La Liguria è una regione con circa 23.000 posti barca, il 26% del totale nazionale. E il bacino ligure è uno dei più frequentati e “rimestati” dai diportisti del Mediterraneo. Ancoraggi, rifiuti e acque di scarico sono tre cause di impatto ambientale che possono danneggiare le biocenosi di fondo. Ma quali sono, nel Mediterraneo, le biocenosi di pregio? Sono quelle del coralligeno, delle praterie di faneragame – Posidonia oceanica, Cymodocea nodosa, Zoostera marina e Zoostera noltii il letto di maerl – che è una struttura biogenica composta da varie specie di alghe rosse coralline, dotate di uno scheletro rigido di carbonato di calcio, che crescono sul fondale come alghe a ramificazioni libere, a rametti o a noduli.
Questo brulichio di vita è il motivo per cui è stata realizzata un’ispezione subacquea preventiva per la costruzione della nuova diga foranea del porto di Genova. Per ispezionare un’area di circa 70 ettari di fondale, è stato usato un drone con sistema ROV – remotely operated vehicle. E cioè un drone pilotabile da remoto e collegato a un monitor per la registrazione, in tempo reale, di video e foto ad alta risoluzione anche nel mare torbido.
Dall’ispezione durata circa venti giorni risulta che il fondale in oggetto è un ambiente ad alto tasso di sedimentazione, detritico infangato. e che non vi sono tracce di animali o vegetali di pregio che possono compromettere la realizzazione della nuova diga foranea.