“La calda estate del commissario Casablanca” è il romanzo d’esordio di Paolo Maggioni, un giallo edito Sem.
“A girarla in motorino Milano scivola via, si allunga senza dilatarsi. Alcune strade partono in pieno centro e finiscono ai margini della città, senza traumi, senza interruzioni. In alcuni punti non si scruta neanche l’orizzonte, è un percorso senza fine lungo la campagna, Milano, città di cascine e fattorie urbane.”.
Il Commissario Casablanca detto Ginko è stato trasferito da poco dalla sezione omicidi all’ufficio passaporti. Da tempo ha smesso di dare forma alla sua città, la attraversa e basta, spesso faticando a riconoscersi e a riconoscerla, ma a passo lento, solo per godersi il paesaggio.
Maggioni, con il suo romanzo d’esordio, ha creato non solo un protagonista umano e realistico, ma anche una squadra che gli gravita intorno che non può che conquistare, grazie alla capacità dell’autore di rendere assolutamente verosimile ciò che narra.
Ginko, sempre un po’ tormentato, questo “ragazzo un po’ invecchiato e con l’aria da schiaffi”, che ama parlare con gli anziani. sbirciando nel loro passato denso. Anche se la vera protagonista del libro è Milano. Emerge prepotente e furiosa, nelle dicotomie dei vicoli grigi e tra i turisti che restano ammaliati da Chinatown, e si staglia ricca di sfaccettature e con i suoi lati oscuri. La passione per le indagini il nostro commissario non l’ha di certo persa e approfittando delle vacanze del questore indaga sulla storia di Issa, un maliano fuggito dal Centro di accoglienza, lungo i binari della Stazione Centrale, trovato senza vita sul tetto di un treno che aveva come destinazione la Svizzera. Sembra un incidente, ma si rivelerà invece qualcosa di completamente diverso.
Ed è bello questo giallo, scorrevole e appassionato, che sa di vita, di relazioni, di amicizia, di cose che sono sempre diverse da come sembrano. Di difficoltà, di Navigli e di fotografia.
Notevole questo esordio per il noto giornalista che abilmente intreccia trama e personaggi, creando un romanzo godibile e intenso, e che ci fa sperare che presto esca una nuova avventura. Perché uscirà, vero?
Interessante questo libro che racconta la natura umana nelle sue dicotomie, che non usa mai troppi aggettivi per raccontare aneddoti e che accarezza ogni narrazione con la giusta dose di ironia. Mi ricorda per certi versi Scerbanenco.
Intrigante e brulicante di vita la città che ci racconta, una Milano, luci e ombre, che dallo sfondo si staglia di diritto a co-protagonista, e sorride.
Oppure no.