scomparsi cinghiali Maggiolina
Cinghiali al Parco della Maggiolina

La Spezia, i cinghiali della Maggiolina sempre più al centro della polemica. Trovato un esemplare morto

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LA SPEZIA – I cinghiali hanno le norme contate.

Il Parco della Maggiolina è praticamente in concessione da giorni a una famiglia di 9 cinghiali, dato che per questa presenza voluta dal sindaco della Spezia, Pierluigi Peracchini, l’ingresso a questo spazio pubblico è stato interdetto alle persone.

La vicenda d’altronde va a inserirsi perfettamente in un contesto molto più ampio.

Premesso che siamo prossimi alla porzione di Lunigiana già in allerta per la peste suina e direzionati verso il noto Bosco di Montemarcello. E che, soprattutto, in questi giorni è in auge un botta e risposta suon di ricorsi e richiami alle norme vigenti in materia da parte di alcune associazioni animaliste nazionali proprio contro l’abbattimento di questo tipo di suini.

Senza tenere troppo conto del fatto ultimo: il ritrovamento di una carcassa di cinghiale nel parco, ma che risulterebbe non fare parte del gruppo di cinghiali più recentemente chiusi nel parco.

Qualche giorno fa, fra le altre cose, la polemica era salita di livello.

Per Cia Agricoltori Liguria, aveva parlato, per dire, il presidente Stefano Roggerone. “Il sindaco della Spezia – ha commentato Roggerone – sembra voler emulare il sindaco di Genova. Anziché procedere, come previsto dalle disposizioni in vigore, all’abbattimento del branco di cinghiali che occupa il Parco, si dispone la rimozione degli animali e quindi, come già proposto dal collega genovese, la ricollocazione nell’habitat naturale. Non possiamo che valutare questo atteggiamento come irresponsabile verso un territorio che rappresenta quasi il 50% della viticoltura di pregio della Liguria e altre produzioni agricole di alta qualità. Bene ha
fatto il vice presidente della Regione e assessore all’Agricoltura, Alessandro Piana, a richiamare con fermezza il sindaco Peracchini affinché applichi la norma che prevede l’abbattimento dei capi catturati in ambito urbano nel rispetto delle norme e delle disposizioni a tutela dal rischio di diffusione della peste suina.

I cinghiali – ha continuato – non possono essere spostati semplicemente perché il numero è oltre ogni soglia della decenza e della tollerabilità territoriale. Come ben sappiamo è in atto una procedura di contenimento per evitare danni maggiori a causa della peste suina, e anche se sempre annunciati , ma non ancora avviati, sono previsti interventi di ‘depopolamento’ di non meno di 15.000/20.000 capi”.

I cinghiali stanno rinchiusi alla Maggiolina dall’8 di agosto.

Il sindaco Peracchini ha emesso un’ordinanza di non abbattimento in loco, invitando gli agenti regionali alla sola “rimozione” degli ungulati”.

Il timore è che gli animali vengano sedati da un veterinario e poi trasportati sulle alture dove saranno uccisi lontano da occhi indiscreti, con il confinamento all’interno delle ZAC (Zone Addestramento Cani da Caccia) dei soli cuccioli.

La legge 221 del 28 dicembre 2015 art. 7 vieta l’immissione dei cinghiali sul territorio, ma qui non si tratta di una nuova immissione, bensì di un riposizionamento degli animali da dove sono venuti. Che è cosa ben diversa. Ci appelliamo all’amministrazione regionale e comunale, affinché ci si attivi per la ricerca e per l’attuazione di soluzioni finalmente alternative all’abbattimento, indicative di civiltà, di ragionevolezza, di rispetto della vita e della fauna selvatica, che è patrimonio dello Stato, e quindi di noi tutti“, ha scritto qualche ora fa “un gruppo di cittadini“.

Nunzio Festa

 

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