Mi aspettavo le parole con tono garbato di Renato Fiacchini, in arte Renato Zero, sulla vicenda sanremese che ha visto coinvolti Rosa Chemical e Fedez.
Non nascondo il mio imbarazzo dinanzi a tale scena in una manciata di secondo. Di certo quelle immagini non aiutano a progredire ma a distruggere oltre ai diritti anche la musica.
Non critico mai ma questa volta ho una posizione dura e ferrea che mi vede concorde con Renato Zero. Non si può salire su di un palco così prestigioso ed essere, allo stesso tempo, così immaturi. Senza ponderare delle scelte che possono essere dannose in primis per il cantante.
Di solito uso la nomea “artista” ma qui siamo già lontani dal canto figuriamoci a essere artisti.
Mi rivolgo a voi giovani: prima di salire su di un palco studiate e studiate.
Solo con la fatica si riescono o a raggiungere degli obbiettivi che siano piccoli o grandi ma con la consapevolezza di lasciare una firma che ha un peso artistico.
Io lavoro con tanti ragazzi, molti hanno ignorato o – con il termine cringe (imbarazzante in modo racapricciante) – hanno sentenziato il funerale dell’esibizione.
Un esempio positivo per le nuove generazioni è Lazza.
Il cantante milanese, in un video, ha infatti affermato che servono sacrifici per arrivare a degli obbiettivi e che lui di sacrifici ne ha fatti parecchi visto il suo percorso di studi al Conservatorio.
Ogni giorno lavoro dalle dieci alle tredici ore credendo fermamente nei giovani e nella mia musica con molti progetti sia concertistici che culturali.
Continuerò a sottolineare che l’apparenza non basta. Ormai è tutto trash. Il degrado sociale e culturale ha divorato l’intelletto di molte persone che si prepara a cadere in un precipizio senza fine.
Avevo quattro anni, era il mio primo concerto, notai i suoi ricci e i vestiti attillati con i luccichii e quella voce accompagnata da movenze quella si, era trasgressione, innovazione che trasmetteva un messaggio attraverso non solo la musica ma passando per il teatro.
Tanto da rimanere ancora oggi inarrivabile, si contano i suoi mille sosia riusciti male come da una fotocopia impazzita. Quel messaggio quasi paterno nel ricordare che per diventare Zero devi sudare e lavorare tanto con massima umiltà.
Maestro Alberto Luppi Musso
Foto di copertina: Radio Norba
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