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I genitori di Scagni si ritirano dal processo per omicidio

Indagati due poliziotti e un medico di Salute mentale coinvolti nel caso Scagni

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Nuovi sviluppi sulla vicenda dell’omicidio di Alice Scagni, la giovane mamma uccisa lo scorso maggio in Via Fabrizi a Quarto dal fratello Alberto.

Dopo la perizia di infermità mentale effettuata sul killer da parte del perito nominato dal giudice per le indagini preliminari, poi smentita da una seconda perizia voluta dalla Procura di Genova dove si attesta invece la capacità di intendere e volere di Alberto nel momento della tragedia, ecco arrivare nuovi risvolti delle vicenda.

Due poliziotti e un medico della Salute Mentale sono ad oggi indagati per presunte omissioni di atti d’ufficio e denuncia.

Omissione di atti d’ufficio e denuncia da parte delle forze dell’ordine e sanitarie: la denuncia dei genitori di Alice trova riscontro

Lo avevano sostenuto fin dall’inizio. I genitori di Alice e Alberto hanno detto fin subito di essere stati lasciati soli dallo Stato, nonostante le numerose denunce presentate nei confronti di quel figlio violento che più di una volta aveva tenuto comportamenti intimidatori nei confronti dei membri della sua famiglia, compresa l’anziana nonna alla quale ha tentato di incendiare la porta di casa.

La signora Zarri, madre di Alice, e il marito avevano chiesto aiuto più di una volta. Alle forze dell’ordine, ai medici. Ma nessun loro appello è stato mai ascoltato.

Oggi, le indagini sull’omicidio di Alice sembrano andare in una direzione che sembrerebbe dar loro ragione.

La notizia che finalmente ci sono tre indagati sulle omissioni gravi che si sono manifestate in questa drammatica vicenda non può non farmi piacere. È un primo passo verso l’accertamento della verità. Auspico – ha detto l’avvocato Fabio Anselmo, legale che assiste i signori Scagni – che venga iscritta la denuncia che abbiamo fatto per omicidio in conseguenza di altro reato e, cioè, di quelle omissioni“.

Il legale ha aggiunto: “Credo sia giusto e fisiologicamente corretto che i genitori della famiglia Scagni vengano qualificate persone offese e possano aver accesso alle notizie fruibili non dai giornali ma dalla procura“.

Nel registro degli indagati sono finiti la dottoressa della Salute mentale che alla richiesta dei genitori di ricoverare il figlio aveva preso tempo e i poliziotti che il primo maggio non si attivarono nonostante le richieste della madre e del padre di Alice.

Nei giorni scorsi il perito del gip aveva dichiarato Scagni semi infermo di mente. Cosa sostenuta per altro dai genitori che lo ritengono totalmente incapace di intendere e volere. Per la Procura invece sarebbe lucido, o quanto meno lucido quanto basta per non meritare l’infermità mentale.

 

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