Non vi bastano cinque milioni di morti?
Questa storia del politically correct ci sta sfuggendo di mano!
Che io non possa insultare apertamente chi continua a comportarsi come se il Covid fosse un’invenzione complottista ed il green pass un attentato alla libertà personale, bhè, sinceramente non mi va.
Non mi va che si dia voce a gente come Povia che oggi è sceso in piazza a Savona per rivendicare le sue libertà di No Vax.
Uno che parlava ai piccioni e ai bambini, e potremmo anche passargliela, ma poi è andato veramente oltre con la canzoncina “Luca era gay e adesso sta con lei“.
E lo ammette candidamente: “Non sono andato da psicologi, psichiatri, preti o scienziati. Sono andato nel mio passato, ho scavato e ho capito tante cose di me.”
Chissà quanto ha scavato per tirare fuori il paragone tra il Green Pass ed il numero di riconoscimento degli ebrei.
Che io me la ricordo bene la signora amica di mia mamma, sempre in maniche lunghe anche d’estate a 40 gradi perché aveva il tatuaggio all’interno del polso.
Non raccontava spesso dell’orrore che aveva vissuto, ma ogni tanto faceva qualche velato accenno e a me, ragazzina, si gelava il sangue nelle vene.
Ecco, Povia avrebbe potuto indagare con lei o con Liliana Segre – che infatti ha usato parole forti contro il cantante, visto l’infelice paragone Green Pass e Shoah – su concetti come la mancanza di libertà, la prevaricazione, l’ingiustizia e così via.
Di peggio è riuscita a fare Giusy Pace, l’infermiera che ha organizzato a Novara la manifestazione No Green Pass con i partecipanti travestiti da deportati.
Non vaccinata, è stata sospesa dal lavoro e da tutti gli incarichi ricoperti all’interno del sindacato.
Personalmente avrei aggiunto una menzione d’onore alla mente di questa manifestazione perché riuscire a creare un nesso tra concentramento e concentrati davvero non è da tutti! Così come inscenare uno spettacolo di rara volgarità che offende le nostre coscienze.
Perché la democrazia è sacrosanta, ma portare in piazza e ridicolizzare pagine tragiche della storia, questo no.
Sono stanca, provata da quasi due anni di pandemia.
Eh sì, perché dopo più di 5 milioni di morti nel mondo – più di 130.000 in Italia – francamente non se ne può più di sentire tutte le belinate che invece dobbiamo continuare a sorbirci.
Il vaccino è sperimentale, ci inoculano il microchip e ci controllano da remoto – salvo poi ordinare un hamburger a casa e dichiarare per il pagamento anche la misura dei pesciolini rossi che nuotano nell’acquario del salotto.
Ma soprattutto il Green Pass è un attentato alla mia libertà personale. Eh sì, perché non vedo per quale motivo io non possa essere libero, nel bel mezzo di una pandemia, di fregarmene sonoramente di qualsiasi misura precauzionale in grado di salvare vite umane.
Io sono un negazionista, voglio poter scendere in piazza e dire no al vaccino. Anche perché dall’alto della mia laurea alla bocciofila, sono perfettamente in grado di capire la natura del virus, come funziona e soprattutto come il vaccino sia stato progettato mica da degli scienziati, ma da qualche complottista in cerca di soldi e fama.
Poi magari sono obeso, fumo un pacchetto di sigarette al giorno, tiro cocaina, sport zero, stress alle stelle, ma il vaccino no che è pericoloso.
Ovviamente tutto ciò non vale per chi, a causa di allergie o patologie particolari, non può ricorrere al vaccino.
Adesso, poi, nel bel mezzo di qualche conversazione senti spesso sempre lo stesso incipit: “Non sono un No Vax, però il vaccino non mi convince.”
Avete presente “Non sono un razzista, ma gli stranieri a casa loro”? Ecco, uguale.
Ma a tutte queste persone No Vax, famose e non, è andata sempre bene?
Non hanno subito lutti di genitori anziani, o parenti, o amici?
Certo che se sei Miguel Bosé che ha perso la mamma Lucia a causa del Covid, ma sei un convintissimo No Vax perché sostieni che il Covid non esiste, allora beato te!
Fa bene Miguelito a non farsi il vaccino, chissà quali possono essere i rischi, specie per uno che si pippava due grammi al giorno di cocaina.
Non si augura a nessuno il male, amici o nemici non importa.
Si può almeno lanciare qualche anatema?
Chiedo non per un’amica, ma per me.
Perché io l’ho vissuto sulla mia pelle il distacco forzato da mia madre che, donna di scienza, già a marzo 2020 aveva capito che senza un vaccino non saremmo andati da nessuna parte.
Suo zio era morto di ritorno dalla Russia per la Spagnola, la mia mamma è morta a febbraio 2021 per il Covid.
L’ho salutata a gennaio, prima che entrasse in ospedale. Da distante, lei sulla carrozzina, io in piedi sulla porta di casa. Non l’ho più vista.
Mio fratello, che vive a Londra, l’ha rivista in una bara per il funerale.
Eh sì, eravamo in zona arancione.
Niente accesso all’ospedale, niente obitorio, niente messa, niente funerale. Niente di niente.
Non sono più la persona di prima. E’ stato un dolore atroce ed innaturale, violento, con modalità sconosciute ed aggressive.
Uno strappo al cuore, letterale. Un cuore squarciato che adesso sto cercando di rimettere insieme pezzo per pezzo.
E no, non mi va di vedere l’infermiera a strisce ed il cantante “piccione” che pretendono, dall’alto della loro ignoranza, di venderci tesi assurde.
Non mi va di leggere ogni giorno post su Facebook di gente che pretende di lavorare, ma senza Green Pass.
Non mi va di rispondere sempre gentilmente ai vari: “Non sono No Vax, ma il vaccino no.”
Non ci sto più a tollerare comportamenti irrispettosi di gente che mette a rischio la salute altrui per personali ed errati convincimenti.
Di dover vedere l’aumento di contagi tra non vaccinati ed i letti d’ospedale sottratti a pazienti con altre patologie.
Che mio figlio e tutti i ragazzi come lui debbano ripiombare nell’incubo della DAD per colpa di chi non si vuole vaccinare.
E che persone ignoranti come la badante che ha contagiato mia madre continuino la loro vita tranquilla senza alcun peso sulla coscienza.
Questa pandemia finirà – è un processo naturale aiutato dalla scienza – e fino alla prossima avremo un po’ di tregua.
Ma i morti non tornano, la sofferenza non diminuisce e Povia ed infermiere varie devono smetterla. Subito.