La politica deve utilizzare l’evidenza scientifica per una programmazione illuminata e non interpretarla! Un esempio di questa distorsione lo troviamo nel settore dei danni psico-fisici da alcol e sostanze stupefacenti.
Una parte della politica (quasi tutta, perché quasi tutti consumano alcol!) vuole insegnare la cultura del vino nelle scuole, un’altra parte vuole legalizzare la cannabis.
Tali proposte naturalmente vengono fondate sull’interpretazione della scienza. L’evidenza scientifica afferma con ragionevole certezza che sia etanolo (elemento costitutivo del vino) che cannabis danneggiano profondamente la salute in modo dose dipendente. Punto!
La politica dovrebbe solo favorire i programmi di prevenzione e promozione della salute informando e formando in modo corretto. Certo ci sono diversi interessi da difendere: economici innanzitutto, ma anche personali. Meglio acquistare cannabis legalmente che andare dallo spacciatore di turno. Il problema non è solo la dipendenza: la parola dipendenza viene utilizzata per discriminare.
Il problema correlato a etanolo e cannabis viene relegato nel perimetro alcoldipendenza e tossicodipendenza. Ma non è cosi. Come già abbiamo detto tutte e due le sostanze creano danni (talvolta irreversibili) che sono direttamente correlati al dosaggio utilizzato. Ciò riguarda con maggiore intensità i nostri adolescenti.
I cosiddetti dosaggi moderati di etanolo iniziano i meccanismi di cancerogenesi (cavità orale, intestino, mammella, fegato, ecc), riducono l’attività testicolare, alterano la densità mammaria, alterano i processi di maturazione cerebrale attraverso una diretta influenza sulla cromatina (materiale genetico), infiammano e alterano la parete delle arterie, ingrassano fegato e pancreas, ecc
Il tetraidrocannabinolo (THC) della cannabis altera i processi di maturazione cerebrale, riducono l’intelligenza, provocano ansia, depressione, irritazione, autolesionismo, chiusura in se stessi, sintomi simil-autistici, psicosi anche gravi (talvolta dopo una singola dose), tumori (soprattutto polmonari e testicolari) e molto altro.
Il THC ha un’altra proprietà (spesso negata dalla politica dogmatica e militante) allarmante: favorisce il passaggio all’uso di altre sostanze. Nuove sostanze psico-attive, farmaci non prescritti (soprattutto antidolorifici e benzodiazepine), cocaina, eroina, ecc. Anche il consumo di alcol secondo la modalità del binge drinking (bere molto in poco tempo) favorisce questo fenomeno.
Un nostro recente studio (pubblicato su Min. Gastroenterology; doi: 10.23736/S2724-5985.22.03253-3) ha dimostrato che consumare cannabis fra i 14-15 aumenta di 26 volte il rischio di consumare nuove sostanze psico-attive o farmaci non prescritti, fra i 16-17 anni il rischio è di 14 volte superiore.
Consumare alcol in un’unica occasione con gli amici (oltre le due unità alcoliche), cannabis e nuove sostanze sintetiche aumenta il rischio di avere necessità di andare dallo psicologo rispettivamente di 3.7, 14 e 21 volte.
Purtroppo i ragazzi in percentuali che variano dal 53 al 68% non dicono ai genitori e/o allo psicologo di avere usato cannabis o altro. Quindi, fenomeni come ansia, autolesionismo, attacchi di panico, ecc verranno trattati in modo sbagliato, etichettando questi ragazzi con patologie psichiatriche.
La politica, quindi, indipendentemente da scelte di convenienza (personali, lobbistiche o banalmente dovute ad una profonda ignoranza) devono promuovere l’informazione e la formazione di ragazzi e genitori. Non dimentichiamoci mai che i danni psico-fisici da alcol e sostanze rappresentano la terza causa di disagio della popolazione generale e la prima al di sotto dei 25 anni.
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