secondo i dati delle Nazioni Unite in costante aggiornamento.

Polonia e Romania furono le mete privilegiate dai rifugiati: paesi amici e vicini che potevano aprire l’autostrada verso l’Europa.

Ucraina, un anno di guerra: Le reazioni dell’UE

I paesi membri dell’UE intanto non restarono a guardare, ci furono giorni tesissimi in cui si toccò con mano il rischio di un’escalation improvvisa che avrebbe portato alla Terza Guerra Mondiale.

La risposta dell’UE fu compatta e univoca, tutti si schierano contro la scellerata invasione ordita da Putin e vennero immediatamente attivate sanzioni economiche per far desistere Mosca. Si utilizzeranno tutte le strategie per evitare una risposta militare sul campo.

Fondamentale fu invece l’appoggio all’Ucraina: grazie all’invio di armi e di tantissimi volontari che all’indomani del 24 febbraio si mobilitarono per raggiungere Kiev.

Ucraina, un anno di guerra: cronistoria

Mariupol

Mariupol – che Zelensky paragonò a Genova – è stata la città protagonista dei giorni più duri con il lungo assedio iniziale: la città portuale strategica per ragioni militari affacciata sul mare di Azov. La battaglia e i bombardamenti distruggono quasi del tutto la città. Un inferno durato fino a maggio, quando la Russia annunciò di averla conquistata.

Un raid su un teatro con 1200 rifugiati viene colpito, si conteranno più di 600 morti. Grazie a un corridoio umanitario i veicoli poi riuscirono ad uscire dalla città, 20 mila persone si salvarono, in una città dove ne vivevano 500 mila.

Bucha:

Più tardi si scopre l’orrore di Bucha: tra fine marzo e inizio aprile vengono scoperti numerosi cadaveri di civili nella cittadina non lontana da Kiev. Un cimitero a cielo aperto e il mondo si indigna. Il Cremlino arriverà ad accusare l’Ucraina di “una messa in scena” esentandosi da colpe.

Ucraina, un anno di guerra: i momenti salienti

Ad aprile i paesi europei cominciano a mostrare i muscoli contro la Russia: la prima è la Lituania che blocca le importazioni di gas russo.

Biden parla di “genocidio” riferendosi alla tragedia che si sta consumando in Europa.

Il 14 aprile due missili ucraini colpiscono Moskva una delle navi della marina militare russa più importanti e affonda nel Mar Nero.

Il 21 aprile Putin annuncia la conquista di Mariupol.

A maggio Ucraina e Finlandia dichiarano la loro volontà  di entrare a far parte della Nato, si accoderà alla richiesta anche la Svezia. Sale l’escalation, i finlandesi condividono una frontiera lunga 1200 km con i russi.

A giugno Unicef fornisce i dati che nessuno avrebbe mai voluto sentire, dall’inizio del conflitto sono 262 i bambini rimasti uccisi e oltre 2,2 milioni quelli costretti alla fuga.

A fine giugno la Russia sarà accusata da Amnesty International di aver utilizzato armi non convenzionali, tipo le bombe a grappolo. Armi che colpiscono il 98% di civili e il 27% di bambini, e che hanno il forte rischio di cadere al suolo inesplose.

In estate, a luglio, i paesi dell’UE discutono sulla razionalizzazione del gas in vista dell’inverno, con l’obiettivo di ridurre la domanda del 15%. Gas e materie prime sono gli argomenti più caldi perché sono le dirette conseguenze della guerra in Occidente: la carenza di gas e i prezzi delle materie prime alle stelle hanno causato 71 milioni di nuovi poveri nei paesi in via di sviluppo.

A settembre Putin annuncia l’annessione di quattro regioni ucraine e dichiara una mobilitazione generale parziale, per la quale, chiede il reclutamento di 300 mila nuovi uomini. Questo scatena la fuga in massa dal Paese, saranno circa 260 mila i cittadini russi fuggiti.

Il 23 settembre intanto Putin organizza un referendum per le quattro regioni conquistate: Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia. Qui si svolgeranno le elezioni, in un clima di terrore e minaccia con i soldati russi di presidio, e ovviamente vincerà il Sì.

Ad ottobre viene bombardato il ponte di Crimea, che collega la Russia alla penisola annessa nel 2014. Putin accuserà il gesto come “atto terroristico”.

In vista del gelido inverno ucraino, la Russia decide di colpire con una serie di bombardamenti di missili balistici e droni le infrastrutture energetiche civili.

A novembre l’esercito ucraino riconquista la regione di Kherson dopo otto mesi di occupazione russa. Ma il 15 novembre il mondo è con il fiato sospeso: due missili anti – aerei S-300 sono caduti in territorio polacco. Si teme la firma dei russi dietro l’attacco; una provocazione che costerebbe carissima e provocherebbe una reazione a catena senza precedenti.

Sventato pericolo. Varsavia analizzerà i residui, che verranno attribuiti a dei missili lanciati per errore dall’esercito ucraino.

A gennaio si tirano le somme di un anno di conflitto: sono 280 mila i morti da entrambi gli eserciti. 180 mila tra i russi, 100 mila tra gli ucraini.

Milioni i rifugiati dal paese colpito ma soprattutto per chi è rimasto si parla di catastrofe umanitaria: ad oggi manca tutto, acqua potabile, riscaldamento, cibo, medicine e beni di prima necessità. Secondo le Nazioni Unite il 40% della popolazione ha bisogno di assistenza.

Fuori dai confini ucraini schizzano i prezzi del gas e cresce l’inflazione. Intanto le tensioni e la brama di potere sembrano non affievolirsi dopo un anno di morte e distruzione

Un conflitto dal forte impatto umano, militare, geopolitico – perché ha messo a dura prova alleanze e rivalità per l’equilibrio globale – e poi ambientale, vista la vicinanza di Chernobyl.

Questa è la guerra, dopo solo un anno.

Foto di copertina: Rivista il Mulino

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Info Francesca Galleano

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Francesca Galleano, 25 anni, laureata in Lettere e in Informazione ed Editoria. Appassionata di calcio, cultura, viaggi e fotografia. Caparbia, determinata e responsabile ma anche sognatrice e capace di stare contemporaneamente con i piedi per terra ma la testa tra le nuvole.

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