Il porto di Genova sta nuovamente sprofondando in una spirale di forti tensioni sindacali e le proteste non si placano.
Concreto il rischio che dai disagi generati dalle legittime rivendicazioni delle RSU, ancora una volta di Prà-PSA, possano innescarsi, anche questa volta, ulteriori motti di protesta e rivendicazioni, anche sociali.
Una situazione difficile da controllare e potenzialmente in grado di estendersi ben oltre i confini della portualità.
Non si può che essere preoccupati, in quanto si è concluso da poco uno sciopero a singhiozzo al Prà-PSA.
Lo sciopero, durato dall’ 1 al 15 ottobre, ha di fatto ridotto al 50% la capacità ricettiva del Terminal.
A causa dei disagi seguiti allo sciopero si è inserita la protesta degli autisti.
Giustamente esasperati da anni di disservizi sulle autostrade del Nord-Ovest, hanno protestato davanti ai varchi portuali dello stesso Terminal.
Nel Porto Vecchio l’iniziativa anti Green Pass
Quasi parallelamente andava in scena, nel Porto Vecchio, l’iniziativa anti Green Pass che è stata sposata anche da numerosi lavoratori portuali.
Tutto questo pare destinato a replicarsi dall’8 al 14 Novembre al Prà-PSA.
Ed al Varco Etiopia con 48 ore di sciopero delle USB dal 25 al 26 Ottobre.
La situazione è insostenibile, la credibilità operativa del nostro scalo portuale è ai minimi storici, le aziende di autotrasporto rifiutano Genova come destinazione dei loro viaggi.
Questo fatto, associato ad una sempre più marcata assenza di autisti, di recente aggravata dal tema Green Pass, rischia di trasformarsi in una sciagura economica per la città e per migliaia di imprese del Nord Ovest.