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In Vino veritas. L’enoturismo spiegato in “Viaggio nell’Italia del vino”

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Tempo di lettura: 2 minuti

 

In ogni calice di vino c’è un sorso d’Italia”.

Così inizia la riflessione sull’enoturismo e su tutti i suoi risvolti culturali e sociali firmata da Dario Stefàno, Donatella Cinelli Colombini, Associazione Nazionale Città del vino, Nomisma-Wine Monitor (Viaggio nell’Italia del vino, Osservatorio enoturismo: normative, buone pratiche e nuovi trend, Agra Editrice 2022).

D’altronde, anche Charles Baudelaire lo diceva: “Il vino, sì, sa rivestire la più sordida stamberga/di un lusso miracoloso,/fa sorgere più di un favoloso portico/nell’oro del suo rosso vapore,/come un sole che tramonta in un cielo nuvoloso” (XXLIX. Il veleno, da I fiori del male).

Chissà cosa avrebbe scritto il grande poeta sulle nuove cantine vinicole e, soprattutto, su come si presentano e che valore antropologico hanno per i turisti appassionati di vino, dopo la triste e difficile vicenda del Covid che ha mutato prospettive e senso delle cose.

Il vino è un prodotto onesto della terra e ogni mistificazione e contraffazione, non solo chimica ma anche ideale e lessicale, andava bandita per sempre”, si legge nel testo.

Ecco che l’analisi e l’approfondimento dei percorsi enoturistici e delle realtà locali legate alla produzione, al commercio, alla sponsorizzazione e alla cultura del vino conducono inevitabilmente alla riflessione sul paesaggio, sulle abitudini locali, sulle tendenze della società e delle sue varie componenti, sulla stratificazione economica del Paese, sul turismo estero, sui gusti legati agli acquisti, sulle abitudini rispetto agli spostamenti e ai viaggi, sull’uso appropriato e non distorsivo dei social, e tanto altro ancora.

Si è osservato, probabilmente con un atteggiamento di riattualizzazione della tradizione, che le donne hanno superato gli uomini fra i consumatori abituali di vino in Italia.

Tale prevalenza andrà a influenzare la modalità in cui vengono strutturati gli scaffali di vendita nei negozi e la proposta di vini nei ristoranti.

L’acquirente di vino al femminile, infatti, si lascerà maggiormente consigliare dagli esperti nelle sue scelte ma rimarrà infedele ai suggerimenti delle guide, alle marche e alle varie – forse troppe – denominazioni di cui sono caratterizzate le bottiglie.

Sarà, infatti, più utile iniziare a suddividere gli scaffali per ordini legati agli abbinamenti, invece che continuare la suddivisione per regioni. Si tratta di un pragmatismo ispirato proprio dal modo di acquistare delle donne, per altro spesso rivolto al dono piuttosto che a un acquisto per uso personale.

Appare necessario aggiungere che le donne rappresentano anche la maggioranza tra manager e addetti ai servizi turistici delle cantine italiane, come ha mostrato l’analisi condotta dall’Università di Siena in collaborazione con le Donne del Vino.

Un ruolo, presente anche all’estero, che tende a consolidarsi e che, probabilmente, consentirà anche una maggiore espansione delle realtà enoculturali in cui si insedia. Tutto ciò avrà un influsso positivo anche sul packaging. Le donne sono molto più attente degli uomini alle confezioni e, quindi, sarà meglio puntare su colori più accesi, secondo i dettami del neuromarketing spiegato da Vincenzo Russo.

In effetti, anche “la sostenibile leggerezza del glamour” (come scrive Silvio Raffo nella prefazione alla raccolta di Dorothy Parker dal titolo Veleni e champagne, De Piante Editore 2022) appare, oggi, più che necessaria.

Anche i nostri amici a quattro zampe hanno la loro rilevanza nella wine-hospitality.

La tendenza – termine pericoloso quanto interessante – è quella di creare il concetto di “winedogs” e di “winecats” che, con la loro presenza, rappresentano la storia e le caratteristiche di accessibilità all’enoturismopetfriendly.

Se il dato poco rassicurante è che, oggi, sia più facile trovare visitatori con animaletti al guinzaglio che con passeggini, almeno si può stare certi che, in alcune cantine, esistono perfino Cat Bar e Dog Bar. Per avere servizi simili per i figli umani, forse, dovremo aspettare ancora un po’ di tempo, o affinare le ricerche su Google (si può trovare qualche utile suggerimento su blog dedicati alle famiglie come https://www.familygo.eu oppure www.mammainviaggio.it).

È proprio Google, con la georeferenziazione e le pagine di blog e social, che ha esaltato le ricerche di cantine on line, soprattutto in questi ultimi due anni in cui non sempre è stato possibile visitarle di persona.

Se è attraverso i social che la cantina dialoga con la sua community, l’insidia che si può nascondere dietro a queste nuove modalità comunicative è di decontestualizzarla.

Parallelamente, un altro rischio da gestire è il “degrado turistico” e, cioè, la falsificazione del paesaggio e la mistificazione delle strutture a fini ottusamente commerciali. È facile, infatti, nella realtà, ritrovarsi in uno dei “non luoghi del vino” che potrebbero essere ubicati ovunque, che stanno perdendo le caratteristiche specifiche del territorio e che cedono a dinamiche di marketing non professionali.

Le nuove tematiche per un turismo del vino rispettoso per l’ambiente e di qualità sono la sostenibilità, le tecniche bio-dinamiche in vigna e l’autenticità del posto.

Se questo viaggio attraverso i percorsi, le riflessioni e la normativa sull’enoturismo illustra al lettore non solo le dinamiche specifiche di questo ambito ma molti aspetti della vita contemporanea, dilaniata tra esperienze reali e digitali, tra verità e menzogne, tra aspettative e compromessi, il vino continua a regalare all’uomo quel sospiro di sollievo dalla pesantezza della quotidianità, possibile solo nella ricerca personale dell’equilibrio tra il sé e la giusta dose di ogni cosa.

Come ha scritto Umberto Saba, “La vita è così amara,/il vino è così dolce;/ perché dunque non bere?”.

 

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Del saper…bere!

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Info Gisella Blanco

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Gisella Blanco è nata a Palermo nel 1984 e vive a Roma da diversi anni. Ha iniziato a scrivere poesia da bambina e ha conseguito diversi premi letterari. E’ laureata in legge, si occupa di divulgazione letteraria poetica, collabora con blog, riviste cartacee e giornali per i quali scrive note critiche, recensioni, articoli, interviste e saggi. E’ vicedirettrice della rivista on line Le città delle donne, scrive per la rivista Leggere Tutti cartacea e on line, per Atelier Poesia, per Laboratori Poesia. Conduce dirette, programmi e iniziative culturali fruibili su YouTube e sui principali social.

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