La prestigiosa carriera di Dino Cerruti
Dino Cerruti presenta Empty-ty, piano trio con Rodolfo Cervetto e Tommaso Perazzo.
Classe 1963, Cerruti è tra i più apprezzati contrabbassisti italiani della scena Jazz. Vanta una carriera trentennale e collaborazioni di prestigio con artisti di fama nazionale ed internazionale.
Cerruti ha suonato con i più importanti nomi della scena musicale: Riccardo Zegna, Andrea Pozza, Dado Moroni, Franco Cerri, Gianluigi Trovesi, Enrico Rava, Scott Hamilton, Carl Anderson, Bobby Durham.
Bob Mover, Josè Luis Cortes, Enrico Ruggeri, Tullio De Piscopo, Pietro Tonolo, Ellade Bandini, Emanuele Cisi, Antonio Marangolo, Sandro Gibellini, Gegè Telesforo, Giampaolo Casati, Diana Torto, Danila Satragno e molti altri.
Da quasi trent’anni svolge, in parallelo all’attività di musicista, quella di docente presso scuole pubbliche e private.
Dino, la tua carriera è una lunga carriera: ci racconti quando e come ti sei accostato alla musica?
Direi abbastanza presto: ho iniziato a suonare la prima chitarra verso i 6-7 anni.
Mi chiudevo nella mia stanza e mi immaginavo su un palco. Mi ricordo benissimo ancora adesso un noiosissimo giorno di scuola.
Ho chiuso gli occhi, ho immaginato di mettere su un disco e ho iniziato a suonare. Nella mia immaginazione, ovviamente.
Ecco, posso dire di avere avuto sempre la musica in testa, anche perchè i miei genitori ascoltavano ogni giorno Radio Montecarlo e in casa c’era sempre musica: mi ricordo le canzoni di Gianni Morandi, Caterina Caselli e Patti Pravo.
Intorno a i 12 anni ho cominciato a studiare con un maestro di chitarra e sono poi passato al piano. Ricordo bene le prime esibizioni: un gruppo di 15 amici sul palco in qualche localino di riviera.
Nel mentre ho continuato a studiare: mi sono diplomato all’ITIS e ho frequentato i primi due anni ad ingegneria. Poi ho continuato a suonare, sempre, e a 25 anni ho deciso che questa sarebbe stata la mia strada: vivere di musica.
Intorno ai 30 anni ho fatto l’upgrade a professionista ed ho anche deciso di dedicarmi esclusivamente al Jazz.
Musicista professionista, oltre 2000 concerti tra festival, club e teatri italiani ed europei: qual è il primo ricordo che ti viene in mente e al quale sei particolarmente legato?
Mi viene senz’altro in mente la prima serata quando ho suonato a Cairo Montenotte con Paul Jeffrey: il debutto con un jazzista americano di prim’ordine che si era esibito con le grandi big band.
Ricordo, prima di salire sul palco, un mix di emozione e paura allo stato puro. Per la prima volta ero in mezzo ai “grandi del Jazz” e di fronte ad una platea pazzesca.
Il professore del Jazz
Dino, oltre a suonare tu sei anche un professore da parecchi anni: che cosa trovi nel rapporto con i tuoi studenti?
E’ senza dubbio stimolante: mi trovo bene con gli studenti perchè riesco ad instaurare con loro un rapporto molto costruttivo di credibilità che li porta a studiare la musica nel migliore dei modi.
In più mi da la possibilità di poter spiegare quello che io, con fatica, ho imparato.
Insegnare è un aspetto molto importante per me perché c’è sempre da imparare e il contatto con i giovani studenti ti mette costantemente alla prova.
Ritengo inoltre che la musica vada condivisa: non si impara la musica da soli. Ecco, mi sento di dire che per me l’aspetto didattico e quello concertistico hanno pari importanza.
Cerruti, Cervetto, Perazzo: il piano trio che strizza l’occhio agli anni ‘60
E’ uscita proprio in questi giorni su tutte le piattaforme digitali il nuovo disco: Empty-ty, registrato a maggio 2021 durante la pandemia. Come nasce questo tuo progetto?
