“Ai serpenti manca il senso di appartenenza. Non sono animali sociali. Quando li si vede cacciare insieme non stanno collaborando: si fanno concorrenza. I serpenti non si legano, non intrecciano rapporti di dipendenza”.
2004, Liv e i suoi tormenti. Un pitone con il quale ha un enigmatico legame e sente di comunicare davvero solo con lui.
2017 Mariam, durante una discussione con sua figlia Iben, la perde. Lei sparisce.
Mariam, ambivalente e insoddisfatta, una personalità contraddittoria anche nei confronti della maternità. E così tutto precipita nel vuoto.
Un romanzo d’esordio notevole, ricco di metafore, che offre diverse chiavi di lettura.
Un thriller disturbante e oscuro, che scorre e cattura, con una scrittura limpida ci immerge nei meandri dell’animo umano, dove di cristallino c’è davvero poco.
Suspense e adrenalina.
Una lettura da fare però con la giusta attenzione, tra salti temporali, diversi POV e nomi non facilissimi da memorizzare.
Un viaggio nei meandri più cupi dell’animo umano, dove si combatte per andare avanti, per trovare se stessi, per mettere a tacere i propri sensi di colpa o i propri istinti, quelli meno accettabili.
E dove nulla è scontato, neanche determinati sentimenti, neanche quelli più basilari.
Un viaggio nelle tenebre, dove l’amore non è mai semplice, ma che in fondo ci può sempre sorprendere. Oppure no?