La lettura di “Anno mille. L’inizio della fine” si è rivelata una di quelle volte in cui il seguito si rivela migliore del primo romanzo. “I giorni del ferro e del sangue” era stata una bella lettura, ma con davvero troppe scene di violenza e un po’ povera per quanto riguarda la storyline principale. Come se l’autore mi avesse ascoltato in Anno mille la trama è più incentrata sugli intrighi e i tradimenti che affliggono Roma più che sulle vicende di Anna cosa che ha reso la storia, dal mio punto di vista, molto più intrigante.
La situazione storica è tratteggiata davvero bene con Roma e i suoi intrighi come veri protagonisti del libro. Il papa si rivela una volta di più un ragazzo abbietto, le cui scelte minacceranno di distruggere l’intera Roma.
Santi Laganà riesce abilmente a mantenere un buon equilibrio narrando, da una parte, gli intrighi politici di quegli anni burrascosi e, dall’altra, dedicando il giusto spazio alle vicissitudini di Anna, Ezio e Arnolfo approfondendo maggiormente i personaggi principali.
Una lettura intensa, appassionante, tranne che in alcuni punti, i personaggi principali sono ben tratteggiati, l’azione non manca mai e la parte storica è molto ben curata (vi consiglio di leggere le note a fine volume dove l’autore spiega quali licenze si è preso). “Anno mille. L’inizio della fine” mi ha coinvolto e appassionato di più rispetto al volume precedente rivelandosi un ottimo seguito.
Il finale è abbastanza aperto da lasciare la possibilità di un seguito ma risulta comunque del tutto soddisfacente proprio come quello de “I giorni del ferro e del sangue”. Sono contenta di aver avuto la possibilità di leggere questo libro e, se mai uscirà, sarò lieta di acquistare un nuovo volume.
Strega _del blog Le Tazzine di Yoko