Paninari a San Babila
Paninari a San Babila

Addio al Burghy di San Babila, il tempio dei paninari anni ‘80 tra Moncler e Duran Duran

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Chiusura definitiva per lo storico Burghy di Piazza San Babila

Vallo a spiegare alla Generazione Z o Alpha che oggi, 6 dicembre, con la chiusura di Burghy chiude definitivamente anche un pezzetto della nostra storia.

Il McDonald’s di Piazza San Babila non ha retto alla botta della pandemia e non è in grado di sostenere affitti divenuti troppo esosi. I 35 lavoratori sono però al sicuro e saranno ricollocati nelle vicinanze.

Era il lontano 1981 quando a San Babila aprì il primo Burghy d’Italia.

Tra la Milano da bere e la moda che iniziava a decollare con i Jeans di Giorgio Armani, il primo stilista a sdoganare il pantalone in tela di Genova e a portarlo sulle passerelle di tutto il mondo.

Perché se oggi siamo abituati a Jeans griffati che costano cifre spaventose, prima di re Giorgio i Jeans erano relegati a pantalone da lavoro, o quasi.

Burghy

Burghy sbarca a Milano nel 1981: nascono i paninari

Arriva a Milano un pezzo d’America con quella perenne aria da vacanza e i giovani se ne innamorano subito. Nessuno o quasi interesse per la politica e discorsi incentrati piuttosto sull’ultimo modello da indossare per essere al Top.

Nasce qui, a San Babila, il fenomeno dei paninari che fecero del Burghy il loro punto d’incontro preferito.

Si davano appuntamento qui davanti ogni giorno e anche se sarà poi acquisito da McDonald’s nel 1996, per i ragazzi dell’epoca rimarrà sempre il Burghy.

L’abbigliamento richiesto seguiva regole ben precise: giubbino Moncler, jeans Americanino, calzini Naj Oleari, scarponcino Timberland ai piedi o stivale americano, cintura El Charro.

Un look che non era certo alla portata di tutti: ti ballava oltre un milione delle vecchie lire. Tanto che qualcuno veniva addirittura derubato del piumino griffato e in alcuni casi pure delle scarpe.

Altro must have l’abbronzatura con la lampada o chili di terra abbronzante e capelli scalati sul lungo anche per i ragazzi.

Oltre a questo, il lessico: un linguaggio creato ad arte per comunicare tra di loro senza essere sgamati dai grandi.

E’ tutto un susseguirsi di panozze, sfitinzie, oggi cucco di brutto e via dicendo.

Un business anche per la carta stampata – eh già, all’epoca i telefonini non esistevano ancora – che vendette oltre 100.000 copie de Il Paninaro e poi Il Cucador e Wild Boys.

Idoli musicali, ovviamente, i Duran Duran, con le urla isteriche delle ragazzine al Festival di Sanremo che oggi se le sognano persino i Måneskin.

Con Drive In i paninari diventano un fenomeno nazionale

Arrivò anche la trasmissione Drive In con Enzo Braschi che interpretava appunto un paninaro e che fece sì che il fenomeno si estendesse a tutta l’Italia.

 

 

Un movimento di ragazzi dai 10 ai 17 anni, che non si occupano di politica, abbiamo detto, indipendentemente dalle proprie ideologie in merito.

Un fenomeno di costume di cui si è parlato a lungo, nel bene e nel male. Un pezzetto di storia di un’Italia davvero diversa, alle prese con le prime rincorse consumistiche.

I paninari di allora erano di fatto come i giovani di ogni periodo: pieni di sogni, di desiderio di appartenenza, di voglia di leggerezza.

Non chiude “solo” la sede di McDonald’s in piazza San Babila, chiude un periodo, una moda, cala il sipario sui nostri ricordi di adolescenti.

Oggi, inutile negarlo, noi ragazzi di allora siamo davvero un po’ tristi: è la fine di un’epoca.

Si volta pagina. Con buona pace per il Moncler e i Duran Duran che “spaccano” ancora!

 

Rosella Schiesaro

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Photo Credit Pluriverse

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Info Rosella Schiesaro

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Nata a Savona, di origini toscane, Rosella Schiesaro ha svolto per più di vent'anni attività di ufficio stampa e relazioni esterne per televisioni, aziende e privati. Cura per LiguriaDay la rubrica Il diario di Tourette dove affronta argomenti di attualità e realizza interviste sotto un personalissimo punto di vista e con uno stile molto diretto e libero. Da sempre appassionata studiosa di Giorgio Caproni, si è laureata con il massimo dei voti con la tesi “Giorgio Caproni: dalla percezione sensoriale del mondo all’estrema solitudine interiore”. In occasione dei centodieci anni dalla nascita del poeta, ci accompagna In viaggio con Giorgio Caproni alla scoperta delle sue poesie più significative attraverso un percorso di lettura assolutamente inedito e coinvolgente.

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