Non poteva non sapere non è un mantra adatto ad un’aula di tribunale, lo sappiamo. Certamente, però, è adatto alle piazze della politica. Lo sta scoprendo sulla propria pelle l’onorevole Aboubakr Soumahoro, deputato per i Verdi e Sinistra Italiana, laureato e bracciante, nato in Costa d’Avorio ma in Italia dall’età di 19 anni. Divenuto celebre per le sue battaglie contro il caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori ad opera delle mafie, è ora travolto da uno scandolo che si ingigantisce ogni giorno che passa. Un’indagine aperta dalla procura di Latina ha trascinato nell’occhio del ciclone la famiglia del deputato. L’oggetto delle investigazione sarebbe una serie di irregolarità, alcune anche molto gravi, nella gestione delle due cooperative Karibu e Consorzio Aid.
Il coinvolgimento della famiglia di Soumahoro
Se inizialmente nessuno risultava indagato, dal momento che l’indagine era condotta a modello 45, ad oggi la storia ha preso una piega differente. Nei confronti della suocera di Soumahoro, Marie Thérèse Mukamitsindo, sono ipotizzati i crimini di malversazione, truffa aggravata e false fatturazioni. Tutto ciò si va ad aggiungere alle polemiche riguardanti anni di stipendi arretrati e mai pagati, denunce di condizioni di vita terribili e persino di minori costretti a vivere nello squallore in abitazioni prive di acqua corrente o cibo. Ogni giorno emerge qualcosa di nuovo, a dipingere un quadro sempre più ingarbugliato. Il tutto, però, è partito un anno fa, a seguito delle segnalazione del sindacato Uiltucs e di un’indagine per truffa. “Si è vero” ammette Mukamitsindo. “Non gli abbiamo fatto il contratto e non abbiamo pagato gli stipendi. Ma eravamo in difficoltà”
Si difende, tuttavia, la compagna Liliane Murekatete: “Non faccio parte della cooperativa né come membro del Cda, né come socia né tantomeno come dipendente” Il riferimento è all’espressione usata dai giornali che la indicano come proprietaria. “Il sapiente, malizioso utilizzo di espressioni quali la ‘cooperativa della moglie di Soumahoro‘ che ha connotato sin da subito la campagna mediatica” spiega. “è particolarmente odioso in quanto volto a sollecitare distinguo, prese di distanza, ripudi, magari accuse reciproche, tutti rigorosamente pubblici, nella peggiore tradizione dell’Autodafé”
Sul mancato pagamento degli stipendi, aggiunge: “si sorvola sul fatto che anch’io, che peraltro sono in aspettativa dall’aprile 2022, sono in attesa della corresponsione degli arretrati. Ovviamente il sottotesto della narrazione esclude a priori l’ipotesi che possa esistere una donna africana benestante e che possa diventarlo onestamente” Una questione di razzismo, dunque.
La reazione scomposta di Soumahoro
Bene è ricordare che il deputato non è ad oggi oggetto di indagine e non risulta coinvolto. Tuttavia, l’ombra del non poteva non sapere è calata su di lui. Lo confermano anche le reazioni dei partiti con cui è stato eletto, che, se non fredde, sono state al massimo tiepide. Fratoianni è cauto, non lo attacca, ma neppure lo difende. “Non lo abbiamo scaricato” spiega. “stiamo solo cercando di affrontare una interlocuzione con lui. È una questione con profili molto complicati. E ci auguriamo che la sua posizione possa essere al più presto chiarita dagli elementi di carattere politico che pure questa vicenda porta con sé.” Nel frattempo, Soumahoro si è sospeso in attesta che questi chiarimenti vengano alla luce.
Non aiuta la sua causa la reazione scomposta alle critiche e alle accuse. In un video sui suoi social guarda fisso la telecamera, piange, si indigna e promette di non terminare mai la propria lotta. “Ma mi dite cosa vi ho fatto? Voi mi volete morto, ho sempre lottato.” Il video, tuttavia, non convince. Non si tratta di una reazione spontanea né naturale e risponde poco o niente alle accuse. La retorica è evidente, ma la sostanza è poca. Purtroppo, sembra un video riesumato dalla Youtube Italia del 2012, piuttosto che la risposta a delle critiche di un deputato nel 2022. Ma, se è vero che lui non risulta indagato, vero è anche che questo non è il primo scandolo in merito ad una gestione poco pulita del settore dell’accoglienza.
In un servizio di Fanpage di un paio di mesi fa, emergevano alcune ombre sui conti della Lega Braccianti fondata dall’attuale deputato. Queste ombre ancora non sembrano essersi dipanate. L’associazione, nel corso del 2020, aveva ricevuto donazioni per circa 220.000 euro. Secondo gli altri fondatori, 120.000 sarebbero misteriosamente venuti a mancare. Soumahoro si è difeso replicando che fossero stati spesi durante l’emergenza pandemica in missioni per portare cibo e mascherine ai bisognosi. Tuttavia i conti continuano a non tornare. Per coprire i costi delle missioni sono stati spesi meno di 40.000 euro, e più di 80.000 mancano all’appello.