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Genova ha finalmente un leader civico, Marco Bucci detto “ü sbraggia”

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E’ partito su Liguria Today il dibattito sulle prossime amministrative genovesi. Essendo questo il secondo articolo a riguardo, non si possono evitare i riferimenti al primo, scritto dai cari amici del Circolo Pertini.

Oggi Genova ha indubbiamente un leader, e un leader civico, e si chiama Marco Bucci. E’ abbastanza leader e abbastanza civico da non avere problemi a mettere in mano il patrimonio dei Rolli a un uomo di sinistra e i grandi eventi a una persona che si era candidata come sindaco contro di lui.
Bucci, come ci ricordano dal Circolo Trotsky Pertini, è decisionista ed efficiente ed è difficile per un “foresto” comprendere come queste caratteristiche possano essere utilizzate in senso dispregiativo.

Quello che in realtà una parte (purtroppo non irrilevante) della città vuole è un sindaco ideologico, finto buonista, che trovi una collocazione gratis ai centri sociali, abbia magari un po’ di erre moscia e faccia un po’ di cultura di sinistra (tipo dare soldi a pioggia a decine di mostre e mostrine ideologiche). Perché Rubens, Escher, Gaetano Pesce sono senz’anima quando un sindaco è appoggiato da partiti di centrodestra. Persino le piste ciclabili se non le fa uno di sinistra sono una disgrazia.

Dopo anni finalmente i genovesi vanno in vacanza e si sentono dire “wow sei di Genova” e non solo per il Ponte (che già non sarebbe poco). La visione del sindaco “manager” (anche qui detto con ribrezzo dai nostri amici del circolo) ci porta invece alla ribalta nazionale con idee degne di città internazionali, dal tunnel sottomarino alla cabinovia dei forti. Ad alcuni questi progetti piacciono ad altri no. Ma almeno Genova va avanti, al contrario di come accadeva in quel passato ben rappresentato simbolicamente dalla Gronda, che dovrebbe essere già finita e funzionante, ma non lo è.

Genova è tutta un cantiere. E i genovesi mugugnano. Troppi progetti, troppe idee. Ad alcuni mancano i sindaci di una volta, indecisi e inefficienti. Quelli sì che non rompevano le balle.

Dal sindaco manager tanti si aspettavamo qualcosa di più sulla pulizia, tema sensibile per tanti cittadini. Senza assecondare il delirio di quelli che dicono:”Genova è sporca come non mai” (infatti negli anni scorsi ci rotolavamo nei vicoli in costume da bagno da come erano lindi) non c’è stato quello scatto che ci si aspettava. Il Ponte e il Covid non hanno certo aiutato, ma il risultato non è comunque apprezzabile.

Altro punto critico riguarda la squadra. Sfogliando i volti e i nomi degli assessori della Giunta Bucci sul sito del Comune viene da chiedersi dove li tengano nascosti, visto che alcuni sono personaggi eterei che non sembrano incidere molto nella vita della città. Ma questo spesso è il limite dei numeri uno: non sapersi circondare di bravi numeri due.

In sintesi, con tutta l’attività in corso sarebbe difficile pensare a una Genova senza un Bucci-bis, il rischio sarebbe un progetto di città incompleto. Non esiste nessuna “rassegnata persuasione che ci si accontenterà di confermare il sindaco manager”, piuttosto si sta diffondendo una certa paura di tornare nell’immobilismo e nell’irrilevanza che ha contrassegnato Genova per tanti anni.

Se il Governatore Toti si riprenderà dall’attuale momento di smarrimento e i partiti torneranno ad attrarre maggiore consenso, la possibilità che Marco Bucci sia il general manager di Genova per altri 5 anni appare piuttosto alta.

 

 

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Articolo a cura di un collaboratore indipendente. N.d.R: L’opinione degli autori non coincide necessariamente con quella della Redazione.

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