Sì, abbiamo registrato questo disco in un momento molto particolare, quello pandemico. Empty-ty esce per la Caligola Records di Mestre e nasce da una mia idea: quella del piano trio.
Ho voluto mettere insieme le mie esperienze di ascolto dei vari trio piano per tradurle e trasferirle nel mio mood.
Si parte dagli anni 60: il primo Bill Evans e Keith Jarrett, ho scelto i pezzi, i musicisti e il mood del disco.
Oltre al mio contrabbasso, nel disco suonano Rodolfo Cervetto alla batteria e Tommaso Perazzo, pianista emergente di Genova.
Entrambi hanno supportato le mie idee aggiungendo naturalmente il loro punto di vista musicale.
E’ stata un’esperienza davvero molto arricchente: abbiamo registrato dal vivo in una rimessa di pianoforti che la ditta Canavese Pianoforti ci ha gentilmente messo a disposizione.
La scenografia, come si potrà vedere dal video, è resa particolarmente suggestiva dalla presenza di ben trenta pianoforti.
Ti sposti in tutta Italia per i tuoi concerti, ma suoni spesso anche in Liguria. Com’è lo stato dell’arte del Jazz dalle nostre parti?
Abbiamo vissuto anni di fermento, grazie soprattutto a Riccardo Zegna, ma da qualche tempo tutto è un po’ sotto tono.
In questo ultimo periodo, però, stiamo assistendo ad una fase di rinascita: basti pensare alla rassegna Albis Jazz alla quale ho preso parte anch’io quest’estate con gli allievi della masterclass.
Diciamo che mi piacerebbe che il Jazz non si collocasse principalmente su Genova – come attualmente accade – ma che anche Savona investisse per riportare in auge le eccellenze musicali del territorio.
La musica per i giovani durante la pandemia: quanto è stato importante secondo te poter portare avanti una passione mentre eravamo costretti in casa? I giovani amano il Jazz? E quali strumenti prediligono?
Senz’altro chitarra e voce. E devo dire che il Jazz è molto amato dai giovani e stiamo assistendo ad un gradito ritorno. Sono numerosi i giovani che mi chiedono di fare Jazz.
D’altro canto la musica attuale non può prescindere dalla musica classica e dal Jazz.
Ai ragazzi rammento sempre che il primo produttore di rap è stato Quincy Jones che è andato nel Bronx e ha iniziato a produrre musicisti rap negli anni 80.
Bisogna sempre ricordare che il Jazz deve essere inteso come una forma di arte e di comunicazione e non solo come una forma ludica.
Il titolo del disco Empty-ty evoca due concetti: quello di un vuoto che può essere fisico, ma anche mentale.
Sì, la parola rimanda anche a entity, quindi a una presenza a nostra scelta. E’ un disco esplorativo, adatto anche ai giovani.
Serve per alimentare il loro fermento: è fondamentale infatti essere curiosi, scoprire cose nuove senza mai dimenticare le tradizioni musicali.
Ai miei studenti suggerisco anche di essere costanti e determinati, di darsi un metodo.
Certo, a 20 anni è davvero difficile, ma io ricordo loro che questo sforzo alla lunga paga. Sempre.
E adesso, mettiamoci all’ascolto!
La bocca della verità
Venti curiosità per conoscere ed apprezzare meglio
DINO CERRUTI
Nome completo e soprannome
Giovanni Dino Cerruti
Le tue origini
Ligure
Età
59 anni, nato il 14/03/1963, Pesci
Studi
Maturità Tecnico Perito Industriale
Professione
Musicista
Famiglia
Mia moglie e mia figlia
Una canzone
Purple Rain di prince
Un artista
Charlie Haden
Un film
Caccia al ladro
Un libro
Le vostre zone erronee
Una frase
Sapersi collocare
Un animale
Cane
Un luogo
Liguria e ovunque ci siano mare e caldo
Una bevanda
Coca Cola
Un piatto
Pasta al pesto
Un tuo pregio
Pazienza
Un tuo difetto
Introspezione
Un desiderio
Continuare a fare musica il più a lungo possibile
Un rimpianto
Non aver iniziato prima la mia professione di musicista
Il tuo prossimo progetto
Sicuramente il mio prossimo progetto musicale
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