Il capogruppo di Uniti per la Costituzione, Mattia Crucioli, si è presentato ieri in aula armato di megafono e bandiera palestinese per protestare contro l’accordo Iren Mekorot, azienda idrica israeliana. Secondo il consigliere comunale, quest’ultima sarebbe responsabile di violazioni dei diritti umani ai danni del popolo palestinese. In particolare, Crucioli ha recriminato la scelta della maggioranza di bocciare la sua proposta di discutere l’accordo in aula.
“In conferenza dei capogruppo si è chiesto prima un parere alla segreteria generale e, dopo il parere di inammissibilità, si è votato, contrariamente a quanto prevede il regolamento” lamenta l’ex grillino. “La conferenza dei capigruppo ha quindi deciso a maggioranza di non discutere di questo argomento che, evidentemente, è un tabù per il consiglio comunale”
Dopo le ammonizioni del presidente dell’aula Carmelo Cassibba, Crucioli si è visto spegnere il microfono, ma il consigliere doveva essere preparato a questa evenienza, sfoderando la propria arma segreta: il megafono. Ha così proseguito con la sua protesta. Con lui anche esponenti di altre forze politiche, tra cui Francesca Ghio e Fabio Ceraudo, rispettivamente dei Verdi e del M5S.
I megafoni, tuttavia, erano anche fuori Palazzo Tursi, dove un presidio dell’Associazione culturale Liguria Palestina si è accodata a Crucioli per protestare contro l’accordo Iren Mekorot. “No all’accordo Iren Mekerot” si legge sugli striscioni, assieme a slogan dal carattere anti-israeliano e anti-sionista.
La maggioranza, tuttavia, resta compatta sulla propria decisione, richiamando al parere della segreteria in merito all’inammissibilità della mozione.
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