Ad un primo sguardo pare una dolce e quieta nonnina, ma il nome che ha inaugurato oggi il ciclo di incontri “Diritto alla Libertà” appartiene invece ad una donna intrepida e accesa: Lea Melandri (Maddalena Melandri – 1941), giornalista, scrittrice e attivista del movimento femminista italiano.
Dopo una breve introduzione di Simone Regazzoni (filosofo e professore, conosciuto ai non addetti ai lavori per aver discusso la filosofia delle serie Lost e Dr. House nei suoi libri) in cui ha spiegato il grande valore del femminismo come elemento di rottura nei dogmi precedenti, Lea scuote il pubblico con voce decisa e introduce la questione del femminismo negli anni settanta.
Lea parte da un aneddoto della sua adolescenza: all’epoca del liceo le fu proposto in classe un tema dal titolo “Novembre”, tema in cui la studentessa scelse di parlare della sua condizione sociale e della violenza.
Questo tema, per quanto ben scritto, venne considerato non pertinente alla consegna e ricevette un voto negativo: dopo una prima delusione per la valutazione, Lea Melandri capì che era il luogo in cui aveva espresso il suo pensiero ad essere inadatto in quanto non pronto e che “Il fuori tema -le questioni sociali- doveva diventare il tema”.
Gli anni Settanta del Novecento sono stati definiti e archiviati con l’etichetta “la stagione dei diritti” poiché, grazie alle lotte emancipazioniste di donne e uomini, consentirono l’espandersi di diritti civili attesi da tempo: in primo luogo, il divorzio, con il nuovo diritto di famiglia che per la prima volta demoliva la potestà patriarcale e maritale, e poi il diritto ad una procreazione consapevole, soprattutto grazie alla diffusione della contraccezione orale e alla legalizzazione dell’aborto.
Gli anni settanta furono, citando la Melandri “gli anni delle figlie ribelli alle madri” e dell’ “emancipazionismo”, anni in cui è giusto parlare di “stagione dei diritti” ma è forse più giusto parlare di “anni della scoperta del sé“, anni in cui il confine tra cittadino e persona viene esplorato con uno sguardo più incentrato alla persona, anni in cui il confronto tra donne porta a quello che Lea definisce il cuore del femminismo: la narrazione del proprio vissuto.
Lea Melandri conclude l’incontro ribadendo l’importanza dell’analisi del sé e del confronto, analisi che tutt’oggi deve rimanere viva affinché il femminismo non muoia con questo dialogo.
Ha chiuso la relatrice Francesca R. Recchia Luciani, ripercorrendo con energia le tappe dell’emancipazione e condividendo un interessante progetto fatto con l’attivista: un archivio digitale per informare le generazioni oggi chiamate a conoscere il proprio passato per poter portare avanti il movimento femminista. https://archiviodilea.it/
I prossimi appuntamenti del ciclo di incontri a tema “Diritto alla Libertà”, sempre al Palazzo Ducale di Genova, saranno:
martedì 24 gennaio 2023, ore 18 | Maura Gancitano
La creatività del pensiero come fondamento della libertà
martedì 31 gennaio 2023, ore 18 | Lucrezia Ercoli Fuga dalla libertà
martedì 7 febbraio 2023, ore 18 | Francesca Romana Recchia Luciani
Le rivoluzioni femministe, una storia di libertà condivisa
Arianna Ranocchi