“Ci aspettavamo qualcosa di più”
La Sfattoria degli Ultimi: si è conclusa da poco la riunione di questa mattina presso il Tar del Lazio per decidere la sorte degli ospiti del rifugio.
“Ci aspettavamo qualcosa di più” è il commento a caldo di Emanuele Zacchini, volontario del rifugio.
Di fatto è prolungata al 4 ottobre la sospensione dell’abbattimento degli animali. Si dovrà in ogni caso aspettare, nel giro di 24 – 48 ore, una comunicazione ufficiale.
“Saranno altri giorni pesanti da affrontare con ansia e preoccupazione – continua Emanuele – e a questo punto si attende anche il tavolo di confronto promesso con Comune, Regione ed istituzioni.
Un tavolo di confronto necessario affinché non vengano a ripetersi situazioni come questa.
Il vuoto normativo che interessa tutti i rifugi va assolutamente colmato. Noi andiamo avanti anche per questo, per far sì che non si ripetano episodi analoghi.”
La mobilitazione per gli animali della Sfattoria
La vicenda della Sfattoria degli Ultimi: va avanti già dai primi di agosto. Tanti i cittadini scesi in campo e tanti i personaggi noti che continuano a dare il loro supporto per un epilogo positivo della storia.
Da Elisabetta Canalis ad Andrea Cisternino, da Enrico Rizzi ad Andrea Roncato.
Il volere comune è quello di salvare i 130 ospiti della Sfattoria che qui vivono sani e accuditi come figli.
E’ bene anche fugare alcuni dubbi in merito alle condizioni di salute degli animali.
Emanuele al riguardo non ha dubbi: “Ci tengo a precisare che tutti questi animali vivono isolati, al sicuro secondo le normative ASL proprio per impedire qualsiasi focolaio di peste suina. Sono tutti sani questi animali.
Sono sconvolto, scioccato da quanto sta accadendo, da come noi cittadini siamo calpestati dalle istituzioni. Bisogna intervenire subito. Diffondiamo il più possibile questa terribile notizia. Lo chiedo davvero a tutti: abbiamo pochissimo tempo per salvarli.”
Bisogna aspettare il 4 ottobre
I ripetuti appelli di Emanuele effettivamente sono serviti perché l’attenzione mediatica sulla vicenda è forte ed i cittadini dal canto loro vogliono poter esprimere il loro disaccordo.
Adesso bisognerà attendere il 4 ottobre e sperare in un epilogo positivo.
“Un altro mese a questi ritmi sarà duro – conclude Emanuele – dover aspettare ancora in questo stato di stress e di ansia mi spaventa.”
Quel che è certo è che Emanuele non è solo e può contare sull’appoggio di centinaia di persone che da agosto in avanti si sono adoperate per aiutarlo.
Tutti hanno lavorato ininterrottamente per opporsi alla tragica possibilità di uccisione degli animali.
E tutti insieme hanno aiutato Emanuele ad apporre al rifugio le modifiche necessarie ed imposte dalla ASL.
ASL che però ad oggi non ha ancora fatto visita alla Sfattoria.
Emanuele Zacchini precisa quanto accaduto: “Siamo stati informati dai nostri avvocati che la Asl, senza essersi peritata della veridicità di quanto sostiene, attraverso il sopralluogo atteso, ha depositato agli atti una relazione in cui enuncia condizioni che fanno riferimento allo stato del santuario prima dei lavori effettuati.
Basandosi e presentando come attuale e aggiornata una loro perizia che risale, in realtà, all’8 agosto, ma già questa non corrispondente al reale stato dell’arte.”
E’ davvero auspicabile che si possa giungere ad una soluzione positiva di questa vicenda che tiene tutti con il fiato sospeso.
La vita di questi animali è importante per Emanuele e per tutti i cittadini che combattono al suo fianco.
Vale la pena ricordare le parole di Rita Levi Montalcini: “Credo che uccidere qualsiasi creatura vivente sia un po’ come uccidere noi stessi e non vedo differenze tra il dolore di un animale e quello di un essere umano.”