Grande successo a Genova per la Fiera di Sant’Agata che si è svolta di nuovo nella sua data di inizio febbraio e nella sua forma tradizionale.
“Sant’Agata conduce la festa a casa” è uno dei proverbi più popolari ispirati dalla santa e vergine fanciulla mandata a morte dal console romano Quinziano, invaghitosi di lei a Catania intorno alla metà del terzo secolo. Poiché rifiutò di adorare gli dei pagani, ma soprattutto di giacere col console, Agata subì un sadico e feroce martirio incluso il taglio dei seni.
San Pietro la visitò quella notte stessa curando le sue ferite. E Quinziano la fece così sdraiare sui carboni ardenti coperta soltanto di un velo. Fu allora che i catanesi assistettero al miracolo. Mentre il corpo di Agata bruciava, il velo che la copriva non si incendiò.
Le reliquie di Sant’Agata sono dunque custodite nel Duomo di Catania. Ma come i genovesi sanno, nel quartiere di San Fruttuoso c’è una chiesa a lei dedicata. E ogni anno, il 5 febbraio – giorno della sua morte, Genova “conduce la festa nelle strade” di questo quartiere.
Piazza Terralba, Piazza Giusti, Piazza Martinez, Piazza Manzoni, Corso Galilei, Via Casoni, Via Giacometti, Corso Sardegna e Via Don Orione: è in questi luoghi che sono state allestite le 600 postazioni a disposizione degli operatori provenienti da tutte le regioni d’Italia.
Liguria Today ha visitato la Fiera di Sant’Agata in mezzo a migliaia di persone in un dedalo di banchi e di tende. Tra abbigliamento, salumi, olio e vino, miele e tisane, fiori e piante. Con un ricca offerta di merci e di prezzi, a volte vantaggiosi e altre volte un po’ meno. Ma al di là dei “buoni affari”, il successo della Fiera di Sant’Agata sta proprio nel ritorno al suo svolgimento tradizionale. O se vogliamo, a una desiderata “normalità”.