Genova è pronta a ospitare i primi profughi del conflitto tra Russia e Ucraina. Sono già disponibili 100 posti in varie parrocchie, e l’assessore Viale dice “Chi verrà ospitato da parenti e amici potrebbe avere necessità economiche”.
Dopo le proteste nelle piazze, quindi, si sta attivando la rete di accoglienza e di assistenza dei profughi. Il coordinamento delle operazioni di ricovero rifugiati spetta alla Prefettura, ma anche Comune e Regione sono attivi con la comunità ucraina composta da almeno duemila persone, guidata dal cappellano Vitaly Tarasenko e da Oleh Sahaydak, presidente dell’associazione culturale Pokrova.
I primi profughi potrebbero arrivare già oggi. Su un autobus con targa ucraina fermo al confine di Trieste c’è un cartello con scritto Cherkasy-Genova. A bordo una cinquantina di persone dirette a casa di amici o parenti. L’assessore Giorgio Viale spiega che arriveranno due tipologie di profughi:
Parenti e amici di persone che vivono già a Genova, e che nella maggior parte dei casi saranno ospitati nelle loro case necessitando di un’assistenza più “soft”
I profughi che arrivano nell’ambito di un circuito governativo com’è accaduto per gli afghani. Per questi abbiamo chiesto alla comunità ucraina di farci sapere ogni esigenza
“La Curia di Genova sarà il principale interlocutore della Prefettura” dice il responsabile genovese della fondazione Migrantes Giacomo Martino “ci siamo attivati fin dal primo momento e ora aspettiamo indicazioni. La disponibilità dipenderà dal tipo di accoglienza, che ci immaginiamo piuttosto breve perché si tratta di persone in grado di integrarsi subito nella nostra società”. Le parrocchie hanno quindi messo a disposizione un centinaio di posti per i primi profughi che arriveranno, e si ipotizza di utilizzare anche il seminario del Righi.
“Per quanto riguarda eventuali raccolte fondi gestite dal Comune a sostegno degli ucraini ” spiega ancora Viale “ne parleremo col Sindaco. Senza dimenticarci dell’aspetto sanitario anti covid”.